Con i carabinieri durante la retata

Con i carabinieri durante la retata Un cronista al seguito delle pattuglie Con i carabinieri durante la retata Come reagisce la gente in strada e nei bar - Perplessità, ostentazione, paura Abbiamo voluto vedere co me reagisce la gente alle retate. Un cronista ha seguito una pattuglia dei carabinieri impegnata, l'altra sera, nel quartiere Mirafiori Sud e nel confinante Borgo San Pietro di Moncalieri. L'operazione è la prima di una serie che il Comando Gruppo dell'Arma ha predisposto per controllare, periodicamente, tutta la città. «Non partiamo certamente con l'idea di poter catturare, in questo modo, pericolosi ricercati, anche se potrebbe succedere — spiega un ufficiale — è importante però che la gente veda, senta la nostra presenza, specialmente in quei quartieri più esposti alla delinquenza». Alla retata partecipano gruppi di militari di ogni reparto dell'Arma: nucleo informativo, operativo e radiomobile; militari del battaglione e delle compagnie di Mirafiori e Moncalieri (in città esistono altre due compagnie territoriali: l'.Oltredora» con competenza sulla zona Nord di Torino e la «San Carlo» per il centro). In tutto una cinquantina di uomini con 15 auto. Vengono sistemati posti di blocco alle vie di accesso e d'uscita della zona interessata e si perquisiscono locali pubblici, auto, luoghi sospetti. La prima zona a subire questi controlli è stata teatro alcuni giorni fa di un terribile fatto di cronaca: un gioielliere ucciso da minorenni, in via Monastir, per una rapina di poche lire. E proprio in via Monastir, la pattuglia che seguiamo fa irruzione in un bar. I clienti sono tutti giovanissimi, alcuni giocano a carte e altri sono impegnati al flipper mentre nel locale si diffondono le note dell'ultimo successo di Rod Stewart. Si atteggiano tutti a «duri» e si prestano malvolentieri alla perquisizione. Occhiate quasi di disprezzo per il militare impegnato nell'operazione, sorrisetti ironici verso gli amici, passi forzatamente lenti per ostentare una calma che, in realtà, non c'è. I documenti vengono raccolti da un ufficiale che trasmette i dati alla centrale radio. L'attesa è lunga perché, contemporaneamente, confluiscono anche i dati delle persone fermate dalle altre pattuglie. C'è chi chiede di telefonare per informare del contrattempo la famiglia o gli amici. Arriva lina donna in pantofole, vede il figlio fra i militari e urla: «C/ie figura, senza documenti, cosa hai combinato?». Il ragazzo la tranquillizza, imbarazzato. Un altro, che sembra dimostrare non più di 15 anni, si avvicina ad un carabiniere e chiede se può tor¬ nare a casa: «Sa, sono in permesso dal riformatorio — dice —. Devo rientrare-ogni sera entro le22». Due giovani che risultano ricercati vengono caricati sulla gazzella e portati in caserma. Altri due, poco distante, sono sorpresi su un'auto rubata: verranno denunciati a piede libero perché è trascorsa la flagranza del furto. Una 1750 sbuca dall'angolo della strada, si blocca cerca di invertire senso di marcia. Una gazzella la insegue, la ferma in via De Maistre. Sono tre musicisti, quello che guida è senza patente. «Ho il foglio rosa — si giustifica —, ma l'ho dimenticata a casa». Viene invitato a presentarsi il giorno dopo in caserma. E cosi per tutta la sera fin dopo l'una.

Persone citate: Rod Stewart

Luoghi citati: Moncalieri, Torino