Curcio parla con i magistrati a Palmi dopo essere stato accusato per D'Urso di Giuseppe Zaccaria

Curcio parla con i magistrati a Palmi dopo essere stato accusato per D'Urso Curcio parla con i magistrati a Palmi dopo essere stato accusato per D'Urso Il «capo storico» delle Brigate rosse non si è trincerato dietro la formula: «Mi dichiaro prigioniero politico» - Stretto riserbo sul contenuto delle dichiarazioni fatte ai giudici ROMA — Curcio e gli altri non si sono limitati allo slogan: 'Mi dichiaro prigioniero politico». Ieri, ai due magistrati che si sono recati nel supercarcere di Palmi per contestare loro i nuovi ordini di cattura per concorso nel sequestro D'Urso. hanno fornito una lunga serie di risposte. Di quale tenore, è cosa che ovviamente i magistrati hanno taciuto ai cronisti che li attendevano all'uscita del carcere. Questa volta la Procura di Roma aveva preferito, anziché inviare a Palmi i suoi magistrati, agire per rogatoria, cioè incaricare la Procura competente per territorio (in questo caso, quella di Reggio Calabria) di compiere gli atti istruttori. A notificare i nuovi provvedimenti ieri mattina sono stati dunque il procuratore della Repubblica di Reggio, Giuseppe Tuccio. e uno dei suoi sostituti, Ezio Arcadi. I magistrati sono entrati nel supercarcere intorno alle 8 e ne sono usciti poco meno di tre ore dopo. 'Ho interrogato tutti i 14 detenuti incriminati — si è limitato a dire il dottor Tuccio — e di essi, nessuno si è rifiutato di rispondere. Naturalmente, non posso fare dichiarazioni sul contenuto degli interrogatori. In pratica, io ho fatto solo da tramite, agendo per conto della Procura di Roma». Il magistrato non ha potuto rispondere neanche alla do- manda di un cronista, che gli chiedeva come mai. su 67 detenuti della sezione di massima sicurezza del carcere calabrese, solo 14 fossero stati incriminati per concorso nel sequestro: •£' stata una scelta del dottor Sica — ha ribattuto il giudice —di cui non conosco le ragioni». Gli ordini di cattura, com'è noto, riguardano oltre a Renato Curcio. Corrado Alunni, Giorgio Semeria. Prospero Gallinari. Lauro Azzolini, Pietro Bertolazzi, Augusto Viel, Aldo Lintrani. Domenico Delli Veneri. Stefano Bombra. Italo Pinto, Giorgio Pannizzari. Mario Doretto e Adolfo Ceccarelli. Nell'altro supercarcere attraverso cui passano le trame del «caso D'Urso». quello di Trani. la situazione intanto appare tranquilla. In Puglia i magistrati romani si erano recati l'altra notte, per notificare ai 65 detenuti già sotto accusa per la rivolta, i nuovi provvedimenti. La sorveglianza intorno al penitenziario — anche in vista di possi bili sbocchi del sequestro — resta particolarmente rigida. Ieri soltanto uno dei reclusi ha accettato un colloquio coi familiari: si tratta di Nicola D'Amore, indicato come «pnscpcslspvddigac «nappista». Ieri il giovane ha potuto vedere per pochi minuti, attraverso un vetro divisorio, la madre e il padre. La donna, uscendo dal carcere, ha raccontato di aver pianto per tutto il tempo del colloquio, e di non essere riuscita a ottenere, nonostante le sue insistenze, di poter restare sola con suo figlio anche per pochi minuti. «Non l'avevo mai visto così sporco», ha detto ancora la donna. «Mi ha detto che tutti vengono tenuti in condizioni disumane, che i giornalisti dovrebbero andare a vedere cosa succede nel carcere, e non scriverne dall'esterno». Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Palmi, Puglia, Reggio, Reggio Calabria, Roma, Trani