Ministri e servizi segreti saranno sentiti per l' intervista di Pertini sul terrorismo

Ministri e servizi segreti saranno sentiti per l' intervista di Pertini sul terrorismo I sospetti del Capo dello Stato su collegamenti con Paesi esteri Ministri e servizi segreti saranno sentiti per l' intervista di Pertini sul terrorismo Lo ha deciso il Comitato parlamentare per la sicurezza - Polemica tra il socialista Cipellini e i comunisti - Presentate interpellanze alla Camera sulle dichiarazioni del Presidente della Repubblica al Figaro ROMA — Interrogazioni in Parlamento, commenti polemici su quasi tutti i quotidiani di partito, dichiarazioni di politici e, infine, riunione del Comitato parlamentare per il controllo dei servizi di sicurezza. I sospetti del presidente Pertini (espressi in una intervista alla Tv francese) circa collegamenti del terrorismo italiano con l'Urss hanno provocato ieri scompiglio nel mondo politico romano e notevole imbarazzo negli ambienti del governo e al ministero degli Esteri. Da tempo alcuni democristiani e socialisti in particolare non escludevano il sospetto che le Brigate rosse potessero essere una organizzazione manovrata dall'Unione Sovietica. Ma mai tale voce aveva avuto conferma. Il governo, non avendo elementi di prova, aveva sempre smentito fermamente, ben sapendo che ne poteva altrimenti scaturire un serio incidente diplomatico. E' vero che il Presidente della Repubblica ha accennato all'Urss solo in modo indiretto, ma il prestigio dell'uomo e della sua carica hanno attribuito ai suoi sospetti un rilievo mai dato sinora a tali voci. Tanto più che Pertini è ritornato ieri sull'argomento con una intervista al quotidiano parigino «Figaro», e poi nell'incontro che ha avuto al Quirinale col presidente francese Giscard d'Estaing. Pertini evidentemente vuole che si approfondisca l'argomento, pur se è apparso chiaro che ha lanciato sospetti verso l'Urss anche per invitare la Francia a vigilare meglio sulle ramificazioni del nostro terrorismo sul suo territorio. Che sia fatta finalmente chiarezza ieri lo chiedevano tutti, comunisti in testa. In mattinata si è riunito il Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza — presidente il de Pennacchini. vicepresidenti Pecchioli (pei), e Cipellini (psi) — dove i membri comunisti hanno chiesto che venissero immediatamente discusse le dichiarazioni del Presidente della Repubblica. Il vicepresidente socialista Cipellini si è opposto, ma invano. Allora ha lasciato per protesta la riunione, dopo che erano stati ascoltati il ministro della Giustizia Sarti e il ministro delle Finanze Reviglio. -Sarti a molte domande ha detto di essere all'oscuro di tutto— ha rivelato Cipellini —. Ciò è molto grave. Informerò subito il mio partito perché comunichi tutto al Presidente della Repubblica». Al termine il Comitato ha reso pubblico questo comunicato che suona smentita ai sospetti di Pertini: dalle audizioni sinora eseguite -sono emersi collegamenti fra organizzazioni terroristiche operanti in diversi Paesi ma non elementi che possono comprovare collegamenti del terrorismo italiano che coinvolgano Stati esteri. Tuttavia, in presema delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Repubblica, il comitato ha deciso di ascoltare al più presto i ministri competenti insieme ai direttori dei servisi, per ulteriori accertamenti in proposito-. A questo punto, come rivela il comunicato, una indagine è stata avviata, e molto probabilmente sarà necessario un dibattito parlamentare per cercare di fare un po' di chiarezza. E' quanto chiedono i partiti (pei. pli, pdup, dp) che hanno presentato ieri interpellanze ed interrogazioni sui sospetti di Pertini. Lunga ed articolata è l'interpellanza comunista, firmata dal presidente e dal vicepresidente del gruppo alla Camera. I comunisti chiedono con una vena di incredulità a Forlani se il testo dell'intervista di Pertini è autentico, quali sono gli elementi nuovi in possesso del governo, e perché non li comunica al Parlamento se li ha. Ci precisava l'on. Di Giulio: -Ricorrerebbe il reato di alto tradimento se esponenti del governo fossero a conoscenza di collegamenti con Stati esteri e non ne informassero il Parlamento-. ISAvanti! di oggi interviene per sostenere che i sospetti di Pertini sono condivisi da altri capi di Stato e che -occorrerà scavare sema reticenze e superficialità-. Stessi concetti li esprime l'Umanità, quotidiano socialdemocratico. Il segretario socialista. Craxi, al termine della direzione del suo partito, ha detto che Pertini «ha riesposto un punto di vista che alleva già esposto altre volte-. Cauti sono apparsi, per il momento, i democristiani. L'on. Galloni ha detto al pei: «Non si può applaudire il Pertini del terremoto, per criticarlo quando parla di eventuali responsabilità dei Paesi dell'Est-, Alberto Kapisarda

Luoghi citati: Francia, Roma, Unione Sovietica, Urss