Marina sposò Oleg (per amore di Mosca)

Marina sposò Oleg (per amore di Mosca) Matrimoni fittizi in aumento per avere la residenza nella capitale Marina sposò Oleg (per amore di Mosca) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Aumenta il numero dei matrimoni fittisi, e Mosca ne è la capitale. Pur di ottenere la residenza in quella che molti russi considerano la Mecca dell'Unione Sovietica, sono sempre più frequenti unioni «indissolubili» che durano, letteralmente, lo spazio di un giorno. Pare che esista anche un tariffario, con cifre abbastanza sostenute se rapportate agli stipendi Degli aspetti più venali la stampa non parla, ma il problema di tanto in tanto viene sollevato con l'esame di casi specifici E' stata la volta, nei giorni scorsi, della Literaturnaja Gazeta, che cita l'episodio «illuminante» di Marina, 22 anni la quale da Odessa voleva a tutti i costi trasferirsi a Mosca, e per farlo circuì un onesto giovane, certo Oleg. In questo caso non vi fu pagamento, bensì qualcosa che i russi considerano molto più grave, la «frode dei sentimenti». In altre parole Marina, studentessa d'ingegneria, convinse Oleg a sposarla per poterlo raggiungere a Mosca. Poi lo piantò, sorda, alla disperazione del giovanotto. Lei aveva raggiunto il suo obiettivo: il certificato di residenza moscovita e l'autorizzazione a esercitare la sua professione (nel frattempo si era felicemente laureata) nella capitale. A Oleg piacque moltissimo Marina, la ragazza invece spa¬ simò non per il futuro marito, ma per Mosca. E lei tornò nella sua Odessa appena quattro giorni dopo il matrimonio; soltanto dopo qualche mese si fece rivedere a Mosca. Un bel giorno, dice la denuncia del disperato Oleg, la moglie lo cacciò dall'appartamento che tanto faticosamente egli si era procurato. Si è scoperto, durante la causa di divorzio, che Marina era già stata sposata e che il primo marito aveva fatto la stessa fine di Oleg; ma la posta in gioco, allora, non era stato il certificato di residenza, bensì tremila rubli; una sorta di ricatto, insomma. Quando la vittima non pagò, fu ampiamente diffamato al lavoro e presso il partito. E' vero che il codice penale sovietico, articolo 46, punisce chi si presta a un matrimonio fittizio. Ma provare una tale colpa è sempre difficile. Quella dei matrimoni fittizi è una piaga che durerà finché non ci sarà libertà di circolazione e di residenza all'interno dell'Unione Sovietica; ma non è certo per curare questo male, di crescente ma sempre limitata entità, che l'Urss modificherà il «sistema». Nel Paese in cui occorre un passaporto interno per i viaggi da una Repubblica all'altra, i casi dei «matrimoni senza intenzione di creare una famiglia» (cosi si indicano in termini giuridici le unioni fittizie) sono una tentazione sempre presente, f. gal.