Spesso le stufe a gas uccidono per ignoranza di chi le compra di Gianni Bisio

Spesso le stufe a gas uccidono per ignoranza di chi le compra Perché il pretore di Varallo Sesia ricorre alla Corte Costituzionale Spesso le stufe a gas uccidono per ignoranza di chi le compra Ossido di carbonio, assassino silenzioso. Ogni anno, soprattutto durante la stagione fredda, decine di persone perdono la vita avvelenate dall'ossido di carbonio che si sviluppa per l'irregolare funzionamento di stufette a gas. utilizzate in modo errato in piccoli locali chiusi. Lo stesso accade, ma meno frequentemente, per gli scaldabagni a gas. In tutti i casi si tratta di impianti di fortuna, realizzati senza tenere minimamente conto di quelle che sono le ordinarie precauzioni per far funzionare in un locale chiuso apparecchiature a fiamma libera, che quindi consumano ossigeno sviluppando contemporaneamente quantità piccole o grandi di gas di scarico. Se per gli impianti di una certa dimensione esistono comunque delle norme ben precise per l'installazione (e recentemente un magistrato ha fatto arrestare un idraulico reo di aver sistemato male uno scaldabagno a gas responsabile della morte di due persone), per le stufette in vendita a 20-30 mila lire la legge non impone niente ed i fabbricanti si guardano bene dall'avvenire il pubblico della loro pericolosità e delle semplici precauzioni da prendere per non diventare vittime dell'ossido di carbonio. Sono questi gli apparecchi bersaglio dell'azione del pretore di Varallo che ha sollevato, presso la Corte Costituzionale, una questione di legittimità delle norme che regolano la loro costruzione e utilizzazione. Perché sono pericolose le piccole stufe? -In genere — ci spiegano all'Istituto di medicina legale — vengono utilizzate di notte nei periodi più freddi dell'anno, quando cioè le finestre e le porte verso l'esterno vengono chiuse quasi ermeticamente. La fiamma, dopo aver bruciato una parte dell'ossigeno dell'ambiente, presenta una combustione più difficile: è questo il memento in cui incomincia a svilupparsi l'ossido di carbonio. Questo gas si lega all'emoglobina del sangue formando carbossiemoglobina che non cede più ossigeno ai tessuti, al contrario di quanto avviene con l'ossiemoglobina. C'è un senso di malessere, nausea e poi perdita di conoscenza alla quale subentra la morte. Spesso l'asfissia (per mancamo di ossigeno bruciato dalla fiamma) e l'avvelenamento (da ossido di carbonio) si uniscono a causare il decesso*. Come ovviare a questi pericoli? Roberto Morosetti. direttore della «Associazione nazionale controllo combustione», afferma che il problema deve essere risolto a monte, sia nella verifica degli impianti in vendita (molte stufe hanno una combustione naturalmente difettosa), sia nell'informazione dell'utente: • Troppo sovente gli incidenti accadono perché non vi è alcuno sfogo verso l'ambiente esterno, nella pericolosa illusione che in questo modo si riesca a scaldare più facilmente i locali'. Fra gli imputati ci sono anche gli scaldabagni a gas: «Se non vengono installati a regola d'arte — dice Morosetti — diventano estremamente pericolosi. E' indispensabile una presa d'aria verso l'esterno, sia per alimentare la combustione, sia per scaricarne i fumi prodotti. Altrimenti in locali piccoli come può essere un bagno è facile la formazione di ossido di carbonio'. Anche l'Italgas è impegnata in una campagna di prevenzione degli incidenti di questo tipo. Due le linee operative: l'informazione agli installatori (con appositi corsi per il miglior utilizzo delle apparecchiature a gas) e gli avvisi agli utenti, invitati a controllare e a far controllare da tecnici i propri impianti soprattutto per lo scarico dei prodotti della combustione. Oggi esistono (purtroppo r.on sono ancora diffuse nel nostro Paese) scaldabagni e stufe «a tiraggio equilibrato', installabili a parete e in diretta comunicazione con l'esterno. Vi sono anche, utilizzabili saltuariamente senza impianti fissi, le cosiddette stufe catalitiche impiegate sovente, ad esempio, per il riscaldamento delle roulottes senza alcun pericolo, sempre che, con una normale manutenzione, vengano mantenute in efficienza. In questo caso non vi è combustione con fiamma e vi è soltanto un limitatissimo sviluppo di anidride carbonica, peraltro tenuta sotto controllo da un impianto di sicurezza. Gianni Bisio

Persone citate: Morosetti, Roberto Morosetti

Luoghi citati: Varallo