Amara giornata dello spazzino

Amara giornata dello spazzino Piccola inchiesta sulla sporcizia che deturpa la metropoli Amara giornata dello spazzino Una fatica da Sisifo annullata dall'inciviltà della gente - In un solo quartiere, Borgo Vittoria, 37 discariche abusive - «I torinesi dicono che non vi si vede mai» - «E' falso; il fatto è che disprezzano noi e il nostro lavoro. Siamo mal pagati, esposti a tutte le intemperie e alle infezioni» - La sosta al bar Le sei di mattina, la notte filtra già qualche chiarore, il cielo, di questo strano ed imprevedibile inverno, è terso, ventoso. La città si sta appena svegliando, mentre gli spazzini, gli uomini a cui è affidato il primo maquillage di strade e piazze, sono già al lavoro: devono pulire ciò che gli altri hanno sporcato e che il vento ha sparpagliato. Come lo fanno? E' vera la voce popolare che li def finisce « scansafatiche ed assenteisti-? Ne abbiamo seguito alcuni, Incontriamo il primo in via Lemie a Borgo Vittoria, un quartiere diviso in nove zone affidate ad altrettanti netturbini dell' Amrr. Lavora di lena, anche — confida — per non sentire il freddo pungente. -A quest'ora — dice — si va bene. Non c'è molta gente per le strade, i negozi sono ancora chiusi. Guardi come è pulito. Ma ripassi fra tre ore, probabilmente, e come sempre, sarà tutto da rifare.- E' una prima constatazione di impotenza, ispirata al senso di frustrazione comune a tutti i successivi -operatori ecologici» (come li definisce pomposamente l'Amrr) che incontreremo. Ogni spazzino, con il suo triciclo giallo, un po' sghembo per il sacco portarifiuti posto sulla parte anteriore che ne sbilancia la sagoma, ha un itinerario fissato dall'azienda: in media cinque chilometri di vie, corsi, piazze e giardini che deve pulire e controllare in sei ore e mezzo, dalle sei alle 13. con 30 minuti di pausa fra le 9,30 e le 10. Una fatica di Sisifo, annullata dal gesto maleducato di qualche massaia, che dal balcone scuote stracci e tappeti in strada, del negoziante che pulisce il marciapiede senza tener conto di norme che gli imporrebbero di trasportare il pattume negli appositi cestelli. In via Bongiovanni, al limitare dei campi, ore 9. Il netturbino è — sconsolato — di fronte a una discarica abusiva. C'è di tutto, dai calcinacci di una casa in costruzione, alla tappezzeria di qualche al: loggio rimesso a nuovo, a siringhe e sacchetti di plastica colmi di pattume. Dice: -Adesso telefono all'azienda*. Azzardiamo: -Forse se ci fossero maggiori controlli»... ma lui interrompe con foga: -Come si fa? Qui nasce tutto in una notte. Ieri era pulito, oggi è un porcile. In borgo Vittoria ci sono 37 discariche abusive, l'azienda le smantella ed il giorno dopo siamo da capo. Dovrebbero intervenire i vigili, ma chi li vede mai?-. «E' la stessa accusa che fanno anche a voi». Replica con irruenza: -Certo, se state a dar retta ai maleducati, a quelli che sporcano pensando che a loro sia tutto dovuto, a coloro che ci considerano servi. Siamo lavoratori come gli altri. Eppure, ci pensi bene, forse anche lei quando sgrida suo figlio, magari perché studia poco, gli dice: attento, diventarai un asino, andrai a fare lo spassino-. Aggiunge: -Questa è la mentalità: la città è sporca? E' colpa degli spazzini. Ci sono i sacchetti di plastica che svolazzano per il vento? Subito c'è chi domanda: "Ma che fanno gli spazzini?". Ebbene, lavoriamo, lavoriamo sodo, e siamo malpagati, rimamaniamo al freddo per ore. Scrivetelo dunque: è vero che andiamo al bar a scaldarci, ma nella mezz'ora di pausa. Le percentuali di assenteismo sono basse, dovute soprattutto a malanni delle vie respiratorie. Chi ci ripaga dei bacilli che respiriamo vivendo in messo al pattume?-. Ore 10, via Germagnano 50. sede centrale dell'Azienda raccolta rifiuti. Ci riceve il responsabile della nettezza urbana. Il giro -guidato» comincia nei quartieri Borgo Vittoria e Madonna di Campagna. .Rivedo cose appena viste, risento gli stessi discorsi della prima mattina. L'Amrr conferma: l'assenteismo è basso: il lavoro degli spazzini è spesso frustrato dalla scarsa considerazione dei cittadini. -In genere chi non sporca, chi è attento alle regole della convivensa civile, riconosce molti meriti ai nostri operatori ecologici-. Un esempio? La situazione nei mercati rionali. Sono una rilevante fonte di quella sporcizia, che. quando c'è vento, viene sparsa in tutta la città: sacchetti di plastica e cartacce svolazzanti. Dove gli ambulanti collaborano va tutto bene, dove non puliscono come richiedono le norme municipali, allora la colpa viene scaricata sul parafulmine: lo spazzino naturalmente. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Giuseppe Sangiorgio