Il Vaticano non pubblica documenti Br di Filippo Pucci

Il Vaticano non pubblica documenti Br Il Vaticano non pubblica documenti Br CITTA1 DEL VATICANO — In Vaticano non è mai stata prospettata l'ipotesi di una pubblicazione da parte dell'Osservatore Romano dei documenti delle Brigate rosse quasi a compensare il silenzio deciso da molti giornali italiani. Ieri sera l'Osservatore Romano non ha dedicato una sola parola, sia pure polemica, alle illazioni fatte in proposito da un giornale lombardo. Lo stesso atteggiamento, compendiato nella parola «ignorare*, è stato osservato dalla Sala Stampa della S. Sede e dalla Radio Vaticana. «Non si pubblica nulla dei documenti è stato detto da esponenti della direzione dell'organo vaticano anche per rispetto alla vicina nazione italiana. Non si vuole interferire nei suoi affari interni e soprattutto non si vuole rompere un blocco del silenzio che interpreta la volontà dell'opinione pubblica di isolare i terroristi». Quando si trattò della vicenda Moro, come si ricorda, Paolo VI il 22 aprile 1978 dichiarò di mettersi in «ginocchio» davanti ai brigatisti rossi in una lettera commovente e piena di umanità, che non trovò ascolto alcuno. Giovanni Paolo II ha parlato domenica scorsa dalla finestra dello studio sul caso D'Urso in un altro modo: non ha supplicato i terroristi, come il suo predecessore; non si è posto in ginocchio davanti a loro, non ha nominato le Brigate rosse. Ha supplicato il Signore «perché — ha detto — tocchi gli animi di coloro che hanno nelle loro mani la persona e la vita del magistrato» e li porti a riflettere «sulla gravità del loro atteggiamento e ad ascoltare quel sentimento di umanità che non può essere spento nei loro cuori». Giovanni Paolo II ha parlato con voce forte, sdegnata, di aperta condanna: «Sono spiritualmente vicino al magistrato D'Urso nella solitudine della sua penosa segregazione, vicino anche alla consorte e alle figlie. Come non rinnovare ancora una volta l'esecrazione per simili atti di violenza che non s'arrestano di fronte ai valori supremi, nei quali consiste il patrimonio piii sacro di ogni civile convivenza?». *E come non chiedersi, con sgomento, in forza di quale tenebrosa suggestione sia possibile convincersi — ha detto il Papa — di operare per il futuro dell'uomo calpestandone i diritti più elemen tari ?». Filippo Pucci

Persone citate: D'urso, Giovanni Paolo Ii, Paolo Vi