OSSERVATORIO di Mario Ciriello

OSSERVATORIO OSSERVATORIO Sterlina superstar A prima vista, sembra il «teatro dell'assurdo». Su quest'isola, ansimante sotto il peso crudele di mali economici antichi e nuovi, sventola gioiosa e arrogante una bandiera che non sfoggia i colori nazionali ma la firma del Chief Cashier. il cassiere capo, della Banca d'Inghilterra. Questa bandiera è la sterlina. Dopo anni di languori e di deliqui, la moneta di Londra ha rafforzato le posizioni conquistate nel 1980 e adesso è tra le stelle più luminose del firmamento valutario. Lo è fin troppo perche, come ogni successo, anche questo ha i suoi svantaggi. Il cambio medio ponderalo del pound sterling, ovvero il cambio rispetto a un paniere di altre undici valute, è salito in quattro anni da 70 a quasi 80. mentre quello della lira è calato, nel medesimo periodo, da 65 a 55. In queste prime settimane di gennaio, si sono toccati nuovi pinnacoli. Ieri, una sterlina valeva 2 dollari e 41 cents. 2.300 lire italiane e quasi 5 marchi tedeschi: un record, quest'ultimo, non sfiorato da oltre un lustro. Il mondo ha fiducia nella moneta di Londra, una fiducia che pareva svanita da tempo. E qui sorge la domanda: da cosa scaturisce tale fiducia, visto che il futuro dell'economia britannica è tuttora nebuloso? Questa nuova gagliarda sterlina poggia su quattro colonne: il petrolio del Mare del Nord, la caduta dell'inflazione, i tassi d'interesse e la ferrea politica di Margaret Thatcher. Il petrolio offre una «garanzia» finanziaria tangibile, è oggi la ricchezza più invidiata. La caduta dell'inflazione è una brillante Success Story. Il ritmo di ascesa dei prezzi è calato in soli otto mesi dal 22 al 15 per cen¬ to, e continua a calare. Giù entro il 1981. sarà inferiore al 10 percento. I tassi d'interesse sono diminuiti dal 17 per cento di alcuni mesi fa a un più ragionevole 14. con la quasi certezza di un ulteriore ribasso prima dell'estate: ma continuano ad attrarre fondi stranieri. Infine la strategia thatcheriana. una strategia che può essere accusata di molti peccati — primo fra tutti, di eccessiva indifferenza verso i patimenti e i sacrifici inflitti alla popolazione — ma non certo d'incoerenza e d'incostanza. Maggie ripete e ricorda: «lo ho due obiettivi: eliminare l'inflazione dal sistema economico e rendere l'industria veramente competitiva ■>. Ma riunscirà il premier nella sua impresa? E a questo interrogativo se ne agganciano mille altri. Come può la già debole industria inglese competere sui mercati mondiali sotto il peso di una sterlina tanto irruente? Per Margaret Thatcher questa «difficoltà» è un altro pungolo a produrre meglio, a ridurre le spese e le maestranze inutili: ma frattanto chi ne gode sono gli esportatori stranieri, che invadono quest'isola con le loro merci. Per questi e altri motivi, come il previsto calo nei tassi d'interesse, la sterlina nei prossimi mesi si assesterà a una quota meno vertiginosa. Se alla fine la «terapia Thatcher» fallirà, bisognerà riesaminare tutto, economicamente e politicamente. Quella vigorosa sterlina non deve trarre in inganno. Qualche luce s'intravede, ma la scena resta oscura. I disoccupati sono due milioni e duecentomila e diverranno forse tre: la moria delle aziende continua. Mario Ciriello

Persone citate: Margaret Thatcher, Thatcher

Luoghi citati: Londra