Solidarietà discute col governo ma non rinuncia alla linea dura di Bernard Guetta
Solidarietà discute col governo ma non rinuncia alla linea dura Oggi sciopero in 4 province, sabato non si lavora Solidarietà discute col governo ma non rinuncia alla linea dura Improvviso colloquio di Walesa con il vice premier Kopec nella capitale dopo un'agitata riunione del sindacato a Danzica - Settimana di 41 ore e mezzo? VARSAVIA — Lech Walesa, accompagnato da membri della commissione nazionale di coordinamento di •Solidarietà» e da alcuni esperti, è giunto a Varsavia per colloqui con il vice primo ministro Kopec, il quale sostituisce Jagielski, ammalato. NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE DANZICA — Le possibilità di circoscrìvere la crisi provocata dalla vicenda della settimana lavorativa di 5 giorni diminuiscono di giorno in giorno. Dopo l'infruttuoso colloquio di lunedì fra rappresentanti del governo e del sindacato indipendente, la Commissione nazionale di coordinamento di « Solidarietà*, riunitasi martedì a Danzica, ha assunto posizioni dure, dopo discussioni aspre e confuse. Questa volta, il movimento ha deciso di invitare a non andare al lavoro sabato prossimo, mentre alla vigilia del 10 gennaio, il sabato dichiarato lavorativo dalle autorità, aveva soltanto annunciato il suo appoggio ai lavoratori che avessero deciso di restare a casa. La prova di forza, che verrà preceduta oggi da uno -sciopero d'avvertimento* di quattro ore nelle province di Danzica, Bydgoszcz, Czestochowa e Kutno è dunque incominciata. Ma questo non significa che ci si avvìi verso lo scontro, in un Paese che incomincia ad abituarsi alle interruzioni del lavoro. Rigida sui prìncipi — rispetto degli impegni assunti in agosto — ma morbida sull'applicazione di questi prìncipi, la Commissione nazionale ha accettato l'idea di rinviare all'anno prossimo la settimana lavorativa di 40 ore e di accontentarsi per quest'anno di 41 ore e mezzo, la cui ripartizione deve essere ancora discussa. Sarebbe cioè una via di mezzo tra la posizione del governo e quella del sindacato. Ma oggi come oggi sembra che il governo intenda dare una dimostrazione della sua autorità ed a saggiare la capacità di mobilitazione del sindacato prima di fare eventuali concessioni. E' un gioco pericoloso, perché la radicalizzazione, costante da agosto a questa parte, si è fatta sempre più forte nelle ultime settimane per tre motivi: innanzitutto, il ritardo nell'applicazione degli accordi di Danzica, soprattutto nell'elaborazione di nuove leggi sul diritto sindacale e sulla censura, sulla fine dei procedimenti per reati d'opinione e sull'accesso ai mezzi d'informazione; poi, l'agitazione dei contadini, incominciata nella regione di Rzeszow, che tende ad estendersi; infine, l'aumento delle richieste di sanzioni contro i responsabili locali corrotti. Più ancora che dalla questione del sabato, la quale accresce la sfiducia dei sindacalisti e degli operai, l'inquietudine ed il nervosismo sono alimentati dai limiti del -rinnovamento*. Per distinguere i problemi, malgrado le riserve di molti delegati i quali vorrebbero invece presentarli come un unico pacchetto, la Commissione nazionale ha chiesto al governo di aprire subito negoziati sulla questione dei sabati, ed entro 15 giorni sugli altri punti. Intanto, le organizzazioni di base di -Solidarietà* sono state invitate a fare il punto sull'applicazione degli accordi della scorsa estate nella loro regione e ad appoggiare i contadini. Bernard Guetta Copyright li' Mondi' i' per l'Italia In Stampa
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