Colloqui a Tripoli del ministro Manca di Franco Mimmi
Colloqui a Tripoli del ministro Manca In vista accordi commerciali Colloqui a Tripoli del ministro Manca DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRIPOLI — Per cercare di assicurarsi una parte delle commesse che il nuovo piano quinquennale libico prevede per oltre 60 mila miliardi, il ministro del Commercio estero, Manca, ha avuto ieri a Tripoli una prima serie di colloqui nel primo dei quali, col ministro per l'Economia, Omar Durda, sono state tracciate le linee della possibile cooperazione. Ampie aperture, molte speranze di far propri o partecipare a una serie di progetti il cui valore complessivo supera i 10 mila miliardi. La politica italiana, esposta da Manca ma in stretta intesa col ministro degli Esteri, Colombo, (che dovrebbe giungere in visita in marzo), è appunto di «cooperazione allo sviluppo»: partecipazione al finanziamento dei progetti, disponibilità a creare joint ventures, a dare assistenza tecnica, a formare i quadri. Un gruppo di esp'erti italiani dovrebbe venire in febbraio per mettere a fuoco i settori di intervento, quindi gli esperti libici verrebbero in Italia per individuare le imprese, e a marzo si riunirebbe a Roma la commissione mista. Durda ha apprezzato la «proposta fattiva» dichiarando la più grande disponibilità e la preferenza agli italiani rispetto a nordeuropei e giapponesi, con qualche lamentela: per esempio, che la stampa italiana presenti sempre — ha sostenuto — solo gli aspetti negativi della Libia. Poi, la presentazione dei progetti maggiori. Il più grande di tutti, l'acquedotto del Serir, è un'opera originale e affascinante: pozzi per sottrarre al Sahara non già il petrolio ma l'acqua, un mare di acqua fossile che due pipelines di oltre 1000 chilometri porteranno alla costa, per consentire lo sviluppo agricolo libico fino a rendere il Paese autosufficiente. Domenica sera, poco dopo il suo arrivo, Manca è stato presentato dall'ambasciatore Quaroni agli operatori italiani, che gli hanno esposto i loro problemi. Gli operatori hanno denunciato la mancanza di stabilità nei rapporti tra i due governi. «Il problema politico — è stata la critica che si sono trovati concordi a esporre a Manca — è importantissimo. Quando vi sono dissapori tra Roma e Tripoli, hanno immediate ripercussioni sul nostro lavoro. La sua venuta è molto opportuna, ma occorre stabilire con il governo libico rapporti ottimi dal punto di vista formale anche per il futuro». Franco Mimmi
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