Nodi europei per Giscard di Paolo Patruno

Nodi europei per Giscard OSSERVATORIO Nodi europei per Giscard Alla vigilia del suo viaggio in Italia (domani e dopodomani) Giscard d'Estaing deve mettere agli atti un certo isolamento, forse temporaneo, della Francia in seno alla Comunità europea. Il momento è delicato per la politica estera giscardiana, in aperta crisi nello scacchiere africano, in difficoltà in quello medio-orientale, in «ibernazione» nei rapporti con i Paesi dell'Est, e infine in aspettativa rispetto all'America di Reagan. In questo contesto, sarebbe logico che la Francia rivolgesse tutte le sue attenzioni verso la Cee, accentuando quel carattere di «locomotiva» che aveva avuto fino a poco tempo fa il suo discusso «direttorio» con Bonn. Ma la realtà si è rivelata diversa. La Germania di Schmid! si è messa alla finestra attendendo l'inizio della gestione Reagan e fra le due capitali sono cominciate a circolare voci di incomprensioni che le l'Eliseo e l'altra sera, in tv, anche Schmidt hanno recisamente negato definendole dima leggenda». Il vertice franco-tedesco, in programma a Parigi il 5 e 6 febbraio servirà cornuti que a verificare quale è il reale stato dei rapporti fra i due Paesi più dinamici del l'Europa comunitaria. Ma fin d'ora si possono regi strare alcuni fatti che con validano la tesi sull'isola mento francese. Il primo é la ostinata opposizione del governo di Parigi al bilan ciò della Cee ratificato dal Parlamento europeo con il beneplacito della nuova commissione presieduta dal lussemburghese Thorn. Di fronte al supplemento di spese votato dai deputati europei è sceso in lizza personalmente il primo ministro Barre, il quale senza peli sulla lingua ha ribadito il «no» francese aggiungendo che il suo governo si cu¬ ra poco di quanto combinano gli euro-parlamentari a Strasburgo. Il «nodo» del problema, riguardante un aumento di bilancio destinato a un accresciuto aiuto al Mezzogiorno d'Italia per il terremoto (che Parigi accetta), al fondo sociale, alla ricerca e all'energia (che Parigi invece rifiuta) è naturalmente la volontà francese di delimitare strettamente i poteri del nuovo Parlamento, per evitare che diventi un vero centro decisionale. Ma sullo scoglio del bilancio. Parigi ha diverse probabilità di restare isolata perché l'opposizione di Bruxelles pare destinata a cadere presto e su quella di Bonn diversi osservatori esprimono pesanti riserve. Un secondo «nodo» sul quale Parigi corre il pericolo di trovarsi in difficoltà è quello della fissazione dei prezzi agricoli, e più in generale della riforma del bilancio e del risanamento della politica agricola comunitaria che divide francesi ed inglesi. Proprio sulle prospettive della politica europea, giovedì scorso si è tenuto all'Eliseo un consiglio dei ministri ristretto, ma non è venuta alcuna indicazione sui risultati. Proprio come quando il momento è delicato e le prospettive incerte. Questo senso di isolamento, pare perciò consigliare oggi alla Francia un atteggiamento più aperto anche verso quelle capitali (come Roma, appunto, e Londra) che in passato erano state trascurate di fronte alla dinamica intesa con la Germania. E in conclusione è da ritenersi attendibile l'intenzione che si presta all'Eliseo di organizzare un «vertice» occidentale con Reagan e i maggiori partners europei per rilanciare la sua politica estera nella vigilia pre-elettorale. Paolo Patruno Giscard d'Estaing: rompere l'isolamento della Francia

Persone citate: Barre, Giscard D'estaing, Reagan, Schmid, Schmidt, Thorn