A Ravenna una clinica-laboratorio per il restauro dei mosaici malati di Uber Dondini
A Ravenna una clinica-laboratorio per il restauro dei mosaici malati Va finalmente in porto un progetto vecchio di molti anni A Ravenna una clinica-laboratorio per il restauro dei mosaici malati RAVENNA — Sarà realizzato a Ravenna un laboratorio per il restauro musivo. Il progetto è in discussione da molti anni e ha avuto tra i suoi patrocinatori gli organismi più disparati: dal Comune, che aveva elaborato una propria proposta poi rimasta nel cassetto, all'Istituto statale per il mosaico, che ha anche il problema di trovare sbocchi professionali qualificati ai propri allievi, alla Bottega musiva dell'accademia di belle arti, che dal dopoguerra ad oggi ha operato numerosissimi interventi di recupero in varie regioni italiane, alla Sovrintendenza ai monumenti, cui sono affidate a Ravenna molte delle opere musive di maggior interesse conservate in Italia. La richiesta ravennate par¬ tiva dalla constatazione che né l'Istituto centrale per il restauro, né l'Opificio per le pietre dure di Firenze avevano sezioni specializzate nel recupero e nel consolidamento di un patrimonio musivo abbondantissimo in Italia e in gran parte trascurato. Obiettivo massimo era la creazione a Ravenna — la città la cui candidatura per una iniziativa di questo genere non poteva essere messa in discussione — di un centro di restauro direttamente legato al ministero per i Beni Culturali, ma con una propria struttura tecnico-organizzativa, e con tutti i laboratori necessari allo studio dei materiali e delle più idonee tecniche di consolidamento. In attesa del completo raggiungimento di questo traguardo, il ministro per i Beni Culturali Biasini ha avviato l'elaborazione di un progetto che prevede per il momento la costituzione a Ravenna di un laboratorio specializzato alle dipendenze della Sovrintendenza ai monumenti della Romagna II personale del laboratorio potrà però intervenire in ogni regione italiana e sarà dotato di tutti gli strumenti e le tecnologie adeguati a offrire garanzie di intervento. Il primo annuncio risale al settembre scorso, quando l'on. Biasini intervenne a Ravenna a un seminario del Centro internazionale di studi sul mosaico antico. In quella sede, archeologi di tutto il mondo avevano segnalato le difficoltà che si incontrano ogni volta che si pone il problema di impedire la dispersione di pannelli o di pavimenti realizzati ricorrendo alla tecnica musiva. Solo ora però il progetto ha cominciato a prender corpo, e la conferma è stata fornita dall'ori. Biasini in occasione dell'inaugurazione di una mostra allestita a Ravenna dedicata ai lavori di restauro compiuti negli ultimi dieci anni in Romagna e nella provincia di Ferrara. Biasini ha confermato che la procedura per la costituzione del laboratorio sarà condotta in porto entro 1*81. La creazione di questo centro è essenziale anche per impedire la scomparsa di una tecnica artistica che per sopravvivere sta subendo un drastico rinnovamento. I mosaici moderni infatti tendono sempre di più ad allontanarsi dalle forme tradizionali ed è tuttaltro che remoto il pericolo della perdita definitiva di una manualità artigiana che è indispensabile quando si rendono necessari interventi su mosaici antichi. Fino ad ora questa manualità è stata preservata a Ravenna, a Firenze, Spilimbergo, e in altre «botteghe» italiane ma è crescente la tendenza ad abbandonare le paste vitree e gli smalti per ricorrere a materiali naturali che per forma e per dimensione richiedono tecniche di impiego completamente diverse da quelle seguite in passato. Il laboratorio ravennate se è destinato a nascere soprattutto come «clinica» per antichi mosaici malati, avrà dunque anche il compito di mantenere vive capacità artigianali destinate a scomparire in quanto troppo emarginate dalle linee attuali della prò duzione artistica. Uber Dondini
Persone citate: Biasini
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