I nodi dei rapporti italo-francesi nei colloqui tra Giscard e Forlani

I nodi dei rapporti italo-francesi nei colloqui tra Giscard e Forlani Il ruolo dei due Paesi nella politica europea e mondiale I nodi dei rapporti italo-francesi nei colloqui tra Giscard e Forlani Ieri sera il primo incontro - Punto di riferimento è stato la telefonata di Reagan ai capi di Stato e di governo alleati - I rapporti Est-Ovest e gli interessi di Parigi e Roma in Africa - Oggi l'ospite sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Pertini e dal Papa ROMA — In poche ore. Giscard D'Estaing affronta tra Palazzo Chigi e il Quirinale i nodi dei rapporti italo-francesi. Nessuno si attende colpi di scena; tuttavia, con Forlani ieri sera subito dopo l'arrivo e stamattina nei colloqui allargati ai ministri degli Esteri, quindi durante la colazione privata che Pertini offre all'ospite alle 13. il linguaggio prescelto è quello della franchezza. Il presidente francese non ha rinunciato al suo progetto europeo, che attribuisce al vecchio continente una presenza attiva negli affari del mondo. L'Italia è interessata a conoscere quale spazio le verrebbe riservato in tale progetto. Giscard è giunto con l'aereo presidenziale all'aeroporto di Ciampino. puntuale sull'orario previsto. Il cielo limpido della capitale era ormai già buio. Ad attenderlo ha trova- to Forlani. con il quale ha scambiato un caloroso saluto. Trattandosi di una visita di lavoro, il cerimoniale si è però rapidamente esaurito e il nostro presidente del Consiglio ha accompagnato l'ospite all'automobile che seguita da un corteo lo ha condotto a Villa Madama. Durante la cena, alla quale hanno preso parte anche il sottosegretario agli Esteri francese Pierre Bernard Raymond e il ministro Colombo, c'è stato un avvio informale delle conversazioni. Forlani ha fatto cenno alla telefonata ricevuta nella serata di ieri l'altro dalla Casa Bianca. Per una mezz'ora. Ronald Reagan gli ha parlato della sua intenzione di intensificare i rapporti con gli alleati europei. Il presidente americano ha chiamato anche Giscard e gli altri capi di Stato e di governo occidentali, per esprimergli identica volontà. La sua lontana presenza ha cosi inaugurato questi discorsi romani, nei quali i programmi di rilancio dell'iniziativa statunitense costituiscono un punto di riferimento costante. Insieme al futuro prossimo della comunità dei «Dieci», che si appresta ad affrontare un anno particolarmente difficile. Nei rapporti Est-Ovest, la Francia assai più dell'Italia preme per mantenere e possibilmente accentuare una relazione permanentemente negoziata con Washington. Di fronte alle incognite della nuova amministrazione americana, la cui azione si preannuncia però ben più decisa di quella condotta precedentemente da Carter. Parigi è interessata adesso ad ottenere la maggiore comprensione ed adesione dell'Italia. Ma non risulta chiaro se in cambio offre un'attenzione negataci in passato, tanto nell'ambito comunitario quanto nel concerto delle grandi potenze industriali. L'approssimarsi delle elezioni in Francia e i suoi problemi in Africa rendono comunque particolarmente sensibile Giscard. Gheddafi. la politica di espansione dell'influenza libica nel Nord e nel Centro africani legata al suo nome, costituiranno un altro tema obbligato dei colloqui. I rapporti con gli uomini del Comitato generale del popolo, il governo di Tripoli, non sono facili per nessuno. Il ministro Colombo e prima di lui Forlani. adesso il titolare del nostro Commercio Estero. Manca, appena rientrato da Tripoli, li hanno tuttavia ricondotti alla normalità. L'Italia ha la possibilità di inserirsi nella gara internazionale per i 60 mila miliardi di lire di commesse, con le quali il governo libico intende ammodernare il Paese prima di esaurire le ricchezze petrolifere. La Francia non è meno interessata di noi alla costruzione di acquedotti, impianti di pompaggio, stabilimenti siderurgici, petrolchimici e meccanici, infrastrutture commerciali programmate da Gheddafi. Una sua compagnia petrolifera, la «Elf-Aquitaine». a capitale di Stato, ha già ottenuto lo sfruttamento di alcuni giacimenti nel Sahara algerino. Ma le vicende politico-militari nel Ciad si incuneano come una spada di Damocle nei rapporti tra Parigi e Tripoli. Gheddafi parla di unificazione con un Paese che rappresenta una delle chiavi di volta del continente nero e dove un migliaio di fanti di marina sono andati di recente a rafforzare il contingente di «para» acquartierato aBangui. La delicatezza del momento avrebbe suggerito, secondo il quotidiano francese «Le Monde», una prudenza tale da indurre il governo di Parigi a sconsigliare italiani e tedeschi federali dal ricevere in visita prossimamente Gheddafi. Ma il turbinio di polemi¬ che sollevate da tale iniziativa è risultato a tal punto pericoloso da far dichiarare al ministro degli Esteri. Francois Poncet. a Bruxelles che ciascun membro della Comunità europea si regolerà come meglio riterrà opportuno. Giscard dirà quali sono le intenzioni francesi in Africa (i suoi portavoce vi hanno già alluso, appena arrivati a Roma), se intende portare avanti o meno con spirito esclusivo l'asse preferenziale con Bonn. Il governo italiano, il presidente Pertini replicheranno di conseguenza. . . . „ Livio Canotti