La flotta francese in stato d'allerta? Tripoli: useremo l'arma del petrolio

La flotta francese in stato d'allerta? Tripoli: useremo l'arma del petrolio Dopo il Ciad, Parigi teme l'espansionismo di Gheddafi in Sudan e Niger La flotta francese in stato d'allerta? Tripoli: useremo l'arma del petrolio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La «guerra verbale» tra Francia e Libia ha raggiunto nelle ultime ore un livello d'insolita durezza. Dopo le condanne ufficiali dei giorni scorsi al progetto libico di fusione con il Ciad, mercoledì sera Parigi ha lanciato attraverso il canale informale delle agenzie di stampa un severo avvertimento al regime di Tripoli. Se le truppe libiche si spingeranno, a Sud. oltre i confini del Ciad, hanno ammonito «fonti autorevoli» francesi, Parigi interverrà militarmente al fianco degli Stati africani che solleciteranno il suo aiuto contro le mire espansionistiche della Libia. E che i Paesi africani amici della Francia siano pronti a chiederne l'aiuto appare oggi a Parigi un'eventualità scontata, dopo che il vertice riunitosi l'altro ieri a Lomè ha formalmente condannato i progetti libici sul Ciad. In quanto poi ai Paesi sui quali potrebbe esercitarsi la spinta espansionistica di Tripoli, a Parigi si esprimono preoccupazioni soprattutto per il Sudan (dove nei giorni scorsi ha soggiornato una missione militare francese) e il Niger A questo duro «avvertimento» ufficioso, Tripoli ha replicato con violenza, accomunando nei suoi attacchi la Francia e i Paesi che l'hanno condannato a Lomé. Dopo aver detto che la Libia aumenterà le sue forze nel Ciad per «contrastare la minaccia francese», il colonnello Gheddafi ha minacciato Parigi di «un boicottaggio economico globale» se commetterà «una sciocchezza contro il popolo libico intervenendo in que¬ stioni che riguardano la sua sicurezza». Tali questioni, è stato specificato, sono una eventuale «aggressione ai confini del Ciad». In questo caso il regime di Tripoli è pronto a utilizzare contro la Francia «l'arma del petrolio, arma economica, politica e rivoluzionaria». Rivolgendosi poi agli Stati africani presenti a Lomè, Gheddafi li ha avvertiti che considera «un pezzo di carta» senza valore la risoluzione sul Ciad, ammonendoli che gesti di ostilità contro la Libia o il governo legittimo del Ciad «costerebbero l'aiuto economico» fornito loro da Tripoli. Davanti a queste minacce, ieri le autorità francesi hanno scelto il silenzio, non commentando né le dichiarazioni di Gheddafi né i risultati del vertice di Lomè, che privata¬ mente viene comunque considerato un successo per la diplomazia di Parigi. Ma su questo riserbo si inseriscono alcuni fatti che confermano l'acuta tensione del momento. Il primo è la decisione, annunciata mercoledì sera dal governo, di «sospendere» il contratto recentemente concluso dalla compagnia petrolifera nazionale Elf con la Libia. A ciò s'aggiunge la notizia, pubblicata in prima pagina ieri con toni allarmistici dal giornale comunista L'Humanitè, che la flotta del Mediterraneo in rada a Tolone è stata posta in stato d'allerta ed è pronta a salpare entro 48 ore. U ministero della Difesa non ha fatto alcun commento Tutto ciò non significa naturalmente che la Francia stia davvero per lanciarsi in un'azione anti-libica. E' certo, comunque, che le relazioni tra Parigi e Tripoli sono estremamente tese e il' dissidio innescato dal «caso ciadiano» rivela, come osserva Le Morule «il fallimento d'una politica o la fine d'una illusione». Paolo Patinino

Persone citate: Gheddafi, Paolo Patinino