«Aquila selvaggia» di Francesco Santini

«Aquila selvaggia» «Aquila selvaggia» (Segue dalla 1* pagina) una settimana di paralisi aerea. Ma Pellegrino rincara la dose: «Lo sciopero — dice — va avanti e siamo soltanto agli inizi. Siamo disposti non soltanto a proseguirlo, ma ad inasprirlo». «Basterebbe, alla fine della settimana riprendere il lavoro per poi bloccare gli equipaggi in giro per il mondo senza far rientrare gli aerei». Negli uffici dell'Anpac i telefoni continuano a squillare. Pellegrino è raggiante, annuncia nuove adesioni. «Siamo 1500 su 1700, con le nuove domande rappresentiamo la categoria oltre il novanta per cento. Ne resteranno fuori un centocinquanta: metà aderiscono alle confederazioni, metà non sono iscritti. Non capisco come faccia il ministro a trattare se noi siamo assenti. Per entrare nel suo ufficio, chiediamo che non ponga condizioni: è assurdo pretendere la revoca dello sciopero". In via dell'Esperanto sopraggiungono altri piloti. Appaiono tranquilli, appena annoiati. Ma Pellegrino assicura che «ci sono rabbia e tensione e questo, nelle cabine degli aeroplani accade da dieci anni da quando l'Alitalia ha ridotto ogni considerazione per il servizio operativo. In dieci anni — esplode — il potere d'acquisto dei nostri salari s'è ridotto del 340 per cento». A suo giudizio il prodotto della compagnia di bandiera «è scaduto: il volo Alitalia per trasporto, confort, assistenza a terra e affidabilità nelle coincidenze, per non parlare della puntualità, haraggiunto livelli troppo bassi». Il vicepresidente dell'Anpac, Giorgio Grilli, dell'Itavia, è ancora più drastico: «Si vuole degradare il trasporto aereo, si vuole esasperare una categoria: si estromettono i piloti dalle scelte aziendali e la compagnia perde posizioni in campo mondiale. Io, personalmente, preferisco viaggiare con i giapponesi, comodi, ben assistiti, sembra un mondo diverso, occhi a mandorla delle hostess a parte». .Scade, scade, tutto è scaduto!» a inserirsi è il comandante Bambace. «Ipochi voli di ieri —spiega —sono stati assicurati da otto piloti: uno è un dirigente e gli altri sette sperano di diventarlo in pochi mesi sulla pelle di altri colleghi. Qui scade tutto: basta pensare che tempo fa un jumbo aveva bisogno di sostituire due gomme: per farlo si è dovuto attendere l'atterraggio di un altro jumbo per staccargli le ruote e far partire l'apparecchio in attesa». Il presidente Nordio, e non l'Intersind, appare in queste ore la controparte. Dice Bambace: «E' inutile che l'Alitalia distribuisca biglietti aerei gratuiti a sinistra e a destra: pensi a pareggiare i bilanci e a pagare i piloti: la politica di Nordio ha affossato una delle compagnie più prestigiose del mondo». Entrano altri piloti. « Una vita insopportabile —spiegano —e mal pagata». «Stai dormendo — dice quello che ha l'aspetto di Marion Brando giovane — e ti svegli ma per capire in che parte del mondo stai devi chiamare il portiere di notte». Pellegrino si allontana. Un'ultima domanda: «Quanto chiedete?». Una lunga riflessione, poi una percentuale: «Il settanta per cento e chiudiamo ma il settanta per cento sul netto». Lo stipendio ai livelli lordi iniziali è di 19 milioni; al massimo della carriera sale a 37. Almeno cosi, dicono all'Ampac, anche se l'Alitalia dà altre cifre. Pellegrino dice infine: «Noi siamo disposti a regolamentare per legge in termini di grande massima lo sciopero ma non ci vengano a dire che vogliamo gettare il Paese nel caos: mostra volontà destabilizzatrice chi al contrario, dimentica una categoria essenziale nella vita economica del Paese». Francesco Santini

Persone citate: Bambace, Giorgio Grilli, Marion Brando, Nordio