Tagliati molti tentacoli, ma la testa della piovra è rimasta fuori dall'aula

Tagliati molti tentacoli, ma la testa della piovra è rimasta fuori dall'aula Due processi per droga: inflitte pene da un minimo di pochi mesi a più di 20 anni Tagliati molti tentacoli, ma la testa della piovra è rimasta fuori dall'aula I giudici hanno condannato capi, gregari, galoppini, venditori-consumatori di eroina: ma i veri cervelli del traffico, che invadeva città e cintura, l'hanno fatta franca ancora una volta Oltre due secoli di carcere e 350 milioni di multe: queste le condanne contro due bande di trafficanti e spacciatori di eroina in seconda e terza sezione del tribunale. Due processi distinti ma con un'unica matrice: lo spaccio della droga pesante in Torino e cintura. Alla sbarra 43 persone: capi, gregari, galoppi¬ ni, venditori-consumatori, ventenni e sessantenni, finiti in carcere nell'autunno '79 dopo la più vasta operazione contro l'organizzazione che, divisa in clan, controllava i punti nevralglgi della città e cintura. In seconda sezione (pres. Fassone, pm Caminitì, cane. Zappia) sono stati processati i grup- pi che operavano nelle zone di Lucento, Vallette e Grugliasco. Salvatore Andolina e Francesco Sciortino, ritenuti due boss nel giro, hanno avuto 17 anni di carcere ciascuno (il pm ne aveva chiesti 25). Per i collaboratori più stretti (imputati come i primi due, oltre che di spaccio, anche di associazione per delinquere) Giovanni Pan già e Cataldo Piarulli, 11 anni di reclusione. Un anno in meno per Basilio Pruiti Ciarello, noto come «Enzo il catanese». Pene da 3 a 9 anni per i «galoppini» (intermediari). Orazio Valenti, Salvatore Santagata, Giovanni Schimenti, Stefano Iacchetta. Infine il lungo elenco di spacciatori al minuto, quasi tutti tossicodipendenti, con pene da pochi mesi a due anni. In terza sezione (pres. Iannibelli, pm Gay) c'erano i gruppi che controllavano il traffico della droga nel centro storico, tra piazza Castello, via Po e piazza Carlo Alberto. La condanna più pesante è stata inflitta a Biagino Fabiano, detto «Reno»: 17 anni di carcere. Pene da 6 a 8 anni per i gregari Arminio Mezzo, Piergiorgio Castagno, Antonio Grande, Santo Turrisi, Giovanni Pettenadu. E' andata bene per Giampaolo Pala, considerato il fornitore dell'organizzazione. A Milano aveva — secondo l'accusa — un vero e proprio laboratorio attrezzato per il taglio degli stupefacenti. Pena: 8 anni e mezzo, è stato riconosciuto colpevole di spaccio, ma non di associazione per delinquere (il pm aveva chiesto 20 anni). E di associazione per delinquere si è parlato a lungo in questi giorni, in entrambi i processi. .E'un reato che non sussiste, per mancanza di stretti legami tra gli imputati, di messi necessari, di suddivisione di compiti, hanno sostenuto gli avvocati Paola, Longhetto, Gabrì, GaravogUa, Piccati, Marina Vaciago, Pettiti, Delgrosso, Rogolino. In aula, la maggior parte dei testimoni e dei piccoli spacciatori che avevano collaborato con il magistrato in istruttoria, hanno cercato di minimizzare le loro confessioni. Il «processo della paura» come l'ha definito il pm Stella Caminiti è andato avanti secondo le «direttive» imposte, prima dell'inizio del dibattimento, con minacce, percosse, intimidazioni ai «collaboratori», ritrattazioni seguite con sorrìsi d'intesa dai capi cieli organizzazione in gabbia. In terza sezione Fabiano e gli altri hanno accolto le condanne in silenzio. «Reno» non ha voluto smentire la sua fama di duro. Disperazione fra gli imputati, urla di protesta tra il pubblico di parenti e amici in seconda sezione. I giudici sono stati severi con i big dello spaccio e comprensivi con i pesci piccoli, i poveri diavoli, i tossicodipendenti entrati in un giro più grande di loro. Molti tentacoli sono stati tagliati, ma la testa della piovra è rimasta fuori dal tribunale. n pjej

Luoghi citati: Biagino Fabiano, Grugliasco, Milano, Torino