Sarti: non mi dimetto di Ezio Mauro

Sarti: non mi dimetto Sarti: non mi dimetto (Segue dalla 1* pagina) prio questa sia una cosa grave. Trovo grave che questa richiesta mi venga fatta da un esponente comunista, il quale dimostra così di prendere sul serio una meschina polemica di marca radicale; cioè di un gruppo per il quale il pei non dovrebbe avere molta simpatia. E in tutto ciò io vedo una grave caduta di serietà dei comunisti-. — L'accusa più pesante però viene da Pannella, che ha definito il ministro della Giustizia «sensibile alle richieste delle Br tanto quanto era stato sordo a quelle dei radicali e del Parlamento-. Lei risponde? «La mia risposta può solo essere questa: se non sapessi che Pannella vive di battute, direi che la sua è una battuta infame-. — Lei ha parlato di strumentalizzazione. Ma perché i radicali avrebbero scatenato questo attacco? «Perché i radicali si irritano quando viene messo in dubbio il loro peso sulla soluzione positiva del caso D'Urso. Loro pensano di essere stati determinanti. E' una loro opinione. Io non credo che lo siano stati. Determinante, piuttosto, si è rivelata la fermezza dello Stato-. — Non crede, ministro, che tutta la ricostruzione dell'onorevole De Cataldo sui rapporti avuti con lei in quei giorni, sulla telefonata del Guardasigilli alla delegazione radicale nel carcere di Trani, sugli incontri riservati nella sua abitazione romana, possano incrinare proprio quell'immagine di fermezza che lei rievoca? «Io le dico che tutta la versione che l'onorevole De Cataldo dà dei fatti è tendenziosa, e ribadisco che la respingo, la respingo frontalmente-. — Ma che cosa può dire nel merito di quella ricostruzione? «Rilevo che è contraddittoria. Ma come: l'idea che io abbia sentito il bisogno di annunciare a un singolo deputato radicale l'intenzione di chiudere il braccio di massima sicurezza dell'Asinara (come se fosse una notizia clamorosa, o come se si trattasse addirittura di una fulminazione improvvisa del governo), ebbene questa idea è risibile-. — Ma lei ha parlato o no della chiusura dell'Asinara con De Cataldo, nel primo incontro che ha avuto con lui? « Voglio precisare una volta per tutte, come abbiamo già detto in Parlamento sia io che il presidente del Consiglio Forlani, che da tempo questo progetto di chiusura era allo studio. Anzi, io lo avevo già trovato in cantiere quando sono stato nominato ministro della Giustizia. In quei giorni, si è parlato un po' con tutti di questa faccenda. Con De Cataldo non c'è stato nulla di nuovo, e nulla di strano. Ecco perché non ho nulla da rimproverarmi. Ed ecco perché io resto al mio posto-. Ezio Mauro

Persone citate: D'urso, De Cataldo, Pannella