Per Carter, Deng è «una boccata d'aria» «Mi fido di Sadat come di mia moglie»

Per Carter, Deng è «una boccata d'aria» «Mi fido di Sadat come di mia moglie» D presidente uscente intervistato dalla rivista Time Per Carter, Deng è «una boccata d'aria» «Mi fido di Sadat come di mia moglie» NEW YORK — Dopo due settimane di vacanza a Caneen Bay, nelle Isole Vergini, Jimmy Carter conta di rientrare a Plains e dare l'avvio alla stesura di un libro sulla sua presidenza, a quanto scrive la rivista Time nel contesto di un'intervista col presidente ormai in procinto di cedere la Casa Bianca a Ronald Reagan. Gli incartamenti personali di Carter, che da soli hanno riempito 20 furgoncini, sono già stati trasferiti in Georgia la scorsa settimana, aggiunge il settimanale, sottolineando quindi che «i suoi diari giornalieri, mantenuti senza interruzione per quattro anni. sono completi, ed egli spera di concludere nei prossimi 30 giorni un contratto che gli assicurerà un mucchio di soldi-. Al presidente uscente è stato chiesto di esprimere un giudìzio, meglio di «valutare» i leader mondiali con cui in questi ultimi quattro anni ha avuto a che fare. Scrive Time: «Carter ha descritto il cinese Deng Xiaoping come una boccata d'aria fresca, un uomo che, nella valutazione di Carter, ispirava la certezza che non sarebbe mai venuto meno alla sua parola. "Non aveva paura di parlare delle debolezze del suo Paese", ha detto Carter, "qualcosa che i sovietici non avrebbero mai il coraggio di fare"-. «La britannica Margaret Thatcher per Carter è una donna dalle forti opinioni, energica e fidata-, continua Time. «Carter non ha parlato del tedesco Helmut Schmidt, ma i suoi principali collaboratori hanno detto più volte che il presidente lo ha sempre considerato tortuoso, espansivo di persona ma falso dietro le spalle. Dal punto di vista di Carter, il presidente egiziano Anwar Sadat spicca al di sopra di tutti i leader mondiali. "Mi fido di lui come di mia moglie", ha detto il presidente guardando Rosalynn. Non è un segreto che per Carter è stato quasi impossibile trattare con l'israeliano Menachem Begin-. Quando la conversazione ha toccato il «tema» Ronald Reagan, continua Time, «Carter è stato quanto mai cauto, ed ha misurato attentamente le parole. Ma ai suoi più leali collaboratori ha espresso il timore che Reagan non si occuperà abbastanza dei problemi di politica estera. Il loro incontro nello studio ovale della Casa Bianca, dopo le elezioni, sbilanciò Carter perché Reagan reagì appena alla lunga lista di questioni internazionali e non chiese chiarimenti sull'Iran e gli ostaggi-. ..Quando a Carter è stato* chiesto se si fosse mai pentito di aver consentito al consigliere per la Sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski di assumere posizioni di primo piano forse esagerate, ha detto senza esitare che «un Presidente deve essere in grado di ottenere in politica estera i consigli che preferisce-. Carter ha poi ricordato che quando Cyrus Vance andò per primo in Cina, non ci furono sviluppi. «Quando ci andò Brzezinski le cose cominciarono a muoversi-. Ciononostante, Carter ha ammesso che forse sarebbe stato meglio se Brzezinski si fosse mantenuto di più dietro le quinte. Secondo l'intervistatore, il capo della redazione di Washington del settimanale, Robert Ajemian, le «ferite» di Carter non appaiono, «ma il Presidente ha detto ai suoi più stretti collaboratori d'essere preoccupato per lo stato d'animo di Rosalynn. I suoi amici affermano che a Plains ci resisterà poco e che dopo qualche tempo insisterà perché la famiglia si trasferisca in un posto più stimolante. Ha parlato dei suoi piani di scrivere un libro e della figlia Amy, costretta a lasciare una scuola che le piaceva. L'unica amica di Amy a Plains è la figlia di Billy Carter, Mandy. "Ma tutto sommato la bambina è lieta di tornare in un luogo dove la gente la pensa come lei", ha detto Rosalynn-. Conclude Time: «A questo uomo ambizioso e deciso, chiaramente dispiace lasciare la Casa Bianca. E il suo dispiacere in un certo senso ha dato validità a una sorprendente conversazione da lui avuta con uno dei suoi più fidati assistenti poco dopo le elezioni. Il Presidente chiese se sarebbe stato possibile insediare un "lealista"(un georgiano politicamente legato a Carter, n.d.r.) a capo del comitato democratico nazionale sì da assicurargli un certo controllo del partito. Mentre l'assistente, allibito, non sapeva che rispondere, il Presidente aggiunse, con parole inequivocabili, che tutto sommato poteva sempre tornargli la voglia di ripresentarsi candidato-.

Luoghi citati: Cina, Georgia, Iran, Isole Vergini, New York, Washington