Libia-Italia, momento difficile A marzo il necessario chiarimento di Franco Mimmi

Libia-Italia, momento difficile A marzo il necessario chiarimento Manca a Tripoli: «Sarà il decollo, o si tornerà indietro» Libia-Italia, momento difficile A marzo il necessario chiarimento DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRIPOLI — «Dopo questo incontro, i rapporti tra Libia e Italia decollano o tornano indietro. E marzo rappresenta il termine ultimo per una decisione. Quella che dobbiamo finalmente prendere, nei confronti di Tripoli, è una posizione chiara. Senza che ciò significhi pagare prezzi politici, che nessuno ci ha posto». Cosi, il ministro per il Commercio Estero. Manca, ha puntualizzato la situazione dopo un colloquio di quasi due ore col maggiore Jalloud. braccio destro di Gheddafi. Il nodo, infatti — Jalloud ha fatto capire a Manca — sta nel fatto che i rapporti tra i due Paesi, che dal punto di vista economico sono di gran peso, per il resto sono altalenanti: visite e controvisite, incontri vari, ma molte cose restano sulla carta. Cortesemente, ma esplicitamente, Jallou ha espresso la propria fidu : a nelle parole e proposte di Manca, ma è indispensabile, ha detto, che i problemi da risolvere siano collegati non alla buona volontà di una persona, ma all'impegno collettivo del governo di Roma. Con il ministro italiano. Jalloud ha sollevato un solo problema politico, quello dei danni di guerra, ma ha fatto capire che da parte libica si chiede soprattutto un riconoscimento morale, non un risarcimento economico. Per il resto, piena disponibilità, e anzi una preferenza di fondo per l'Italia, purché il rapporto economico sia di cooperazione complessiva, e non solo mercantilistico: alle forniture deve unirsi il trasferimento di tecnologie, un impegno per la ricerca e lo sviluppo (per esempio, con l'Eni nel campo petrolifero, con il Cnen in quello dell'energia nucleare). Si possono anche creare società miste, non solo in Libia, ma anche in Italia, per i trasporti marittimi (il 90 per cento dei trasporti verso l'Africa avviene via mare), per la pesca, e per iniziative comuni verso altri Paesi, specie del Terzo Mondo. Insomma: da questo — ovviamente il più importante — come dagli altri colloqui. Manca si è sentito ribadire la piena disponibilità libica a privilegiare il rapporto con l'Italia, cominciando dal petrolio. E' vero, ha detto il ministro Mohammed el Zagaar, che le forniture del 1980 sono diminuite, ma solo in seguito al calo di produzione, e il taglio ha riguardato tutti i clienti. Il livello dovrebbe presto tornare ai 13 milioni di tonnellate del 1979 (il 15 per cento dei nostri fabbisogni) e anche superarlo. Lo stesso vale per il gas liquido, la cui erogazione fu interrotta l'anno scorso solo per lavori all'impianto di liquefazione, ha detto il ministro. E' vero però che deve essere contrattato un rialzo del prezzo. La tendenza dei Paesi produttori di gas è di allinearne il prezzo a quello del petrolio. Il ministro Ubico punta per ora ad un compromesso già raggiunto con la Spagna, per un prezzo pari a circa T82.5 per cento di quello del greggio. Ratti. dell'Eni, che era presente all'incontro (l'Eni è una compagnia molto apprezzata dai libici, che le hanno lasciato il 50 per cento della società mista italo-libica. mentre negli altri casi detengono sempre la maggioranza) ha risposto citando gli accordi più vantaggiosi e per forniture assai maggiori firmati dall'Italia con Algeria, Urss e Olanda, e di conseguenza la necessità di non rompere l'equilibrio tra i fornitori. I negoziati, comun¬ que, ha assicurato Manca, riprenderanno subito. Le cose possibili sono molte. Tra l'altro, il ministro dell'Economia, Durda. aveva accennato a Manca la volontà libica di creare un ente per investimenti e partecipazioni azionarie all'estero, e alcune società italiane sarebbero molto interessate. All'incontro con Durda hanno partecipato anche Landolfi (Montedison) e Ratti: insieme, le due grandi imprese italiane sembrano confermare l'impressione che i discorsi di questi giorni siano stati più concreti del solito, non su settori di intervento, ma su progetti già definiti. A marzo, nei giorni in cui si riunirà la commissione mista — e Jalloud ha insistito perché in quella sede si metta «nero su bianco* e si definisca un vero e proprio accordo di cooperazione complessiva — verrà in visita a Tripoli il ministro degli Esteri. Colombo. Toccherà a lui annunciare come e quando il governo italiano sia pronto a rendere meno incerti i rapporti con la Libia. Franco Mimmi

Persone citate: Gheddafi, Landolfi, Manca, Mohammed El Zagaar