Montedison, forse uno sciopero generale

Montedison, forse uno sciopero generale I sindacati chiedono un incontro urgente con il governo Montedison, forse uno sciopero generale DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — In attesa che il governo risponda all'invito del sindacato dei chimici di un incontro urgente (il ministro delle Partecipazioni Statali, De Michelis, si è detto disponibile, mentre non si conosce ancora l'atteggiamento di Pandolfi e Andreatta), si profila la possibilità di uno sciopero generale dell'industria per protestare contro i licenziamenti preannunciati dalla Montedison. In un clima di tensione 500 delegati del coordinamento sindacale delle aziende del gruppo hanno discusso per l'intera giornata a Roma, in una grande sala dell'Hotel Palatino, le azioni di lotta da intraprendere nell'immediato. Molti sindacalisti si sono chiesti perché mai la società di Foro Bonaparte sia uscita allo scoperto proprio in questo momento con il clamoroso annuncio di voler mandare a casa circa 12.000 persone (8500 alla Montedison, il resto alla Montefibre e all'Acnat. Secondo gli stessi sindacalisti i motivi sarebbero da ri¬ cercarsi in una forzatura strumentale per costringere il governo ad accollare all'Eni le imprese meno redditizie e conservarsi la -polpa» con qualche taglio all'occupazione. Il segretario generale della Fulc, Degni, che ieri ha tenuto la relazione introduttiva, ha dichiarato che nella prossima conferenza di Firenze — in programma il 2,3 e 4 febbraio — la federazione dei chimici dovrebbe decidere uno sciopero nazionale della categoria, mentre resta confermato lo sciopero articolato di otto ore in corso in tutte le aziende Montedison (le modalità sono definite a livello territoriale). Molte le accuse lanciate al gruppo dirigente della Montedison nel corso della affollata riunione del coordinamento. Il sindacato prima di parlare di organici vuole che l'azienda presenti un piano industriale preciso, anche se si è consapevoli delle difficoltà finanziarie in cui versa la società. Il rappresentante della Fulc ha aggiunto che nel disegno di ri¬ strutturazione di Foro Bonaparte («un attacco generalizzato ai livelli di occupazione») si tende all'affossamento della chimica secondaria, che ha invece sul mercato notevoli possibilità di espansione e di commercializzazione. Nel corso del dibattito è stato ribadito che il pur grave e assillante problema dei licenziamenti (secondo Degni è già stata avinata la procedura per oltre 1000 operai della zona di Milano) non può essere scisso da quello del riassetto più generale della chimica. E la richiesta avanzata al governo non è di un intervento interlocutorio, parziale, ma di un'operazione che deve essere discussa all'interno del piano a medio termine e del piano di settore per la chimica. Gli umori emersi nel corso del dibattito fanno prevedere un atteggiamento assai fermo del sindacato di categoria di fronte ad una richiesta di licenziamento che si dovrebbe dispiegare in un biennio, ma che si farebbe sentire soprattutto quest'anno.

Persone citate: Andreatta, Bonaparte, De Michelis, Degni, Pandolfi

Luoghi citati: Firenze, Milano, Roma