Catene, chiodi o antineve? di Michele Fenu

Catene, chiodi o antineve? L'inverno nemico dell'auto Catene, chiodi o antineve? Ecco quello che consiglia un super esperto, Giorgio Pianta, pilota collaudatore della Abarth Una spruzzata di neve e il traffico va in mtilt*. Strade che si trasformano in piste di pattinaggio, incidenti a catena.Come difendersi? Quali accessori si offrono agli automobilisti per adattare le loro vetture alla situazione? Si torna così a parlare di pneumatici di tipo invernale, di chiodi, di catene. Qual è V'arma* migliore? L'abbiamo domandato a Giorgio Pianta, pilota, tecnico e responsabile dei collaudi delle Fiat Abarth che corrono nei rally. Un vero esperto, che per esperienza e lavoro conosce a fondo il problema. Gomme invernali — Premesso che parliamo non dei vecchi pneumatici *antineve* in uso da anni, ma di moderne gomme da neve messe a punto dai costruttori proprio sulla base dei rally (per esempio l'*MS 35» Pirelli), Pianta afferma: «Queste coperture sono capaci di prestazioni sorprendenti. Lo studio delle mescole e del disegno del battistrada ha portato alla realizzazione di prodotti in grado di rendere agevole e sicura la marcia in qualsiasi condizione. Vi sono mescole tenere che in pochi chilometri di viaggio si «riscaldano», anche sulla neve, mantenendo caratteristiche di morbidezza e, quindi, di aderenza su fondi innevati-ghiacciati. Si sfrutta poi il principio della valanga, ovvero il concetto che «neve su neve» fa presa. I vuoti nella scolpitura del battistrada si riempiono di neve pressata: in pratica, abbiamo una pellicola nevosa che rotola sullo strato depositato sulla strada. Non c'è più gomma, il che, ripeto, è un vantaggio e non un inconveniente. Ci sono poi pneumatici in cui si formano naturalmente, all'interno del le lamelle e dei tagli, veri e propri chiodi o aculei di ghiac ciò, che aumentano ulteriormente l'aderenza». Va anche aggiunto che gli attuali radiali hanno eliminato un aspetto negativo dei tradizionali •antineve*, ovvero la scarsa resi sterna alle alte velocità. Chiodi — Rispetto alle gomme «invernali», i chiodi non comportano particolari vantaggi. «La chiodatura, che viene eseguita su questo stesso tipo di pneumatici—spiega Pianta —, è una operazione abbastanza costosa. La si può apprezzare solo su fondi ghiacciati o formati da croste di neve durissima, battuta. La tenuta laterale è più efficace, si frena con tranquillità. Ma bisogna ricordare che in alcuni paesi i chiodi sono vietati e che in Italia occorre osservare alcune norme: tutte e quattro le ruote debbono essere chiodate e corredate da paraspruzzi; il centro del battistrada libero; non più di 160 aculei per copertura (sporgenza massima 2 mm); velocità massima 80-90 l'ora su strada e 100-120 in autostrada». Naturalmente, su asfalto i chiodi si tramutano in uno svantaggio, perché diminuiscono l'aderenza. Le frenate si allungano, le curve vanno affrontate con prudenza. Catene — Il giudizio di Pianta è perentorio. «Mi stupisco che si usino ancora negli anni '80. La loro utilizzazione dovrebbe essere limitata a casi eccezionali, ad esempio di grande innevamento. Comunque, meglio quelle con maglie a rombi e, in ogni caso, facilmente montabili». In sintesi, possiamo dire che, fattori economici a parte, le gomme minvernalU sono le più adatte agli automobilisti sciatori; che i chiodi dovrebbero essere usati soprattutto da chi vive e lavora in monta gna e deve spostarsi spesso su strade ghiacciate; che le catene sono utili per emergenze. Michele Fenu

Persone citate: Giorgio Pianta, Pianta

Luoghi citati: Italia