«Mi misero una bomba in casa solo perché avevo confessato»

«Mi misero una bomba in casa solo perché avevo confessato» Nuove rivelazioni al processo dell'Anonima dei sardi «Mi misero una bomba in casa solo perché avevo confessato» FIRENZE — Al processo alla cosiddetta «Anonima sequestri» sarda, che si svolge alla Corte d'Assise d'Appello, ha deposto ieri l'imputato Giuseppe Buono, le cui rivelazioni durante il dibattimento di primo grado permisero di ritrovare i cadaveri di due rapiti, Piero Baldasslni e Luigi Pierozzi. Il processo, oltre a questi due rapimenti, riguarda anche quello di Alfonso Se Sayons e del cavallo «Wayne Eden». In primo grado Buono fu condannato alla pena detentiva di 24 anni per due sequestri, per l'uccisione della cognata ed il ferimento del fratello e di due nipoti. Principale accusatore degli altri imputati. Buono ha subito in carcere ben cinque aggressioni da parte di detenuti. Ieri mattina ha raccontato ai giudici di essere stato minacciato in carcere anche da un avvocato per conto di Giuseppe Narcisi, un siciliano di Agrigento, titolare di uno stabilimento tessile a Montemurlo di Prato, arrestato lo scorso settembre con l'accusa di aver riciclato il danaro del riscatto pagato per la liberazione del bambino di Arezzo, Francesco Del Tongo. Giuseppe Buono, durante l'interrogatorio, è stato più volte vivacemente interrotto dagli imputati rinchiusi nella grande gabbia dell'aula. Buono ha esordito dicendo di voler parlare di un fatto del quale aveva taciuto nel processo di primo grado. «Le armi per il sequestro Baldassini — ha detto — furono date agli imputati Giovanni Piredda e Giacomino Baragliu da Giu- seppe Narcisi. Questi, inoltre, una sera tornò a casa sua dicendo che era arrabbiato perché i soldi del riscatto (che lui era andato a ritirare) non erano stati divisi giustamente tra quanti avevano partecipato al sequestro'. 'Queste cose — ha aggiuntò l'imputato — le ho raccontate un paio di mesi fa ai Sostituti Procuratori Vigna e Fleury' (risulta infatti che è stata aperta una nuova istruttoria per il sequestro Baldassini, nella quale è imputato Narcisi). Ma perché Buono non aveva parlato del siciliano durante il processo di primo grado? •Fui consigliato a non fare il nome di Narcisi — ha risposto Buono — dall'avvocato Modaro, il quale venne nella mia cella nel carcere di Pistoia. Mi disse che i siciliani non erano come i sardi ed infatti 24 ore dopo la mia confessione su Narcisi a casa mia fu messa una bomba e mia figlia è viva per miracolo'. L'udienza è stata molto vivace con battibecchi tra difensori e Pubblico Ministero, tra Buono e gli altri imputati. Questi, ad eccezione di Pietro De Simone, Giuseppe Pisa e Francesco Ghisu, hanno polemicamente rifiutato l'interrogatorio.

Luoghi citati: Agrigento, Arezzo, Firenze, Montemurlo, Pistoia, Prato