La lunga marcia dei «Jesus»

La lunga marcia dei «Jesus» Il gruppo torinese diventa holding, raddoppiato il capitale sociale La lunga marcia dei «Jesus» Il fatturato 1980 è salito a 47 miliardi; per YS1 si prevede balzerà a 70 miliardi - L'export in piena espansione TORINO — Ora la Jesus ha davvero messo le ali. Dal primo gennaio, il Maglificio e Calzificio Torinese, che produce anche .Robe di Kappo- e ha portato i jeans in Russia, è diventato una holding, con a capo una finanziaria, la - Mct 1916», e una società operativa, la .Mct Spa», dotato di un capitale sociale di 4,9 miliardi interamente posseduto dalla capogruppo. Il capitale della mMcU è invece raddoppiato (da 1,3 a 2,3 miliardi) ma se si includono le varie riserve, tra cui la .riserva di plusvalenze di conferimento», raggiungerà i sette miliardi. «Una cifra non indifferente — dice il presidente Giuseppe Lattes — se si pensa che, in un solo anno, abbiamo aumentato il capitale due volte e il gruppo sta tirando come non mai». Un anno fa, infatti, nella .Mct- era arrivato un nuovo socio, Paolo Botto Polara, presidente dell'Unione industriale di Biella, che era entrato con il 10% nel gruppo torinese. Ora Lattes e Maurizio Vitale, amministratore delegato del gruppo, hanno trovato nuovi soci ^«italiani ed esteri», precisa Vitale) che hanno permesso di capitalizsare una società in piena espansione. ' Il primo passo è stato compiuto VII novembre, quando l'assemblea dell'.McU ha varato un aumento di capitale da 1,3 a quasi due miliardi (per la precisione 1 miliardo e 981 milioni), cui è seguito, il 23 dicembre, un altro aumento che ha fatto salire il capitale della 'Mct- a 2 miliardi e 300 milioni. «Nelle due operazioni — dice in sostama Lattes—sono entrati un miliardo e 400 milioni di capitali freschi». Una cifra non indifferente per «un gruppo in piena espansione sui vari mercati», come ricorda Vitale che fornisce anche le cifre della «lunga marcia dei Jesus». Le cifre sono queste: nel 79, l'.McU aveva fatturato 39 miliardi, che sono saliti a 47 nell'80 e diventeranno 70 a fine 81. A formare questa cifra concorrerà il mercato interno (".che ha tenuto») ma anche l'export che, precisa Vitale, è «aumentato del 30 per cento nell'80, superando i sei miliardi, e raggiungerà i 15 miliardi nell'81». In questa cifra ci sono i due miliardi di «ordini giunti dalla Libia», ma anche il crescendo di commesse che «arrivano dall'Olanda, dalla Spagna e dalla Grecia», dove il gruppo torinese occupa posizioni leader. A rendere poi .ottimisti' i vertici del gruppo torinese è il «portafoglio ordini., che a tutt'oggi ha già un carnet di 40 miliardi, «trentacinque dei quali — precisa Lattes — per la sola stagione primaverile». Ma a rendere «ottimisti» Lattes e Vitale (la cui famiglia controlla il gruppo) sono non solo gli aumenti di capitale ma «alcuni fattori interni ed esterni» che permettono al gruppo torinese di essere particolarmente aggressivo sui mercati. Partiamo dal «fronte interno». Pochi giorni fa è stato siglato un accordo importante con i sindacati che, dice Lattes, «non è costato un'ora di sciopero». Ci sono state due «trattative fiume» con il sindacato, ma il verbale d'intesa è giudicato «soddisfacente» da entrambe le parti. Tanto più che, oltre al «nodo delle Informazioni» VmMcU ha fornito una radiografia completa dello stato di salute del gruppo) nell'80 il personale occupato nei due stabilimenti di Torino e Carpi è sa- lito di una trentina di unità. E veniamo ai «fattori esterni». Anzitutto le «consociate estere» vanno benissimo. Quella spagnola, tanto per citare un caso, ha superato nell'80 i cinque miliardi di fatturato. E poi anche i rapporti con l'Urss stanno andando a gonfie vele: poche settimane fa infatti i sovietici, dopo il contratto firmato nel luglio '80, hanno deciso di triplicare gli stabilimenti che, nei prossimi cinque anni, tra jeans e jackets Jesus, sforneranno oltre 10 milioni di capi. Infine anche {'«operazione negozi» sta dando i suoi frutti: «Entro il febbraio '82 — dice Vitale — ne apriremo quasi 100, sessanta in Italia, il resto all'estero, per arrivare a mille entro cinque anni». Afa questo non è tutto. Il gruppo torinese infatti, ricorrendo al leasing, ha investito quasi un miliardo nell'80 solo per macchinari e una cifra analoga la investirà anche nell'81; mentre tra pubblicità e «sponsorizzazioni» carie investirà quasi due miliardi. Ed è proprio da questo ultimo fronte (quello delle «sponsorizzazioni») che verranno le maggiori novità. L'.Mct- infatti, oltre alla Juventus, al «Sci club Sestriere» e alla squadra campione europea di pallavolo «Robe di Kappa», sta formando un'equipe di atletica a livello mondiale che, spiega Vitale, raggrupperà i «velocisti» più /ontosi: «Si va da Tommie Smith, campione olimpionico dei 200 metri piani, a Edwin Moses; da Steve Williams a Roti Milburn». £ questi sono i «nomi» che hanno già firmato, mentre «In trattative» ci sono altri due nomi prestigiosi. Il primo è Sebastian Coe, campione olimpionico a Mosca nei 1500 metri. Il secondo è Pietro Mennea, campione olimpionico a Mosca e Montreal che vestirà il marchio «Robe di Kappa». Cesare RoCcati