Un po' euforici, un po' straniti gli ostaggi respirano la libertà di Tito Sansa

Un po' euforici, un po' straniti gli ostaggi respirano la libertà L'arrivo a Francoforte fra canti, bandiere, grida Un po' euforici, un po' straniti gli ostaggi respirano la libertà Li hanno accolti l'ex segretario di Stato, Vance, e migliaia di studenti americani Per primo è sceso l'incaricato d'affari Laingen - «Quarantena» (4-5 giorni) all'ospedale militare di Wiesbaden - Visita lampo di Carter, la sua ultima missione DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FRANCOFORTE — Ore 6.30 di ieri mattina alla U. S. Air Base all'aeroporto di Francoforte. E' ancora notte, la luna piena che sta per tramontare si riflette sulla pista sulla quale atterreranno i due «ospedali volanti» C-9 Nightingale che portano da Algeri i 52 ostaggi liberati la sera prima a Teheran. Un altoparlante annuncia «Stanno per arrivare-. Da oriente scende rapido un aereo, ma la folla di giornalisti e teleoperatori che attende da mesi questo momento e che ha trascorso la notte all'addiaccio non si muove. Un paio di minuti dopo, la stessa scena, ma di nuovo nulla accade. Anche i 2-300 ragazzi e studenti americani che sono convenuti per salutare i loro connazionali rimangono calmi. Alle 6.45. dopo che diversi altri apparecchi hanno toccato terra e sono scomparsi nel buio verso l'aeroporto civile, appaiono lontani i fari di un altro aereo. E come per un istinto, per un motivo inspiegabile, dalla folla si leva uno stridulo, interminabile grido di gioia e centinaia di bandierine americane vengono agitate. Sono proprio loro, con il binoccolo si vede la Croce rossa sul timone di coda del primo apparecchio bianco contrassegnato con il numero 10881. che tocca terra alle 6.46 «God Bless America». Iddio benedica l'America, è scritto su uno striscione agitato da un gruppo di studenti americani, alcuni con bambini pie eolissimi sulla schiena, men tre il primo aereo rulla lenta mente verso le tribune. «America. America, Sweet Land of Liberty-. America, dolce Paese della libertà, cantano in coro i ragazzini che hanno avuto un giorno di vacanza. E' la canzone che intonano la mat tina a scuola quando l'alzabandiera segna l'inizio delle lezioni. Da dietro i capannoni arriva un'autocolonna, dalla prima vettura scende l'ex segretario di Stato Cyrus Vance. a capo scoperto nonostante il gelo, che era superiore diretto dei diplomatici di Teheran e che più di ogni altro si impegnò per la loro liberazione. Ore 6.49. Mentre il secondo «ospedale volante» si posa sul campo, si apre lo sportello del primo. Alla luce dei riflettori si legge la scritta in inglese «Benvenuti alla libertà». Quando la prima sagoma umana si presenta in cima alla scaletta, nuove grida stridule e un coro «iu es et». Usa. dei ragazzi americani. Il primo a scendere è Bruce Laingen. incaricato d'affari del l'ambasciata americana a Teheran, il più alto in grado dei diplomatici liberati. Lo seguono una delle due donne, probabilmente Kathryn Koob. poi un uomo anziano con la barba bianca, un giovane che agita freneticamente le braccia, quindi, via. via. gli altri, un po' euforici, un po' inebetiti, non si sa se per la gioia, se per il lungo isolamento o per la stanchezza di un volo in tre tappe (Teheran-Atene-Algeri-Francoforte) durato complessivamente più di 12 ore. Hanno tutti, anche le due donne, le giacche militari foderate con il collo di pelliccia bianco che hanno indossato durante l'ultima tappa. Ad Algeri, alle due e mezzo del mattino, erano arrivati con gli abiti della prigionia. Ai piedi della scaletta li salutano Cyrus Vance e la signora Hammbruecher. sottosegretario agli Esteri di Bonn. Ci sono abbracci, ma rapidi e fu gaci. La scena si ripete con il secondo aereo, commossa allegra e contenuta, senza cerimonie, senza inni, senza discorsi. La donna scesa per seconda cerca di avvicinarsi alle tribune dei giornalisti, ma la polizia americana l'allontana verso i due autobus azzurri dell'aviazione che trasporteranno gli ostaggi all'ospedale militare di Wiesbaden. distante una trentina di chilometri. Alle 7,01 la cerimonia è terminata. Preceduti e scortati da un corteo spettacolare di autovetture della polizia tedesca e vigilati dal cielo da due Tito Sansa (Continua a pagina 2 In nona colonna) Francoforte. Visi sorridenti (li>i>lì ostaggi; sullo sportello la scritta «Bentornati alla libertà»

Persone citate: Bruce Laingen, Cyrus Vance, Kathryn Koob, Laingen, Nightingale, Sweet Land