Inchiesta sull'assurda spedizione punitiva di quattrocento parà per le strade di Pisa di Omero Marraccini

Inchiesta sull'assurda spedizione punitiva di quattrocento parà per le strade di Pisa Da ieri tutti i militari della «Gamerra» consegnati in caserma Inchiesta sull'assurda spedizione punitiva di quattrocento parà per le strade di Pisa PISA — Una città attonita. Poca gente per le strade; anche gli studenti hanno sgomberato la «loro» piazza Garibaldi. Pisa è sotto choc, dopo l'assurda spedizione punitiva dei quattrocento paracadutisti che, domenica sera, a ranghi serrati, ostentando saluti fascisti, al grido di «boia chi molla», hanno imperversato per oltre un'ora nel centro, picchiando i «capelloni». I militari, tutti della scuola di paracadutismo della «Folgore», con sede alla caserma Gamerra, hanno seminato il panico fra gli automobilisti, con calci e pugni contro le vetture, hanno danneggiato segnali stradali e serrande. Pisa ha paura di quanto e avvenuto ed ha paura che possa ripetersi quanto ventanni fa, nell'aprile del "60, accadde a Livorno: quasi una guerra fra militari e civili. Il sindaco. Luigi Bulleri, è preoccupato per l'ordine pubblico e invita a mettere una pietra su tutto: • Credo che la cosa migliore — dice — sia chiudere questo increscioso episodio. Quello che è accaduto non è l'immagine fedele del reale rapporto fra civili e militari nella nostra città». C'è però preoccupazione, anche «in alto», perché da tempo erano circolate voci clie qualcosa maturava fra i «para». La prova generale di quanto avvenuto a Pisa domenica, si ebbe forse a Livorno, alla vigilia delle feste di Natale, fra giovani e militari, sempre della «Folgore» di stanza alla caserma «Vannucci». Ci furono episodi di violenza per due sere successive. Agguati. Poi agenti e carabinieri presero in mano. con risolutezza, la situazione. I luoghi di ritrovo dei giovani e i paraggi della caserma furono pattugliati. Non cosi domenica sera a Pisa. dove, a quanto dicono, non c'erano in centro neppure le due «pantere» della polizia ai luoghi consueti e dove soprattutto, forse perché colte di sorpresa, le forze dell'ordine hanno tardato a intervenire. La domanda che adesso a Pisa ci si pone è la seguente: • Da quando i paracadutisti preparavano la sortita?». Una risposta la vuole e subito, questa mattina stessa, il ministro della Difesa, Lagorio. L'antefatto, se la versione troverà conferma (i normali canali di informazione della «Folgore» hanno messo il «black-out» sulle notizie), risale al tempo antico: come vent'anni fa a Livorno, nei giorni scorsi ci sarebbe stata qualche «scazzottata» fra giovani civili e militari che disturbavano le ragazze. Lo stesso era avvenuto a Livorno proprio alla vigilia di Natale. Per timore di nuovi incidenti, ieri i militari della Gamerra sono stati tutti consegnati. La stessa cosa è avvenuta a Livorno. Gli animi però sono tesi. Ieri pomeriggio, a una riunione nella sala del consiglio di Pisa, alla quale partecipavano anche rappresentanti militari e che si è conclusa con un documento rappacificatorio, c'è stato un grave screzio. Un consigliere comunale del pdup. Allegretti, nel suo intervento si è domandato -che cosa ci facciano tutti quei para a Pisa». La reazione del comandante della «Folgore», generale Ambrogio Viviani, è stata durissi¬ ma e l'ufficiale ha abbandonato la sala. •E' bene dimenticare», ammonisce il sindaco Bulleri, che soggiunge: «Questo episodio va chiarito sino in fondo e tutte le responsabilità devono venire a galla». Pisa infatti è preoccupata. Dai giorni del Sessantotto la città universitaria non aveva più visto la violenza. E stavolta la violenza era organizzata. Il «battaglione» ha imperversato davanti al centralissimo bar La Borsa, ha aggredito giovani in piazza Vittorio Emanuele. In piazza Garibaldi non ha trovato nessuno e allora si è diretto, per corso Italia, verso la stazione, dove sono avvenuti gli episodi più gravi. Qui. un giovane di cui non si conosce il nome, è stato picchiato selvaggiamente Omero Marraccini

Persone citate: Allegretti, Ambrogio Viviani, Bulleri, Lagorio, Luigi Bulleri, Vannucci