I radicali: ha ceduto alle Br Il ministro: sono tutti pretesti di Ezio Mauro

I radicali: ha ceduto alle Br Il ministro: sono tutti pretesti I radicali: ha ceduto alle Br Il ministro: sono tutti pretesti ROMA — Nelle pieghe del caso D'Urso, un «giallo» politico coinvolge il governo in una dura polemica avviata dai radicali nei confronti del ministro della Giustizia, Adolfo Sarti. In un'intervista. Sarti aveva definito il comportamento radicale durante la vicenda D'Urso «né lecito né leale». Ora l'onorevole Francesco De Cataldo rivela di aver avuto in due occasioni, il 23 dicembre e l'8 gennaio, due incontri riservati con Sarti, a casa del ministro, e di essere stato da lui chiamato al telefono, il 6 gennaio, mentre era nel carcere di Trani. De Cataldo aggiunge che nel primo incontro Sarti gli annunciò l'intenzione di sgomberare l'Asinara, a partire dal giorno dopo; la seconda volta, fu invece il parlamentare radicale che mostrò al ministro il testo del «comunicato» ricevuto dai detenuti di Trani. Il ministro ha replicato denunciando la •strumentalizzazione» dei radicali, spiegando di non aver mai assunto, in alcuna sede, -posizioni diverse da quelle illustrate al Parlamento». Ma i radicali vogliono portare a fondo la loro polemica. Pannelia, ieri sera, ha definito il ministro •sensibile alle richieste delle Br tanto quanto era stato sordo a quelle dei radicali e del Parlamento». E De Cataldo ha invitato Sarti a smentirlo, oppure a dimettersi. Il caso è nato in seguito alle critiche di Adolfo Sarti alla condotta dei deputati radicali durante i giorni drammatici del sequestro D'Urso. Nel primo pomeriggio di ieri, l'avvocato Francesco De Cataldo, deputato del pr, si scagliava contro quelle critiche, chiamando in causa Sarti con una pesante dichiarazione in cui parlava di •squallida mancanza di pudore e di senso dello Stato e della dignità civile e personale». Ma De Cataldo andava oltre, rivelando di aver avuto un primo colloquio con Sarti, «su richiesta del ministro e nella sua abitazione», il 23 dicembre. In quella occasione, gli fu annunciata l'intenzione del governo di procedere dal giorno successivo allo sgombero dell'Asinara, e il ministro, dice ancora De Cataldo, •chiese e sollecitò i nostri e miei consigli». Pochi giorni dopo, il 28 dicembre, ci fu una conversazione telefonica tra Sarti e De Cataldo, che annunciò l'intenzione dei parlamentari radicali di andare a Trani. Il deputato del pr spiega poi di essere stato chiamato con urgenza al telefono dal ministro il 6 gennaio, nel carcere di Trani: fu fissato un incontro, che avvenne a Roma la mattina dell'8 gennaio, a casa del ministro. «In quest'occasione — dice De Cataldo — mostrai a Sarti il comunicato che mi era stato consegnato da un detenuto, annunciandogli la decisione del gruppo radicale di renderlo pubblico. Sarti, sorridente, mi sottolineò che quale ministro della Repubblica non poteva non chiedermi di astenerci dal pubblicarlo. Gli ribadii la nostra posizione, e non ci fu nessuna insistenza». Ora, secondo De Cataldo, a Sarti «non resta che l'arduo compito di dimostrare che diciamo il falso, o di dimettersi». Poche ore dopo, Sarti è sceso in campo con una replica molto dura, in cui 'respinge nettamente le illazioni che De Cataldo tenta di suggerire con la sua dichiarazione, né gli riconosce il diritto di mettere in dubbio la serietà della sua condotta politica e personale». Sarti spiega poi di aver incontrato nelle scorse settimane numerose persone, nella propria abitazione o al ministero. «Con nessuno, né con De Cataldo, né con altri ho assunto posizioni diverse da quelle illustrate in Parlamento, e che si riassumono nella linea della difesa della legalità e del fermo, rigoroso rifiuto di ogni e qualsiasi tipo di rapporto con i terroristi». Sarti, ieri, era fuori Roma. Al telefono ci ha spiegato di aver incontrato De Cataldo •su richiesta del deputato radicale. Il fatto che l'incontro sia avvenuto nella mia abitazione — ha aggiunto il ministro — non nasconde alcun sotterfugio. Ho ricevuto a casa mia anche la giunta dell'Associazione magistrati. Per quanto riguarda lo sgombero dell'Asinara, ho detto a De Cataldo che ero favorevole a quel provvedimento. Una posizione che avevo assunto fin da quando ero entrato in questo ministero». Alle dichiarazioni del ministro ha risposto Pannelia, rilanciando le accuse, e sostenendo che Sarti «ha avuto tutto il tempo e il modo di preavvisare l'autorità giudiziaria dell'esistenza di un documento che avrebbe potuto essere sequestrato». Secondo Pannelia, l'azione dei radicali a Trani era stata •seguita e incoraggiata da Sarti». Adesso, con le interrogazioni e le interpellanze già firmate dai radicali, il caso arriverà in Parlamento. Ezio Mauro

Luoghi citati: Roma, Trani