L'Islam alla conquista del Continente Nero

L'Islam alla conquista del Continente Nero OSSERVATORIO L'Islam alla conquista del Continente Nero La conversione all'Islam — sincera o no — di numerosi capi di Stato negri negli ultimi anni; l'interesse suscitato dalla rivoluzione iraniana tra le masse arabe e africane; le reazioni provocate dal progetto di fusione tra Libia e Ciad: sono alcuni esempi del ruolo crescente di questa « religione alla conquista dell'Africa». I dati demografici, nonostante siano spesso basati su semplici stime e malgrado la loro imprecisione, permettono di farsi un'idea dello sviluppo del fenomeno islamico nel Continente nero. L'Africa ha poco più di 400 milioni di abitanti; quasi la metà sono musulmani: oltre 85 milioni nell'Africa bianca, 100 milioni nell'Africa nera. La densità diminuisce man mano che si scende a Sud. Tranne che in Egitto, dove i copti-cristiani — presenti anche in Etiopia, e una volta in Sudan — rappresentano una forte minoranza, i popoli africani che si affacciano sul Mediterraneo sono musulmani quasi al cento per cento. I seguaci di Maometto sono ir. grande maggioranza nei Paesi confinanti o vicini ai Paesi arabi, soprattutto in Somalia, Senegal, Gambia, Niger, Mali, Sudan e Guinea, e formano importanti minoranze in Etiopia, Sierra Leone, Guinea Bissau, Nigeria, Ciad, Tanzania, Liberia, Alto Volta, Costa d'Avorio e Camerum. Più a Sud, la loro presenza è scarsa, ma solo dieci anni fa era inesistente. Meno di un secolo dopo la morte di Maometto (632) l'Islam fece un'improvvisa puntata a Est fino alla valle dell'Indo e, a Ovest, fino alla Spagna, attraverso il Maghteb, spingendosi fino a Poitiers (732). La penetrazione nell'A frica nera è avvenuta più tardi perché i cavalli dei conquistatori arabi del settimo secolo erano stati fermati dalla mosca tsé-tsé. Furono i commercianti berberi a introdurre la religione musulmana nel Mali, nel Niger e nel Ciad, tra il nono e il tredicesimo secolo, mentre i commercianti e i marabutti facevano adepti nella regione che si estende dal Senegal al Ghana alla Nigeria. Paradossalmente, la Nubia (Sudan), più vicina alla Mecca, fu islamizzata solo nel quattordicesimo secolo. Dopo una pausa di quasi tre secoli il proselitismo musulmano si rianimò nel diciannovesimo secolo grazie a insigni predicatori e teologi, spesso negri, come El Hadj Omar. Il cristianesimo è presentato da allora come la religione dei colonizzatori europei abbracciata dalle élites, mentre l'Islam si considera una religione che vuole l'emancipazione del Terzo Mondo e offre un sistema socio-culturale che ben si adatta alla vita comunitaria delle masse africane. Negli «Stati cerniera» dell'ex Africa Occidentale francese, come il Mali, il Niger e il Ciad, i nomadi guerrieri del Nord (arabi o berberi, si considerano bianchi, quale che sia il colore della pelle) hanno avuto tradizionalmente la meglio sui neri del Sud. La colonizzazione pose fine a questa sottomissione, perché i francesi si appoggiarono ai «sudisti», tra i quali reclutavano i quadri subalterni dell'amministrazione coloniale. Questi ultimi, come l'ex presidente Tombalbaye per esempio, ereditarono naturalmente il potere all'indipendenza. Tuttavia, dopo una decina d'anni i «nordisti» cercarono di recuperare la loro supremazia o ristabilire una certa uguaglianza. Se l'Islam è stato ed è ancora una leva per l'emancipazione dei popoli, può anche diventare, nelle mani di qualcuno, strumento di egemonia. Nasser se ne era servito abilmente, ma non aveva i mezzi finanziari della Libia o dell'Arabia Saudita, che cercano di estendere le loro zone d'influenza. Paul Balta Copyright Le Monde e per i'Iiaiia La Stampa

Persone citate: Nasser, Paul Balta