La Libia punta a un maggiore volume di scambi con l'Italia di Franco Mimmi
La Libia punta a un maggiore volume di scambi con l'Italia Positivi risultati dei colloqui di Manca a Tripoli La Libia punta a un maggiore volume di scambi con l'Italia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRIPOLI - Tra le cose che il maggiore Jalloud. braccio destro di Gheddafi. ha detto al ministro del Commercio Estero italiano. Manca, vi è stato un rimprovero: l'Italia trascurerebbe la Libia a favore di altri partners. E l'impressione è stata che Jalloud si riferisse soprattutto ad Arabia Saudita e Iraq (mentre ha avuto parole di simpatia per l'Iran). Il discorso riguardava anche il gas naturale, e questo conferma un'analisi economico-politica sulla quale vari esperti del ramo si trovano d'accordo. Da un paio d'anni, dice questa analisi, i grandi esportatori di gas hanno adottato una politica di rialzo dei prezzi nell'intento di agganciarli a quelli del petrolio. A metà del 1980, la Libia è entrata nel gioco. La sua produzione di gas non è grande, e infatti il risultato cui Tripoli punterebbe è soprattutto di prestigio: proporsi come leader di un'organizzazione equivalente a quella che per il petrolio è l'Opec. Un'organizzazione simile avrebbe una composizione assai diversa da quella dell'Opec. in quanto comprenderebbe anche paesi come l'Olanda, il Canada, la Norvegia, l'Urss. E nell'Opec del gas. la Libia potrebbe sottrarsi alla leadership dell'Arabia Saudita, che tenta di riportare il discorso del gas all'interno dell'Opec vera e propria. Dal punto di vista economico, gli osservatori concordano sul fatto che il prezzo del gas, rispetto a quello del greggio, è rimasto indietro, ed è illusorio pensare che possa fermarsi ai livelli attuali. L'Algeria, grande produttore (dalla fine del 1981 dovrebbe fornirne all'Italia 11 miliardi di metri cubi all'anno) non è riuscita a rine goziare i prezzi con due clienti quali Stati Uniti e Francia, e ha sospeso le forniture. Ora la Libia tenta di riaprire il discorso e ha già ottenuto un risultato firmando con la Spagna un accordo di fornitura a un prezzo pari all'82.5 per cento di quello del petrolio. Le previsioni sono che. fatto uguale a zero il prezzo del gas nel 1980 (circa il doppio di quello precedente), gli aumenti applicati al greggio d'ora in poi varranno anche per il gas. Attualmente, a influire sui prezzi è anche la rigidità del mercato. Le forniture sono effettuate per lo più con le pipelincs. strutture fisse che richiedono costosi investimenti e tempo per la costruzione, e ovviamente ciò rende difficile diversificare la clientela: pochi compratori per grandi quantità. Ma molti ritengono che in un futuro non lontano tutte le forme di produzione di energia finiranno con l'avere lo stesso prezzo (riferito naturalmente a quantità di materie prime che sviluppino la stessa quantità di calore). Nel discorso rientra dunque anche il carbone, i cui produttori — oggi corteggiati perchè fornitori di una materia alternativa al petrolio e meno costosa — non dovrebbero tardare a seguire l'esempio dei produttori di gas. Franco Mimmi
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