Carter rinvia l'ultimatum a Teheran per gli ostaggi

Carter rinvia l'ultimatum a Teheran per gli ostaggi «Concreta» risposta iraniana alle offerte Usa Carter rinvia l'ultimatum a Teheran per gli ostaggi Scadrà lunedì anziché oggi - Ad Algeri si discute febbrilmente, riserbo sul documento - Un passo avanti, ma forse non decisivo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gli Stati Uniti hanno ricevuto una «concreta» risposta dell'Iran alle loro proposte per il rilascio degli ostaggi di Teheran, risposta che richiede « un esame attento e profondo». «Finché non ne sarà stata fatta un'approfondita valutazione», gli Usa non potranno dire se il documento consentire la soluzione della crisi. Lo ha annunciato ieri pomeriggio un portavoce del Dipartimento di Stato, .Tohn Cannon. stroncando una ridda di voci contraddittorie sulla vicenda dei prigionieri. La risposta iraniana è stata consegnata agli americani dai mediatori algerini. Né Cannon. né gli altri funzionari del governo americano hanno voluto svelare il contenuto della risposta iraniana. Tn un breve comunicato, Cannon ha detto che ne stanno discutendo i vertici dello Stato con il negoziatore ad Algeri, il sottosegretario Christopher. Ma l'opinione prevalente a Washington è che essa costituisca un ulteriore, ma non decisivo passo avanti verso la liberazione. Per questo motivo Carter avrebbe deciso di prorogare a luned'. vigilia dell'insediamento del suo successore alla Casa Bianca, l'ultimatum che sarebbe scaduto oggi. Di questa decisione ha dato conferma il segretario di Stato, Musine. «Se la risposta non portasse al rilascio degli ostaggi — ha affermato — continueremmo a negoziare sino all'ultimo minuto». Un clima di estrema tensione, in cui l'euforia si alterna allo scoramento, aleggia a Washington. Anche ad Algeri la situazione appare molto confusa. Prima dell'annuncio della risposta iraniana, ieri mattina, prevaleva un cauto ottimismo. Reagan, riunendosi a Blair House col suo futuro governo, aveva dichiarato che «vi è motivo di essere fiduciosi». Sempre Muskie. paragonando il braccio di ferro con Teheran a una partita di calcio. aveva osservato : «Quante volte il match è stato vinto all'ultimo minuto?». Dopo l'annuncio della risposta, invece, sono sorti numerosi interrogativi, uno pi'ì inquietante dell'altro. TI modo con cui la risposta stessa è maturata ha contribuito a generare equivoci. TI premier iraniano Rajai e il negoziatore Nabavi si sono recati dall'ayatollah Khomeini dopo un dibattito del governo durato 4 ore e gli hanno sottoposto il testo di un messaggio agli algerini che egli ha approvato. Contemporaneamente, l'altro negoziatore, Azizi. ha ricevuto 16 diplomatici occidentali e di Paesi non allineati. L'incaricato d'affari svizzero, che tutela gli interessi Usa in Tran, gli ha sottoposto una lettera di 185 parlamentari americani per la libe- razione dei prigionieri. T suoi colleghi hanno trasmesso analoghi messaggi verbali dei loro governi. La reazione di Azizi è stata ambigua: ha assicurato che l'Iran sta compiendo tutti gli sforzi necessari per la soluzione della crisi, ma ha lamentato che le proposte americane non fossero «completamente soddisfacenti». «Registriamo un andamen to posi tivo dei negoziati — ha affermato — ma vi sono residue divergenze imputabili agli Stati Uniti». John Cannon ha affermato che gli Stati Uniti da tempo non tengono conto, e non ne terranno nei prossimi giorni, delle notizie provenienti da Teheran, ma si limiteranno alla discussione dei testi ufficiali trasmessi dagli algerini. Ha lasciato intendere che la situazione potrebbe ancora sbloccarsi prima di martedì, quando Reagan assumerà il potere, anche se fisicamente i prigionieri rientreranno soltanto nei giorni successivi. Ha parlato di una sterpaglia di dettagli tecnici, e ha aggiunto che Christopher lavorerà al loro sgombero sino all'ultimo istante. Anch'egli ha sottolineato la frase di Muskie secondo la quale «il vero ultimatum scade lunedì 20». ,, „

Persone citate: Azizi, Blair House, Cannon, John Cannon, Khomeini, Nabavi, Rajai