Un crack di 16 miliardi in una banca a Vigevano di Remo Lugli
Un crack di 16 miliardi in una banca a Vigevano È la locale Cassa di Risparmio Un crack di 16 miliardi in una banca a Vigevano Il magistrato ha spedito 18 comunicazioni giudiziarie ad altrettanti amministratori ipotizzando gravissimi reati DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VIGEVANO — La locale Cassa di Risparmio è di nuovo al centro della cronaca. Si era parlato in passato di visite ispettive da parte dell'organo di vigilanza, cioè la Banca d'Italia; poi della nomina di due commissari che avevano il duplice incarico di sostituire la gestione e di fare accertamenti sui suoi atti passati. C'era stato anche un certo disorientamento tra i correntisti, un inizio di corsa al prelievo del denaro depositato, presto frenata dalla generale consapevolezza che la banca era sostanzialmente sana e in grado di reagire. Ora si riparla della Cassa in termini giudiziari, a dimostrazione del fatto che nel comportamento dei vecchi amministratori non c'erano state solo banali leggerezze, ma gravi colpe. Tra l'altro si apprende che quelle irregolarità erano state tali da spazzar via letteralmente il patrimonio della banca. Il giudice istruttore Piercamillo Davigo, che si era mosso sulla scia dell'inchiesta dei commissari Edoardo Bianchini ed Ezio Casadio. ha spedito, ad altrettanti ex amministratori, diciotto comunicazioni giudiziarie. I reati sui quali i giudici indagano sono quattro: peculato continuato (la pena va da un minimo di 3 anni a un massimo di 10), false comunicazioni sociali continuate, interesse privato in atti d'ufficio continuato (da sei mesi a 5 anni), infrazioni valutarie. Il consiglio d'amministrazione sotto accusa era stato dichiarato decaduto il 14 luglio 1979 dal ministro del Tesoro e la Banca d'Italia aveva nominato commissari i due tecnici Bianchini e Casadio. Il loro compito, di gestione e di indagini, doveva concludersi entro il 15 gennaio scorso, nella convinzione che per quella data fosse già stato nominato il nuovo consiglio d'amministrazione composto da un presidente, un vicepresidente, consiglieri e «sindaci» rappresentanti i vari organismi che devono figurare nella Cassa di Risparmio, ente morale. Il consiglio non è ancora stato nominato e nel frattempo l'indagine tecnica dei commissari ha dato risultati di colpevolezza tali da mettere in moto il meccanismo giudiziario. Le comunicazioni non riguardano soltanto gli amministratori che erano in carica nel luglio '79, ma anche taluni della precedente amministrazione. L'elenco si apre con il presidente, Luigi Colombo, 67 anni, già segretario politico della de in provincia di Pavia, gestore di appalti di imposte (dalla de aveva dato le dimissioni qualche tempo prima di essere dichiarato decaduto); Luigi Daneri, 45 anni (psi), vicepresidente, assicuratore; Gianfranco Brusco, 36 anni (pei), ragioniere capo del Comune; Vittorio Giardini, 51 anni, imprenditore, uno dei rappresentanti dell'Associazione Casse di Risparmio; Silverio Romano, 36 anni (psi), dipendente della Casa di riposo De Rodolfi; Rino Marinoni, 54 anni, imprenditore, nominato dalla Camera di commercio di Pavia; Luciano Franchini, 57 anni, presidente di una delle due associazioni commercianti di Vigevano. L'eienco continua con Francesco Franchini, 73 anni, pensionato, segretario del comitato cittadino del psi: Domenico Zaverio, 45 anni, commercialista, rappresentante l'associazione delle Casse di Risparmio; Daniele Naranzoni. 25 anni, funzionario della Confederazione nazionale dell'artigianato di Vigevano; Ermanno Nobile, 42 anni, commercialista, che fu sindaco comunista di Vigevano; Guido Rodolfo, 79 anni, rappresentante della Camera di commercio di Pavia, membro del Consiglio per 28 anni; Mario Montana. 58 anni, agricoltore; Aldo Melino, 45 anni, impiegato postale; Luigi Giacomo Balduzzi, 79 anni, pensionato, ex dipendente della Cassa; Eugenio Corsico Piecolini, 42 anni, architetto. Le comunicazioni sono state inviate anche a due funzionari che non erano stati estromessi: Guido Sorge, 57 anni, direttore generale, l'unico che non abita a Vigevano (è di Pavia), il quale aveva dato le dimissioni due settimane fa; e l'avvocato Silvano Angelini, 50 anni, responsabile dell'ufficio legale della Cassa, al quale i commissari avevano affidato l'incarico di direttore generale «prò tempore» quando se ne era andato Sorge. Da quando è cominciata l'inchiesta sono deceduti un funzionario e due membri del consiglio. Tutti questi personaggi, sui quali il magistrato indaga penalmente e contro i quali i commissari hanno aperto una causa civile per ottenere il risarcimento dei danni, avrebbero causato all'Istituto bancario una perdita di 16 miliardi e 294 milioni di lire. Remo Lugli
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