Direttore provvisorio al «Lavoro» di Genova
Direttore provvisorio al «Lavoro» di Genova Direttore provvisorio al «Lavoro» di Genova GENOVA — Il quotidiano genovese «Il Lavoro» per oltre settant'anni portavoce della federazione del psi. attualmente di proprietà del gruppo «Rizzoli - Corriere della Sera» uscirà questa mattina firmato da Lorenzo Jorio, dirigente della divisione quotidiani del gruppo, quale «Direttore Editoriale», mentre il caporedattore Francesco Cevasco controfirmerà come direttore responsabile. Questa situazione è provvisoria, in quanto nei prossimi giorni dovrebbe essere nominato il nuovo direttore responsabile. Quasi certamente sarà Ferruccio Borio, ex direttore de «Il Piccolo» di Trieste, già designato dall'editore. La decisione della proprietà di risolvere in via d'emergenza la situazione che s'era venuta a creare al «Lavoro» è stata accolta in tarda serata. dopo una tumultuosa assemblea, dalla redazione all'unanimità, salvo un'astensione. Per tutta la giornata s'era profilata la minaccia d'una chiusura, una sorta di «serrata», a tempo indeterminato, in seguito alla decisione del gruppo di rendere esecutive a partire da domenica 11 le dimissioni del direttore del «Lavoro», Giuliano Zincone. Zincone. pur dovendo essere sostituito a breve termine, aveva inviato le sue dimissioni all'editore, per protestare contro il «black out» ai comunicati delle Br imposto dal gruppo «Rizzoli - Corriere della Sera» a tutte le sue testate. La redazione aveva respinto la richiesta e domenica 11, infatti, sia pure senza titolo e nella pagina dei fumetti, in corpo tipografico molto piccolo, erano stati pubblicati i documenti dei brigatisti del carcere di Trani. Proprio per la pubblicazione di tale testo, l'editore aveva tolto la indicazione «Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera» dalla manchette del giornale di domenica. La vicenda de «Il Lavoro» ha creato viva tensione negli ambienti giornalistici genovesi. Il maggior quotidiano della regione. «Il Secolo XIX», in tarda serata non aveva ancora deciso il proprio comportamento riguardo la pubblicazione dei documenti dei terroristi richiesta dai rapitori del giudice D'Urso, quale condizione per salvargli la vita. La direzione de «Il Secolo XIX» stava cercando un'intesa con altre testate italiane per pubblicare un appello ai rapitori di D'Urso. chiedendo un «segno» incontrovertibile di buona volontà al fine di liberare il magistrato. Se questo «segno» dovesse venire, «Il Secolo XIX» sarebbe allora disposto a pubblicare i messaggi delle Br. •
Persone citate: D'urso, Ferruccio Borio, Francesco Cevasco, Giuliano Zincone, Lorenzo Jorio, Zincone
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