È realtà la scissione del Labour Party La socialdemocrazia nel futuro inglese di Mario Ciriello

È realtà la scissione del Labour Party La socialdemocrazia nel futuro inglese Prevista una nuova formazione, alleata del partito liberale È realtà la scissione del Labour Party La socialdemocrazia nel futuro inglese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La geografia politica dell'Inghilterra sta per cambiare. L'ala piti intensamente socialdemocratica del Labour Party è decisa ad affrontare le incognite di una secessione e a formare un proprio partito che, prima o poi, foggerebbe un'alleanza, elettorale o parlamentare, con i liberali. Questa futura alleanza tra due movimenti di centro-sinistra — i liberali e i socialdemocratici — si inserir!> tra i due massimi partiti, spostatisi entrambi su posizioni ideologiche e radicali. E' stato quest'ultimo sviluppo a convincere la cosiddetta «destra» laborista che il doloroso divorzio pili volte rinviato era adesso inevitabile. TI «momento della verità» si è avuto sabato, alla Special Conference indetta dal Labour Party per determinare la composizione del «collegio elettorale» che, d'ora in poi, Aovrì> eleggere il leader, quindi il potenziale primo ministro. La sinistra ha vinto e stravinto: in un pomeriggio veramente storico, il volto del socialismo britannico è divenuto irriconoscibile. Era da vari anni che la sinistra laborista, capeggiata da Tony Benn, continuava a conquistare nuove posizioni di potere; ma, dopo il '79, dopo la sconfitta elettorale, l'avanzata si faceva pin rapida e risoluta. Tn autunno, al congresso annuale, la sinistra — grazie alla sua superiorità nell'esecutivo, e ai suoi legami con alcuni grandi sindacati — riusciva a far approvare quasi tutte le sue risoluzioni. Uscita dell'Inghilterra dalla Cee; disarmo nucleare unilaterale, cioè in pratica ripudio della Nato; e riduzione dei poteri tradizionali del gruppo parlamentare. L'ultima vittoria era la più vitale. Questa vittoria si sublimava sabato, quando una votazione che lasciava scossi e ammutoliti anche gli esponenti della sinistra moderata, come il leader Michael Poot, cosi suddivideva i suffragi nel futuro «collegio elettorale»: 40 per cento alle Unions, 30 alle sezioni locali del partito e 30 ai parlamentari. Cif> significa che, d'ora in poi, un'alleanza tra poche potenti Unions (che dispongono di tanti voti quanti sono i loro iscritti) e le sezioni, dominate in maggioranza dalla sinistra, potr?> bocciare ogni candidato alla leadership favorito dai deputati. Domenica, la «gang dei tre», cioè i tre condottieri della destra, Shirley Williams, David Owen, William Rodgers, più l'ex presidente della Cee, Roy .Tenkins, annunciavano la costituzione di un Council for Social Democracy. Questo «Consiglio» dovrebbe essere l'embrione di un vero e proprio partito socialdemo- cratico, il cui arrivo sulla scena politica è previsto per la primavera o l'estate. Teri, altri nove deputati laboristi aderivano al «Consiglio» o manifestavano il proposito di farlo. Nella sua prima dichiarazione, il Council proclamava: «E' giunta l'ora di offrire agli inglesi una nuova voce». Shirley Williams guiderà forse il futuro partito, è donna di grandi qualità, si parlava di lei, anni or sono, come di un potenziale premier, di una «Maggie laborista». T secessionisti non lasceranno subito il Labour Party, lo faranno soltanto dopo il decollo del proprio movimento. Dei tredici socialdemocratici, soltanto Shirley Williams e Roy .Tenkins non hanno un seggio ai Comuni. Le previsioni? Variano. T più applaudono, ma hanno molti dubbi sul futuro di questa «pattuglia», gli stessi dubbi che ostacolano e frustrano i liberali. Anche per il Labour Party il fu turo si è fatto peri1) incerto, tempestoso. La sinistra ha vinto, ma dovr* lottare ferocemente per difendere il suo potere. Mario Ciriello

Persone citate: David Owen, Michael Poot, Shirley Williams, Tony Benn, William Rodgers

Luoghi citati: Inghilterra, Londra