Tensione a Pisa per la gazzarra dei paracadutisti di Omero Marraccini

Tensione a Pisa per la gazzarra dei paracadutisti Urla, botte e saluto fascista Tensione a Pisa per la gazzarra dei paracadutisti PISA — Il sindaco. Luigi Bulleri, comunista, dice: • Mettiamoci una pietra sopra*. I militari però non sembrano disposti ad accettare il suggerimento di consegnare nelle caserme i paracadutisti. Il sindaco teme la reazione dei cittadini, come avvenne nel '73: ha in mano i documenti votati all'unanimità dai commercianti, che vogliono la serrata. Da Firenze, dove si trova per l'inaugurazione dell'anno accademico della sanità militare, il ministro della Difesa. Lelio Lagorio. rompe ogni indugio: consegna per tutti i paracadutisti della zona, sino a nuovo ordine, immediata inchiesta militare (affidata, li su due piedi, al generale Barbolini. comandante la regione tosco-emiliana), accertamento delle responsabilità, qualunque siano e risposte a tamburo battente. E' a questo punto che il sindaco Bulleri può tranquillizzare i concittadini, placare i commercianti, che hanno avuto i negozi danneggiati durante la spedizione punitiva di domenica sera, tenere a freno le forze politiche che chiedevano l'allontanamento da Pisa dei «para» (l'intervento di un consigliere del pdup aveva provocato, pochi attimi prima, la clamorosa uscita dalla riunione del generale Ambrogio Viviani, comandante della «Folgore») e tutti firmano il «protocollo» di armistizio che condanna severamente quanto è avvenuto. Pisa adesso s'interroga sugli avvenimenti e si chiede i «perché»: è successo tutto, veramente, per un malinteso «spirito di corpo», che ha suggerito ad alcune teste calde della Scuola di paracadutismo di andare a ranghi serrati, in quattrocento, a lavare l'offesa per una scazzottata di qualche giorno prima (una storia di ragazze contese) o c'è veramente qualcosa di più? ..// reparto — racconta un testimone — si muoveva con troppo sincronismo, con troppa precisione: doveva avere una "testa pensante". Una domanda che se la pongono molti, a Pisa. E la risposta è attesa dai risultati dell'inchiesta ordinata dal ministro Lagorio. alla quale si affianca quella della magi¬ stratura. C'è già una denuncia, quella presentata da uno studente, Giuseppe Dominelli. 24 anni, di Cosenza, ma residente a Pisa. Se ne andava per i fatti suoi, venne rincorso, afferrato e colpito a calci al basso ventre. Ci sono due paracadutisti. Mireno Zamboni, di Reggio Emilia e Ruggero Ravazzolo. di Torino, ancora in ospedale, prognosi di 10 giorni, per le botte che si sono presi mentre dalla stazione ferroviaria, dove erano arrivati dalla licenza, si dirigevano in caserma. Ma la vicenda di Pisa tiene ancora la gente col fiato sospeso, nel ricordo di quanto avvenne fra paracadutisti e civili in un anno emblematico per le sorti del Paese, il 1960. a Livorno, per quanto avvenne a Pisa nel '73. quando da parte militare prese il sopravvento quello che eufemisticamente si potrebbe definire «orgoglio» come era avvenuto nel '64, quando il colonnello Palumbo, comandante della Scuola dei para, schiaffeggiò un giornalista che aveva condotto un'inchista su alcune morti misteriose alla «Gamerra». Pisa s'interroga, soprattutto sull'atteggiamento di quei giovani militari in borghese che. al grido «Boia chi molla*. si esibivano nel saluto fascista. Perché il ritardo nell'intervento delle forze dell'ordine? Democrazia proletaria ha chiesto le dimissioni del questore Giobbi. Il clima, nonostante gli appelli al buonsenso di tutti, da parte delle autorità civili e militari e le disposizioni di Lagorio. resta molto pesante. Di quanto avvenuto domenica sera si parlerà anche in Parlamento. Ci sono due istanze: una firmata dal socialista Falco Accame, l'altra dei comunisti Renzo Moschini. Vinicio Bernardini e Bruno Bernini. Accame, vicepresidente della commissione Difesa della Camera, denuncia «il ritardo di intervento delle forze dell'ordine* e chiede a Lagorio l'accertamento «delle origini ideologiche degli eventi, i criteri di scelta per assumere il personale del corpo, le forme di indottrinamento*. Omero Marraccini