Autonomi: «black-out» aereo Alitalia: non ci spaventa
Autonomi: «black-out» aereo Alitalia: non ci spaventa Braccio di ferro dopo la minaccia di bloccare i voli Autonomi: «black-out» aereo Alitalia: non ci spaventa ROMA — Il ritorno di «aquila selvaggia» non smuove l'Alitalia, anche se un «blàck out» dei voli per sette giorni, dal 19 al 25 gennaio, come annunciato dai piloti iscritti al sindacato autonomo Anpac, verrebbe a cadere in un momento economico particolarmente delicato per il trasporto aereo mondiale. Anzi, proprio perché l'80 è stato un anno nero e 1*81 non promette niente di buono, porta i vertici della compagnia di bandiera a non prendere in considerazione le rivendicazioni della categoria. «La distanza tra la nostra offerta e le richieste dei piloti —ci dice Giampiero Gabotto, capo del servizio stampa dell'Alitalia — è al momento talmente grande, quasi incolmabile, da non lasciare spazio alla trattativa del rinnovo contrattuale». L'unica preoccupazione, semmai, è per le conseguenze che lo sciopero ad oltranza avrà sui viaggiatori, tenendo anche presente che i ferrovieri autonomi sono sempre sul piede di guerra. L'intero settore dei trasporti rischia dunque di rimanere sconvolto, a partire dalla settimana entrante. A questo punto, non è da escludere un intervento del ministro Formica, almeno per salvaguardare i collegamenti ritenuti essenziali. Una settimana di scioperi farebbe perdere all'Italia circa 20 miliardi di lire. «Ma il problema — osserva ancora Gabotto — non va inquadrato sul costo di una agitazione di sette giorni, quanto sul costo che per la salute finanziaria dell'azienda comporterebbe accettare le proposte di aumento avanzate dall'Anpac». Dopo l'ultimo incontro del 5 gennaio scorso i piloti autonomi (che peraltro rappresentano quasi il 90 per cento della categoria) hanno elevato la loro richiesta da 18 a 25 milioni lordi annui pro-capite, contro un'offerta di 3,5-4 milioni lordi annui. Un inasprimento così clamoroso della vertenza era del resto nell'aria. Già nel novembre scorso, infatti, di fronte al rifiuto di un aumento medio economico di 18 milioni annui e anzi ad un incremento del 77 per cento dell'attuale retribuzione, con un maggiore esborso di 44 miliardi di lire l'anno da parte dell'Alitalia, minacciò uno sciopero di 168 ore. La decisione senza precedenti venne poi sospesa in seguito al terremoto. Gli autonomi tornano ora alla carica alzando il tenore delle richieste e minacciando la paralisi di un servizio indispensabile com'è quello del trasporto aereo. Sbocchi immediati della trattativa non si intravedono anche perché, a quanto pare, ci sarebbero precise direttive del governo a non andare oltre l'offerta dei 3,5-4 milioni di lire. I vertici dell'Alitalia, del resto, ribadiscono la loro disponibilità a venire incontro alle esigenze dei piloti ma non al punto da mandare per aria il bilancio che Io scorso anno si è già chiuso con un deficit di alcuni miliardi. La posizione, in sostanza, resta ferma a quanto dichiarò il presidente Nordio nel corso dell'ultima assemblèa: «La pace sociale è importante: non intendiamo però ottenerla sacrificando l'equilibrio finanziario dell'azienda». La ripresa della trattativa è ora nelle mani del governo. Il ministro Formica sembra comunque deciso a concedere ben poco, temendo, in caso di accoglimento parziale di rivendicazioni cosi astronomiche, l'accendersi di una conflittualità in tutti i settori. Né Formica sembra disposto a tollerare un blocco dei voli per sette giorni. La precettazione, come già fatto per gli uomini radar, è nell'aria, salvo un auspicabile ripensamento dei piloti autonomi. e. p
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