L'ombra di Gheddafi nei colloqui del ministro Colombo con Sadat di Livio Zanotti

L'ombra di Gheddafi nei colloqui del ministro Colombo con Sadat L'Egitto insiste: pericolo per i Paesi mediterranei L'ombra di Gheddafi nei colloqui del ministro Colombo con Sadat Il presidente egiziano è sembrato anche preoccupato per il cambio della guardia alla Casa Bianca - Positiva valutazione dell'iniziativa europea per il Medio Oriente, ma ad una condizione: Camp David non si tocca -1 rapporti bilaterali DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE IL CAIRO — Chiusa soltanto in parte nei palassi sul Nilo e in parte «en plein air... la visita di Einilio Colombo al Cairo ha più di una volta travalicato il riserbo diplomatico, per evocare come un protagonista fantasma nei suoi colloqui con i massimi dirigenti egisiani il colonnello Muhammar Gheddafi. Nei due giorni di incontri, tra sabato e ieri, Anwar Sadat e i suoi ministri non hanno tralasciato occasione per puntare il dito contro il leader di Tripoli. «Credo che Gheddafi tenti di esportare la sovversione in tutto il Mediterraneo, anche in Italia, direttamente. La Libia ha duemila chilometri di coste nel cuore del Mediterraneo, immediatamente a Sud della penisola italiana... ha detto il presidente egiziano, rispondendo ad una precisa domanda in proposito, riprendendo cosi il di'.orso sulla Libia avviato i' giorno prima dal suo ministro degli Esteri. Hassan Ali. che sollecitato da un giornalista aveva chiesto ai Paesi europei «il blocco delle forniture di armi sofisticate» all'esercito libico. Riposato, elegante nel doppiopetto di panno blu. Sadat si è presentato ai giornalisti ieri pomeriggio, nel giardino della sua residensa dì El Gisa. accompagnando il ministro degli Esteri italiano. Con lui aveva discusso fino a qualche istante prima, durante oltre un'ora, sulla necessità di colmare rapidamente il vuoto creato nella inisiativa politica in Medio Oriente dal cambio di amministrasione allu Casa Bianca. La missione affidata dai Dieci della Comunità europea al ministro degli Esteri olandese, per ricercare una base d'accordo tra i Paesi arabi, è stata quindi salutata con soddisfazione al Cairo. Ma ad una condisione secca: l'intesa di Camp David non si tocca. E' meglio per tutti, anche per gli europei, che'dopo l'Egitto sono in prima linea di fronte a quella che Sadat ha definito «una zona incandescente». E' in questa logica che gli egisiani respingono la «opzione giordana», cioè la federasione con il regno hascemita dei territori a Sud del Giordano una volta restituiti ai palestinesi, che recentemente Henry Kissinger ha ini'ece caldeggiato. Accolto con estrema deferenza ed attenzione. Colombo si è mostrato sostanzialmente d'accordo con Sadat e gli altri interlocutori egiziani nel valutare pericolosa la catena di «punti deboli^ innescata dal conflitto tra Etiopia ed Eri trea nel Corno d'Africa, e proseguita poi con le crisi nei due Yemen, con l'intervento soi'ie tico in Afghanistan ed ora con l'ingresso dei carri armati di Tripoli nel Ciad. Gli Stati Uniti, il nuovo presidente, devono rendersi conto dell'entità di tali problemi, è stata la conclusione comune. Con Hassan Ali. con il incario di Sadat, Hosni Mubarak, il nostro ministro degli Esteri ha convenuto che la questione del Ciad può essere risolta dall'Organizzazione degli Stati africani. Anche sugli insediamenti agro-militari israeliani in Cisgiordania e a Gaza (oltre 120. ormai, sparsi sulla metà circa dei territori occupati da Tel Aviv nel '671 e sull'annessione da parte israeliana della zona orientale di Gerusalemme, i punti di vista sono risultati affini. E' sull'atteggiamento da tenere nei confronti della Libia che gli egisiani hanno voluto marcare ì toni, uscendo allo scoperto e dichiarando in pubblico giudizi ed intensioni che probabilmente non avevano trovato sufficiente spasio nei colloqui protocollari. Colombo ha smentito di aver negato vendite di armi italiane a Tripoli, come gli facevano invece dire ieri i giornali del Cairo. Ma Sadat ha insistito sul tema libico, affermando davanti a noi che Gheddafi deve andarsene da N'Djamena e che, se protrerà a rivolgere i suoi cannoni contro il Sudan, si trotterà a combattere con l'Egitto. Il timore che Ronald Reagan riconduca gli Stati Uniti a valutare la situazione internazionale attraiyerso l'ottica bipolare, secondo la tendenza tradizionale dei republicani. sembra indurre l'Egitto (ma non esclusivamente l'Egittoi a trovare il massimo delle alleanze possibili in Europa. In questo quadro, è stato naturale intensificare i rapporti già stretti con l'Italia. Colombo ha garantito il rifinansiamento biennale di una linea di credito per 100 milioni di dollari all'anno, a favore delle nostre esportazioni: ed ha predisposto un accordo di assistensa tecnica e professionale all'Egitto per la durata di 3 anni. Icolloqui cominciati ieri a Roma tra una delegazione economico-commerciale giunta dal Cairo e gli italiani li renderanno operativi. Livio Zanotti