BORSE ECONOMIA E FINANZA di Eugenio Palmieri

BORSE ECONOMIA E FINANZA Pensioni in ritardo, disguidi e un passivo di 17 mila miliardi nell'81 II gigante Inps è malato grave Il neo presidente Ravenna: «Occorrono due anni per una pratica che richiede due ore di lavoro» - Servirà a qualcosa la prevista assunzione di 10 mila impiegati? - Intanto tra i partiti si accendono dispute che potrebbero bloccare la mini-riforma ROMA — Pensioni, croce e delizia del sistema economico italiano. Ad una notizia buona se ne aggiungono subito due di segno contrario. Nei giorni scorsi il Senato ha dato via libera al disegno di legge sulla miniriforma del sistema pensionistico, ora all'esame della Camera per l'approvazione definitiva (i punti principali sono sintetizzati nella tabella! e già si prevede un duro scontro tra le forze politiche della maggioranza. Ad innescare la miccia è ancora una volta il segretario del psdi. Longo, il quale ieri ha detto a Forlani che nel dibattito parlamentare i socialdemocratici riproporranno il problema della trimestralità della scala mobile a favore dei pensionati: «Riteniamo che il provvedimento vada adottato subito senza ulteriori indugi». Ma si sa come i repubblicani accolsero a suo tempo le proposte di Longo: con un netto rifiuto, accusandolo di facile demagogia, in quanto le casse dello Stato sono già abbastanza dissestate per sopportare oneri cosi gravosi, senza contare che l'inflazione troverebbe nuova esca e quindi annullerebbe in poco tempo gli eventuali aumenti con una dilatazione del deficit pubblico. Nella mini-riforma approvata dal Senato la questione non viene affrontata ed è verosimile die la sua riscoperta fornirà elementi di tensione nel quadripartito dove certo non mancano gli attriti e i contrasti sulla politica economica. Resta poi da ridare un minimo di efficienza all'Inps. Ma le forze politiche non sembrano farsene carico: soltanto il neo-presidente, Ruggero Ravenna, lancia continui e inascoltati messaggi di salvataggio. E'stato proprio Ravenna ieri, in occasione di un convegno organizzato dal Crei, a fornire le cifre di un vero e proprio sfascio: l'iter di percorrenza di una pratica negli uffici Inps non è ìnediamente inferiore ai due anni, mentre il tempo di lavoro effettivamente necessario per sbrigarla non supera le due ore. La mini riforma cerca in qualche modo di porre riparo ai ritardi e alle lungaggini consentendo, in pratica, l'assunzione di die- cimila persone. Ma il nodo non è costituito soltanto dall'organico: ci sono da rivalutare le condizioni professionali e finanziarie del mega-ministero previdenziale. Secondo alcuni esperti non è con un accrescimento del numero degli addetti, pure necessario, che si rimedia alle carenze dell'istituto. «Non si è riusciti a rompere — ha precisato Ravenna — il vecchio criterio burocraticoministeriale e a premiare adeguatamente la professionalità». L'introduzione dell'elettronica ha avuto un effetto dirompente sulla xiecchia struttura senza però prefigurarne una nuova. E oggi l'Inps non è in grado di far funzionare adeguatamente il centro meccanizzato: i tecnici qualificati fuggono nelle imprese private dove guadagnano quattro volte di più. Con 46.000 miliardi di deficit previsti per V83 (quest'anno saranno circa 17.000) e una inefficienza quasi costituzionale l'Inps si aviHa alla paralisi. La mini riforma e gli aggravi che si profilano iwono su un meccanismo inceppato per cui prima di avere pensioni in tempi umani bisognerà attendere ancora molto tempo. E'il parere degli stessi esperti, i quali sottolineano come la mancata riforma dell'unificazione del versamento dei contributi stia producendo danni molto seri. Il cumulo dei disa- iwnzi è divenuto una montagna nel settore degli autonomi e in particolare dei coltivatori diretti, per clientelismo politi¬ co trattati sempre con i guanti bianchi: ma anche degli artigiani e dei commercianti: con i 3800 miliardi di quest 'anno si arriva a 18.200 miliardi, un «buco» di proporzioni enormi che non può essere certo colmato con la «solidarietà» delle altre categorie. Quest'anno. poi, vanno spuntando disavanzi anche nelle gestioni dei lavoratori dipendenti per motivi diversi. Il loro fondo risente della stagnazione occupazionale, delle evasioni contributive. La cassa integrazione, un meccanismo di salvataggio pubblico più che previdenziale, graverà sull'Inps con un forte disavanzo. E cosi per la gestione dell'indennità ai disoccupati. In assenza di una volontà politica in grado di rimettere ordine nella giungla pensionistica e di risanare il dissesto dell'Inps, sembra quanto meno prematuro sostenere che presto i pensionati non faranno più la fila o che la questione pensioni si risolva solo con modesti aumenti. Eugenio Palmieri

Persone citate: Forlani, Longo, Ruggero Ravenna

Luoghi citati: Ravenna, Roma