Discreti detective della salute

Discreti detective della salute UN'INCHIESTA SUI MALANNI (E SULLE PAURE) DEGLI ITALIANI Discreti detective della salute Studenti e giovani laureati compongono il piccolo esercito di rilevatori comunali che raccolgono dati per conto dell'Istat Freddi e reticenti sui problemi economici e i drammi sociali, i cittadini fanno grande accoglienza alle interviste sulla situazione sanitaria - Su 100 italiani, 20 stanno bene, 16 considerano insoddisfacente il proprio stato, 60 stanno «così e così» Dicono i maestri di giornalismo che non è da tutti fare interviste lampeggianti, efficaci, gradite ai lettori. Perché c'è un metodo (capacità di sintesi e di mirare al sodo, abili tà nel cavar succhi da discorsi vaghi, cura nel sistemare domande rapide e risposte sfrondate da pesantezze) che bisogna conoscere e praticare, se per mestiere si è scelto quello di scrivere. Ma come fare interviste se addirittura non vi si è preposti professionalmente? Niente paura. C'è chi ci riesce, e con buoni risultati, al di fuori del giornalismo: qualche centinaio di rilevatori comunali, piccolo esercito sparso in tutta Italia, che porta un prezioso contributo alla dea statistica, se non alla incisività di linguaggio dei mass media. Sono in genere studenti universitari o laureati di fresco, che le amministrazioni municipali arruolano prò tempore con l'incarico di sondare la popolazione su vari aspetti della vita sociale. Compiono per esempio —ed è l'attività più ripetitiva — le trimestrali inchieste sulle forze del lavoro nel Paese: occupati, disoccupati, migra- zioni d'addetti fra diversi settori, richieste di mano d'opera e d'impiego, situazione delle liste di collocamento. Ma con la tecnica dell'indagine campione, questi in¬ vestigatori dell'Istituto centrale di statistica s'occupano anche di indagini particolari: nelle quali l'aridità dei questionari preparati in alto loco dai superesperti è mitigata dal calore umano che spesso accompagna l'intervista al cittadino o al nucleo familiare. Come nel caso dell'inchiesta in corso sulla salute degli italiani, che i funzionari dell'Istat definiscono di grande successo e i rilevatori comunali -entusiasmante^ per l'accoglienza ricevuta. Sentiamo alcune testimonianze dirette. Luisa M., studentessa pugliese di Psicologia, Andrea L. e Mauro A., studenti laziali di Medicina, Silvana G, studentessa fiorentina di Agraria hanno soltanto qualche remora a scender nei dettagli, «perché la discrezione, e l'anonimato garantito come prassi ineludibile, sono alla base del tipo di sondaggi che facciamo, i quali pescano nell'individuale, nell'intimo della gente». Ma a parlarne in generale non hanno problemi «Un conto è intervistare le persone su vicendp economiche o su degenerazioni sociali, un conto è parlar con loro del bene pi'i caro d'ognuno, la salute. Nel primo caso, durante inchieste del passato, trovavamo freddezza, sospetto, reticenze e rifiuti. Con le interviste sulla salute invece abbiamo colto una disponibilità totale, sia delle persone pi'i semplici che dei cittadini, diciamo cos', acculturati. L'idea di contribuire a delineare un quadro preciso della salute degli italiani, per poi migliorare l'assistenza sanitaria, è piaciuta a tutti» (Luisa M.). «C'è un altro motivo, forse, che spi: ge la gente a confidarsi, a facilitarci il compito dell'indagine sulla salute che si sta realizzando presso venticinquemila famiglie italiane. La voglia di parlare dei propri acciacchi, spiegandone origini, sintomi, ricorsi, evoluzione, quasi che noi fossimo dei medici pratici. Che cosa vuol dire? Che molti malati non hanno possibilità di dialogo con chi li cura e appena trovano qualcuno che sta a ascoltarli si sfogano?». (Andrea L. e Mauro A.). «Serve alla statistica nazionale, ma serve anche a noi rilevatori questo contatto umano con la gente. Oltre alle risposte ufficiali che dobbiamo cogliere in base al questionario affidatoci, c'è una miriade di interessanti acquisizioni che non entrano nella statistica, ma che ci arricchiscono sotto il profilo umano. E' bello il dialogo con il prossimo, anche se si parla soprattutto di miserie e di speranze: è bello quando si instaura una confidenza affettuosa, che magari è cementata dall'offerta ripetuta d'un bicchierino di grappa ai mirtilli fatta in casa o d'un piatto di ribollita cotta con tutti i crismi, cavolo viola compreso, e offerto fra una domanda sull'ipertensione e una sulla gotta». (Silvana G). I detectives della salute nazionale non sembrano dunque frustrati dal compito affidato loro, che solo ai profani potrebbe sembrar banalmente macchinale. In un precedente articolo descrivevamo la vasta indagine, già conclusa come raccolta di dati, sulla salute degli italiani. «I risultati si conosceranno a primavera, dice il professor Marcello Natale, direttore del settore Istat che si occupa di statistiche sanitarie, e grazie al buon lavoro dei rilevatori avremo un quadro della situazione finalmente attendibile, completo, assai serio». Ma in attesa di quei risultati, c'è qualche altra indicazione statistica sulla salute collettiva? > Gli ultimi accertamenti riguardano una rilevazione promossa dall'Istituto statistico delle Comunità europee (Eurostat) e compiuta con le stesse modalità in tutti i Paesi della Cee. In Italia, sono stati intervistati 2027cittadini di 151 centri urbani con varie ampiezze demografiche e in diverse zone della Penisola: collina, pianura, montagna. Nella tabella che pubblichiamo sono raggruppati gli elementi statistici più significativi, die già danno un parziale quadro della situazione sanitaria. Parziale e meno approfondi fn della mappa che la nuova indagine Istat sarà in grado di fornire, ma non per questo senza valore indicativo. Se ne desume, per esempio, che venti italiani su cento (rapportando al complesso della popolazione le risposte dei 2027 intervistati) non ha lamentato malesseri di sorta nelle ultime quattro settimane precedenti la visita del rilevatore: che sessanta su cento giudicano «abbastanza soddisfacente» il proprio stato di salute: che sedici su cento lo considerano «piuttosto insoddisfacente», quattro «molto insoddisfacente» e una persona su cento «pessimo». Franco Giliberto MAPPA DEI NOSTRI ACCIACCHI: PRIMO, IL MAL DI TESTA (Penultima indagine Istat: risposte ottenute ogni cento intervistati su 2027) Cittadini che nelle ultime quattro settimane hanno avuto malesseri mal di testa tensione nervosa dolori e fitte generali capogiri disturbi gastrici stanchezza immotivata lombaggine gonfiore arti inferiori depressione stitichezza tachicardia esaurimento generale indigestione eruzioni cutanee allergie nessun malessere 42 33 25 20 20 19 17 15 13 13 9 4 3 20 Cittadini che nelle ultime quattro settimane hanno preso dei farmaci hanno preso dei farmaci per lenire il dolore per alleviare il raffreddore, lenire la tosse e il mal di gola come tranquillanti o per «distendere i nervi» per dormire bene come Ionico o alla ricerca di un effetto stimolante per altri motivi precisi, in ossequio a terapie mediche di Iuns;i durata 56 54 24 19 10 10 29 Giudizi di cittadini che avevano bisogno di urgente assistenza difficoltà nel trovare un medico ritardo dell'intervento del medico qualità delle prestazioni mediche rapporto con il personale sanitario costo dell'assistenza sanitaria nessuna qualcuna notevoli nessuno un po' notevole soddisfacenti non del tutto inadeguate premuroso corretto sgarbato gratuito ragionevole elevato , 72 18 10 65 27 8 86 II 3 53 42 5 79 17 4 (Quando gli intervistali hanno fornito più d'una risposta, la somma delle percentuali nella tabella non ha avuto riscontro aritmetico).

Persone citate: Andrea L., Franco Giliberto, Marcello Natale, Mauro A., Silvana G, Testa

Luoghi citati: Italia