Berlinguer ad Avellino accusa la dc d'aggravare le conseguenze del sismo di Livio Zanotti

Berlinguer ad Avellino accusa la dc d'aggravare le conseguenze del sismo L'incontro su «scienza e cultura per la salvezza del Sud» Berlinguer ad Avellino accusa la dc d'aggravare le conseguenze del sismo E sottolinea il «rifiuto alla rassegnazione» criticando il razzismo con il quale taluni considerano i drammi del Meridione - Il prof. Ippolito si interroga sull'utilità, oggi, di questi convegni dal nostro inviato speciale AVELLINO— Appena conclusa la seduta della Camera che ha confermato la fiducia al governo Forlani, Enrico Berlinguer è venuto ieri a portare il peso della sua presenza al convegno organizzato dall'Istituto Gramsci e dal Cespo ad Avellino per discutere «il ruolo della scienza e della cultura per la salvezza del Mezzogiorno*. Una manifestazione non di proposta, ma di riflessione, non soltanto per le zone colpite dal terremoto, ma per tutto il Sud. Un altro momento di mobilitazione per i comunisti, che con ciò vogliono confermare il loro proclamato impegno in favore del Mezzogiorno, senza tuttavia riuscire a precisarne il programma. Il segretario comunista avrebbe dovuto pronunciare qui, nella sala dell'Istituto d'arte che ha ospitato il convegno, il suo giudizio sulla situazione politica nazionale, dopo la conclusione del drammatico episodio D'Urso. E tenendo conto che egli aveva scelto Salerno, meno di due mesi addietro, per annunciare la «svolta» del suo partito, dal compromesso storico alla «alternativa», l'attesa era tale da dare rilievo politico immediato ad un avvenimento soprattutto di indagine culturale. Ma ieri mattina, nel clima di tensione che precedeva la seduta parlamentare, Berlinguer decideva di anticipare il suo intervento. Alla platea di Avellino, dove è giunto in tarda serata, affollata di intellettuali e funzionari del pei giunti da tutte le province meridionali e da Roma, il leader comunista ha riferito del 'profondo contrasto insorto tra le forze democratiche nel corso del ricatto terrorista, di fronte al quale per la prima volta vi è stato un grave cedimento del governo*. Cosi ha spiegato il ritardo con cui è venuto a presiedere il convegno. Per passare subito dopo all'esposizione dei guasti provocati dal terremoto, un bilancio divenuto man mano una requisitoria contro la de, chiamata a rispondere delle inadempienze che hanno moltiplicato gli effetti devastatori del sismo. Berlinguer ha riassunto quelli che sono stati i temi del convegno, cioè rifiuto alla rassegnazione e anche ad un certo razzismo con cui da alcune parti si è guardato alla nuova tragedia meridionale. Egli ha rivendicato al Mezzogiorno anche una grande partecipazione al patrimonio di battaglie civili e sociali che hanno permesso all'Italia intera di progredire negli ultimi decenni. Ha denunciato il pericolo che anche l'emergenza del terremoto, tuttora vigente e drammaticamente ricordata dalle scosse di ieri l'altro, cada nell'oblio. Precedentemente, tra giovedì e ieri, politici e tecnici avevano tentato di coordinare i rispettivi punti di vista per avviare quella 'Correzione radicale del rapporto tra sapere scientifico e decisione politica* dichiarata indispensabile da Aldo Tortorella in apertura dei lavori. Il suo avvertimento a lasciarsi insidiare dal fatalismo (-che il terremoto possa risospingere all'idea mai sopita secondo cui la questione meridionale è unicamente un residuo, l'avanzo proi sorto di un malanno cronico, seppure oggi più affliggente di prima») ha però stimolato soprattutto la denuncia di impotenza degli specialisti di fronte alla sorda vaghezza dei politici. Ma l'insufficienza di questi convegni è stata sottolineata con parole perfino provocatorie dal noto scienziato Felice Ippolito, che ha riassunto un sentimento abbastanza diffuso nell'assemblea. «/convegni non bastano*, egli ha detto. Contrapponendo poi attraverso una serie di esempi la cultura universitaria dei centri di ricerca, cresciuta notevolmente nel nostro Paese durante gli ultimi anni, a quella burocratico-ministeriale, rimasta invece ferma alla prima metà del secolo. Ippolito, ad esemplificazione massima della difficoltà di colloquio tra intellettuali e potere, ha accusato il commissario governativo Giuseppe Zamberletti di avere sollecitato ancora nelle scorse settimane una mappa delle frane nel Meridione, che non esiste, e che egli pensava invece fosse disponibile. Livio Zanotti

Luoghi citati: Avellino, Italia, Roma, Salerno