Fiat difficile di Renzo Villare
Fiat difficile Fiat difficile (Segue dalla l'pagina) ga e difficile vertenza sindacale, il presidente della Fiat cosi prosegue: «Il suo esito va molto al di là di un semplice episodio di adeguamento della struttura produttiva alle esigenze del mercato. Essa ha dimostrato, in modo tangibile, che recuperi di produttività, anche importanti, sono ancora possibili nel nostro Paese, pur adottando soluzioni che comportano per i lavoratori maggiori garanzie di quelle sperimentate altrove. Ha altresì dimostrato che la grande maggioranza dei lavoratori e i quadri dell'azienda non hanno alcuna intenzione di lasciarsi trascinare nel gioco perverso dello sfascio del Paese-. «L'azienda — sostiene Agnelli — è uscita da questa esperienza rafforzata, più unita, con una ritrovata etica 'del lavoro, quella che ha costituito da sempre il patrimonio più prezioso della Fiat. Questo fatto e il rinnovato consenso del mercato verso nuovi prodotti, frutto del grande sforzo operato negli ultimi anni in termini di innovazione, ricerca e tecnologia, ci consentono di tracciare un bilancio del 1980 in cui a risultati economici ancora insoddisfacenti, fanno da contrappunto solidi programmi di rilancio». Analizzando le previsioni per l'anno appena iniziato. Agnelli scrive che «anche per il 1981 il contesto in cui ci troveremo ad operare sarà difficile. Proprio per questo, il nostro impegno per i ricuperi dì efficienza, nei campi sotto la nostra responsabilità, non potrà avere il minimo cedimento. Non abbiamo ancora perso la speranza che anche dall'esterno dell'azienda vi siano quella collaborazione e quegli appoggi che, sinora, abbiamo solo ritrovato nelle promesse. Ma l'esperienza ci ha indicato — scrive ancora Agnelli — che l'intervento statale, mentre in altri Paesi è di sostegno e supporto alle aziende nostre concorrenti, in Italia, invece, è troppo spesso penalizzante nei nostri confronti. Ed i piani, di settore, i contributi all'innovazione e tutte quelle misure che dovrebbero consentire all'azienda di competere ad armi pari con le altre Case, rimangono sulla carta, senza alcuna decisione da parte del Governo-. «Pertanto — afferma il presidente della Fiat — è necessario fare assegnamento innanzitutto sulle nostre forze nei limiti consentiti da un'eventuale assenza di intervento pubblico del quale hanno beneficiato e beneficiano le Case concorrenti. In questa prospettiva siamo certi che il programma che abbiamo tracciato rappresenti una strada valida per uscire dalle difficoltà-. Concludendo la sua lettera agli azionisti. Agnelli scrive che l'aumento di capitale in corso di realizzazione e che, come annunciato al Consiglio d'amministrazione, si sta svolgendo con pieno successo «permette di avere le risorse finanziarie necessarie per portare avanti i nostri programmi. Siamo fermamente intenzionati ad impiegare tali risorse nella maniera più proficua per l'azienda e dunque per i suoi azionisti-. Renzo Villare
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