Il brullo vallone della mafia diventerà una fertile pianura

Il brullo vallone della mafia diventerà una fertile pianura Vigneti e colture modello per uscire da un passato feudale Il brullo vallone della mafia diventerà una fertile pianura NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE CALTANISSETTA — Vigneti già impiantati in oltre mille ettari. Altre grandi estensioni di terra pronte per una repentina quanto radicale trasformazione. Cambia volto il centro della Sicilia, il cuore della grande isola che. qui. tutti chiamano il -vallone». Dopo quella del Bellce, è un'altra immensa valle che percorre l'entroterra tra le ^province di Caltanissetta, Enna e Agrigento. A Caltanissetta quello del ..vallone» è diventato l'argomento principe e in un certo modo un caldo terreno di scontro. Se ne parla nell'aula del consiglio provinciale, dove esponenti di vari gruppi ultimamente hanno presentato mozioni e interpellanze. E se ne discute animatamente anche nella libreria dell'editore Salvatore Sciascia: un angolo di Caltanissetta, nella via principale, dove c'è da decenni un cenacolo culturale di alto livello. Il «vallone» in effetti per tanto tempo è stato croce e delizia di CaltanissettaJn commissione parlamentare antimafia se ne parlò molto, innanzitutto per rievocare i non lontani anni nei quali al servizio di agrari sprovveduti e ..distanti» perchè ormai inurbati, i mafiosi spadroneggiavano nei feudi percorrendoli in lungo e in largo — lupara in spalla — a dorso di mulo. Era il dominio incontrastato dei capi assoluti della mafia siciliana, dei «boss» che regnavano persino su Palermo dove tenevano banco, riscuotendo totale rispetto, nei summit con le «famiglie» sta' tunitensi di Cosa nostra. Quei «capi storici» della mafia erano «don» Calogero Vizzini e «don» Giuseppe Gerico Russo. Tra gli Anni Quaranta e Settanta, prima l'uno e dopo l'altro, esercitarono sul «vallone» un potere pressoché assoluto: Michele Pantaleone, lo scrittore e « maf iologo» di Villalba — uno dei centri vitali del «vallone» — nei suoi libri-denuncia ha trovato il coraggio per passare In rassegna quel periodo, specie nell'ultimo dopoguerra, condizionato dai delitti,1 dalle vendette, dalle punizioni nel segno della lupara e della più spietata «giustizia». Adesso i problemi antichi del «vallone» riemergono con l'urgenza del presente e sotto la pressione delle organizzazioni sindacali. Attendono agricoltori e braccianti, coltivatori diretti e migliaia di giovani pronti a «strappare» un'occupazione e a riporre infine f sogni nel cassetto, mettendo da canto le pergamene dei diplomi (o delle lauree) per un posto sicuro. Ora che sono tramontati i bui anni dei mafiosi si spera che il «vallone» lambito dall'autostrada Palermo-Catania, piena di viadotti e lunghi ponti e gallerie, diventi il simbolo dell'oggi. A Montedoro, Mussomeli, Milena, Campofranco, Sutera, Bompensiere, paesi del «vallone» da trent'anni svuotati da un'emigrazione tra le1 più notevoli d'Italia, si concreta la speranza del progresso economico. Non c'è alcuna; industria, tutto quindi fa perno sull'agricoltura. Ma il processo di trasformazione avanza un passo dopo l'altro e tut-

Persone citate: Calogero Vizzini, Giuseppe Gerico Russo, Michele Pantaleone, Salvatore Sciascia, Vigneti