D'Urso: scoperti ancora 2 covi individuati altri tre rapitori di Sandra Bonsanti

D'Urso: scoperti ancora 2 covi individuati altri tre rapitori Si parla di massiccia fuga delle Br da Roma D'Urso: scoperti ancora 2 covi individuati altri tre rapitori Il giudice sequestrato si dimostra «molto esitante» nel collaborare - È la stanchezza, la conseguenza della prigionia o altro? - Personaggi legati a Genova ROMA — Si allarga la rosa dei sospetti rapitori di D'Urso: l'attenzione degli inquirenti è adesso rivolta al professor Enrico Penzi, cognato di Giovanni Senzani e indicato come uno dei cervelli delle Br. Ma altri tre personaggi importanti sono già nel mirino. Di essi si sa per ora il nome di battaglia e una precisa descrizione, mancano soltanto le generalità. Toccherà al giudice istruttore Imposimato firmare i nuovi mandati di cattura perché proprio ieri il sostituto procuratore Sica gli ha trasmesso tutti gli atti relativi al sequestro D'Urso e all'uccisione del generale Galvaligi, formalizzando l'inchiesta. Le indagini sul dopo D'Urso, intanto, hanno portato un'altra novità: sono stati scoperti altri due «covi» delle Brigate rosse, nelle immediate vicinanze di Roma. Gli inquirenti dicono di avere l'impressione di assistere ad una '■massiccia fuga* dalla città. Un elemento di delusione sembra invece arrivare dal protagonista della drammatica vicenda: il giudice D'Urso, è sembrato 'molto esitante* nella collaborazione offerta ai suoi colleghi. Non si sa a cosa attribuire questo atteggiamento del magistrato: se allo stato d'ansia derivante dalla prova subita, se a una sorta di «impegno» a cui lo avrebbero obbligato le Brigate rosse, se, infine, a una pura e semplice ragione di salute. I magistrati avranno presto un nuovo incontro con lui, ma il soggiorno in Sicilia preoccupa gli inquirenti che vorrebbero avere al più presto tutti gli elementi utili sui 33 giorni, per chiarirsi le idee su molti punti oscuri. D'Urso non è riuscito nemmeno a fare un racconto approssimativo dei due viaggi, quello di «andata» e quello di «ritorno» dalla «prigione del popolo», ovviamente nei modi in cui può averne avuto consapevolezza, essendo legato e bendato. Non è certo nemmeno se sia stato trasbordato oppure no da un'auto più grossa sulla «127» in cui fu trovato al Portico d'Ottavia. C'è poi l'argomento «lettere dal carcere»: sembra che il giudice abbia potuto mandarne diverse alla famiglia il cui contenuto è rimasto finora segreto anche agli inquirenti, i quali hanno in mano gli originali di tre lettere soltanto. La prima fu inviata il 28 dicembre al direttore generale degli Istituti di prevenzione e di pena, Ugo Sisti, ed in essa D'Urso faceva già riferimento all'Asinara. La seconda era indirizzata alla moglie e arrivò, tramite un sacerdote, e il Vaticano, direttamente sul tavolo del giudice Sica. La terza invece è quella mandata al direttore de «l'Avanti» il 12 gennaio, tre giorni prima del rilascio. Non si sa quante e di che tenore siano le altre lettere arrivate alla famiglia. I magistrati sperano di averle presto in mano anche per poter studiare a fondo questo capitolo della vicenda. Sembra che per D'Urso sia accaduto ciò che forse accadde per Moro: il prigioniero doveva «concordare» coi rapitori il testo della lettera che poi era sottoposta a un successivo controllo. Ben cinque lettere di Moro non ebbero il «via» dai carcerieri. Patrizio Peci ha dato una spiegazione del perché quei messaggi restarono in mano alle Br e furono poi trovati nel covo di via Montenevoso a Milano. Ha detto: «La figura di Moro ne usciva sminuita; ci faceva una brutta figura e alle Br non conveniva che Moro desse questa impressione di sé». E' una strana spiegazione, ma forse non del tutto incomprensibile. L'ingresso del professor Fenzi nella sfera delle indagini dei magistrati romani non ha per ora provocato un mandato di cattura nei suoi confronti che viene però dato per probabile e imminente. Fenzi è fratello della moglie di Giovanni Senzani. Siccome non è sicuro se a interrogare D'Urso siano stati uno o due brigatisti, gli inquirenti non escludono che anche Fenzi possa aver avuto un ruolo di «inquisitore», proprio accanto al co gnato. La presenza in massa di personaggi legati a Genova nel sequestro D'Urso viene interpretata come un segno che le Br, decimate dopo la serie di recenti arresti, hanno chiamato a raccolta alcuni dei loro «capi» per gestire l'operazione più importante dell'anno. Oggi sarà nuovamente interrogata Ave Maria Petricola, che gli inquirenti definiscono 'Veramente pentita». Sandra Bonsanti

Luoghi citati: Genova, Milano, Roma, Sicilia