Polonia, minacciati scioperi a catena Imminente lo sgombero a Rzeszow?

Polonia, minacciati scioperi a catena Imminente lo sgombero a Rzeszow? Cresce la tensione per il problema dei «sabati liberi» Polonia, minacciati scioperi a catena Imminente lo sgombero a Rzeszow? Nella cittadina 300 persone continuano a occupare la sede dei disciolti sindacati ufficiali - A Olsztyn sostituito il segretario del partito - Improvvisa visita a Varsavia del maresciallo Kulinov, comandante sovietico del «Patto» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — In Polonia si preannuncia una nuova prova di forza tra governo e sindacati sul problema dei sabati liberi. Ieri infatti la direzione nazionale di Solidarietà* ha diffuso un comunicato a Danzica, in cui ribadisce che in seguito agli accordi firmati la scorsa estate tutti i sabati devono considerarsi non lavorativi. Numerosi comitati sindacali regionali, inoltre, hanno diffuso comunicati nei quali si chiede alle autorità di considerare sabato 10 gennaio il primo «sabato libero»: se chi non ha lavorato quel giorno sarà considerato «assente ingiustificato», è detto nei comunicati, esploderanno azioni di protesta che potrebbero sfociare in scioperi a catena. La tensione aumenta anche a Rzeszow, dove ieri il comitato nazionale di sciopero, composto da esponenti di «Solidarietà-, e di -Solidarietà rurale», ha messo in atto uno sciopero di due ore, dalle 12 alle 14. La protesta è stata causata dal mancato arrivo della commissione governativa incaricata di trattare con le 300 persone che dall'inizio dell'anno occupano l'edificio dei sindacati ufficiali, disciolti il 31 dicembre. Si sono intensificate le voci di un possibile intervento della polizia, che domenica a Nowy Sacz e lunedì a Ustrzyky Dolne aveva sgomberato edifici pubblici occupati dai dimostranti. Qualche inquietudine ha destato anche la notizia dell'arrivo a Varsavia, dove si è incontrato con il segretario del partito Kania e il primo ministro Pinkowski, del comandante sovietico delle forze del •Patto di Varsavia», maresciallo Viktor Kulikov. Nulla si sa sugli argomenti trattati nei colloqui. In occasione dello sciopero a Rzeszow, ieri i cancelli di tutte le fabbriche della regione, oltre un centinaio, sono stati decorati con bandiere bianche e rosse, i colori nazionali, simbolo dall'agosto scorso della protesta operaia. In segno di solidarietà con gli scioperanti di Rzeszow, alle 12 le sirene di tutte le fabbriche di Varsavia hanno suonato; gli autobus della capitale hanno affisso inoltre bandierine bianco-rosse e manifesti¬ ni nei quali si condanna ogni forma di repressione. Rzeszow, dove per la prima volta manifestano insieme operai e contadini, sta diventando un nuovo simbolo per la Polonia: uno dei fini principali della protesta è la registrazione di «Solidarietà rurale» e la realizzazione di una lista di undici richieste presentate dal sindacato contadino, la cui accettazione equivarrebbe a una vera e propria riforma dell'agricoltura. Ieri il poup ha sostituito il primo segretario del partito nel voivodato di Olsztyn. Dopo la destituzione, martedì, del prefetto di Torun, la decisione di ieri può essere considerata frutto del desiderio di eliminare un altro elemento di tensione. La commissione nazionale di «Solidarietà», nella riunione del 7 gennaio, si era occupata del caso e aveva chiesto l'invio di una commissione d'inchiesta a Olsztyn entro la fine del mese. La decisione del poup dovrebbe contribuire a far scendere la tensione in una regione in cui «Solidarietà» accusa i dirigenti locali di ostacolare l'azione dei nuovi sindacati. Ieri si è riunito a Varsavia il politburo del partito. In un comunicato, l'ufficio politico del poup sostiene che sabato scorso «quasi 7 milioni e mezzo di persone si sono recate al lavoro, nonostante la direzione di Solidarietà avesse dichiarato il sabato libero. Inoltre un milione e 600 mila lavoratori hanno anticipato il loro giorno di riposo da sabato 31 gennaio a sabato 10 gennaio». Secondo «Solidarietà» l'80 per cento dei lavoratori aveva aderito al suo invito. e. st.

Persone citate: Viktor Kulikov

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Torun, Varsavia