Minaccia di chiudere per i danni del maltempo il celebre Conservatorio Santa Cecilia a Roma

Minaccia di chiudere per i danni del maltempo il celebre Conservatorio Santa Cecilia a Roma Impraticabile da mesi un intero piano: mancano 600 milioni per evitare la rovina Minaccia di chiudere per i danni del maltempo il celebre Conservatorio Santa Cecilia a Roma DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — A causa del maltempo e della burocrazia il Conservatorio di Santa Cecilia, una delle istituzioni culturali più importanti del Paese e famosa in tutto il mondo, rischia la totale paralisi delle attività didattiche e artistiche. Ogni settimana i suoi 1500 allievi perdono già 1200 ore di lezione. E non è un fatto di questi giorni: dura dalla fine dell'ottobre scorso, quando un temporale provocò infiltrazioni d'acqua nel tetto e nelle strutture murarie superiori facendo crollare buona parte dei controsoffitti in quasi tutti i locali del terzo piano. Qui è situato il 50 per cento delle aule (negli altri piani i locali sono adibiti quasi tutti a uffici). «Anziché attendere pusswamente gli eventi, ho subito fatto intervenire i vigili del fuoco — ha raccontato il maestro Giorgio Cambissa. direttore generale del Conservatorio romano —. Al termine del sopralluogo tutto il terzo piano è stato dichiarato inagibile. All'improvviso ci siaino cosi trovati privi di 21 aule. Con qualche acrobazia organizzativa siamo riusciti a mantenere qualche frammento di insegnamento, ma il resto ha dovuto essere sospeso. In seguito, cinque aule sono state reperite nel vicino istituto San Giacomo e qualche altro locale piuttosto ridotto è stato trovato presso l'Istituto per i ciechi in via Odescalchi. Ma è appena una goccia di quanto avremmo bisogno». Dopo il fatto, il Genio civile (una sezione speciale del Provveditorato alle Opere Pubbliche) è intervenuto con un primo stanziamento di 100 milioni e uno successivo di 200. «Con queste cifre però si potrà ristrutturare soltanto un terzo dell'ultimo piano — prosegue il maestro Cambissa —. Per completare l'opera sarebbero necessari altri 600 milioni. E anche se questi fossero messi a disposizione immediatamente, cosa che la proverbiale lentezza della burocrazia rende ben poco probabile, i lavori non terminerebbero comunque prima del prossimo Natale». I 600 milioni mancanti dovrebbero venire dal ministero della Pubblica Istruzione, che però ha già fatto sapere di non averli: i fondi disponibili nei piani di finanziamento dell'edilizia scolastica sono esauriti e bisogna quindi aspettare che il Parlamento rifinanzi la legge. «Per affrontare l'emergenza — spiega la professoressa Adriana Pannella. del consiglio di direzione — dal Ministero ci hanno offerto la possibilità di prendere in affitto dei locali. Ma dobbiamo trovarceli da soli, e con un canone annuo che non superi i 1S milioni. Per impegni superiori è infatti indispensabile il parere preventivo del Consiglio di Stato. Dove trovare questi locali nelle immediate adiacenze e a queste condizioni?». Dal Conservatorio sono partiti allora appelli agli enti locali, affinché prendano a cuore le sorti di una fra le più antiche e prestigiose istituzioni musicali e culturali romane. La legislazione vigente impedisce però a questi enti di intervenire direttamente con finanziamenti. La direzione del Conservatorio ha allora lanciato un appello urgente al Parlamento affinché approvi in tempi brevi una legge che preveda un finanziamento speciale per l'acquisto di una nuova sede. Ma nessuno è propenso a credere che l'iter di una simile proposta di legge — posto che venga subito presentata — risulti adeguato all'urgenza e alla drammaticità della situazione. Di qui la minaccia delle azioni concordate fin dal no¬ vembre scorso Ira il collegio dei docenti, gli allievi e i loro genitori: se le autorità continueranno a latitare, si arriverà al blocco di ogni atti vita. I mali del Conservatorio di Santa Cecilia non sono soltanto questi e hanno radici antiche. Da anni le strutture stanno letteralmente scoppiando. Gli allievi sono circa 1500. troppi per un solo Conservatorio, e ogni giorno la direzione deve respingere centinaia di richieste d'iscrizione provenienti da tutto il mondo. «Sarebbe prestigioso e utile per il nome dell'Italia all'estero avere allievi stranieri — dice il maestro Cambissa — ma se li accogliessimo dovremmo rifiutare altrettanti allievi italiani. I corsi più frequenta¬ ti sono sempre quelli di pianoforte, chitarra e flauto. Per quest'ultimo la spinta esercitata dal inrtuosismo e dalla bravura di Severino Gazzelloni ha giocato un ruolo determinante». L'intervento delle autorità è necessario anche per adeguare le strutture alle esigenze di un Conservatorio che voglia mantenersi al passo con i tempi. «Le aule sono anguste e sorde — denuncia il maestro D'Amato, del consiglio di direzione —. l'ampiezza acustica è insufficiente e tale da danneggiare la stessa possibilità di apprendimento dello studente. Non esistono una nastroteca e una discoteca. Non ci sono aule dove gli studenti possano riunirsi».

Persone citate: D'amato, Giorgio Cambissa, Santa Cecilia, Severino Gazzelloni

Luoghi citati: Italia, Roma