Tarda la sentenza per Jiang Qing L'economia cinese fa retromarcia di Alain Jacob
Tarda la sentenza per Jiang Qing L'economia cinese fa retromarcia Nella crisi politica ricompare il nome di Hua Tarda la sentenza per Jiang Qing L'economia cinese fa retromarcia Smentite le voci sul siluramento di Ye Jianyng - Prioritaria la lotta all'inflazione (valutata al 15-20 per cento) - Rallentata l'attuazione delle riforme NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE PECHINO — La crisi politica cinese si trascina in lunghi tempi morti. Quindici giorni dopo l'ultima udienza del processo contro «le due cricche controrivoluzionarie di Lin Biao e Jiang Qing». la sentenza del tribunale speciale tarda ancora. E tarda la ristrutturazione degli organi dirigenti del regime; anzi, su questo punto la situazione sembra farsi sempre più intricata. Per la prima volta dopo alcune settimane, il Quotidiano del Popolo domenica scorsa ha fatto il nome di Hua Guofeng in occasione della visita del premier nordcoreano. Il che indica come il presidente del pcc non sia stato completamente escluso dal potere. Il 9 gennaio, un altro fatto strano: un dispaccio dell'agenzia Nuova Cina ha smentito che il maresciallo Ye Jianying sia stato privato della sua carica di presidente del Comitato permanente dell'Assemblea Nazionale, precisando che Ye era a Canton «dove abitualmente passa l'inverno». Come se si tentasse di rassicurare chi si preoccupa delle riserve del vecchio maresciallo nei confronti dei cambiamenti di persone imposti da Deng Xiaoping. Secondo gli osservatori, tutto ciò indica che l'operazione voluta dal dinamico vicepresidente cinese incontra resistenze tali da rendere necessari compromessi tattici. I nuovi orientamenti economici definiti durante la Conferenza del lavoro convocata dal Comitato Centrale, conclusasi a fine dicembre, incominciano invece a delinearsi in modo chiaro. Domenica, il premier Zhao Ziyang ha confermato ad una delegazione di senatori giapponesi che la lotta all'inflazione avrà priorità assoluta. Il tasso annuale non è stato rivelato ufficialmente, ma viene valutato al 15-20 per cento. Oggi, ha scritto il Quotidiano del Popolo, «la stabili tà dei prezzi è un anello essenziale della politica economica». Il che, precisa il giornale, non significa che si debba prevedere una «diminuzione* dei prezzi, perché questo presupporrebbe sovvenzioni ai produttori (cosa che aggraverebbe ulteriormente il deficit del bilancio) e perché un obiettivo prioritario in questo momento è «sfoltire l'eccedenza di moneta circolante». Uno dei maggiori economi sti cinesi, Xue Muqiao, il quale ancora in ottobre afferma va che il controllo dei prezzi da parte dello Stato deve essere allentato, se non soppresso, in nome di un libero gioco della «legge del valore», chiede ora nell'ultimo numero di «Bandiera Rossa» l'adozione di una politica dei prezzi, del credito e delle imposte, ed uno stretto controllo della moneta. E, dopo aver sostenuto in passato che «l'accrescimento del reddito nazionale deve essere dedicato nei prossimi anni al miglioramento del tenore di vita», ammette oggi che l'incentivo ai consumi ha in parte provocato il forte deficit del '79, che si sarebbe ridotto soltanto di poco nell'80. Cosa più. grave, Xue Muqiao sottolinea il «disordine» dell'economia. In altre parole, la situazione sfugge al controllo del governo, o almeno i meccanismi non hanno funziona¬ to nel modo previsto. I dati pubblicati in questi ultimi giorni relativi al 1980 confermano questa impressione. Nel settore — vitale — dell'energia, non sono stati raggiunti gli obiettivi definiti dal piano né per quanto riguarda il petrolio, né per il carbone, né per l'elettricità; i tentativi di limitare la fame dell'industria pesante sono stati deludenti: la produzione d'acciaio ha superato i 37 milioni di tonnellate contro i 33 previsti. Unico campo che abbia dato risultati incoraggianti è quello del commercio estero, il cui defi- ci* si è ridotto a 800 milioni di yuan contro i 3 miliardi 100 milioni del '79. Questo non giustifica l'ottimismo. In dicembre, alla Conferenza del lavoro, alcuni partecipanti hanno chiesto il ritorno ad un monopolio più esclusivo sulla vendita e la circolazione delle merci da parte dello Stato, e il miglioramento del tenore di vita attraverso un alto tasso di crescita dell'economia: ripristinare, cioè, la priorità dell'accumulazione rispetto ai consumi. E come sempre c'è stato un compromesso: «Il raggiustamene dell'economia — scrive Xue Muqiao — deve assumere la priorità, l'attuazione delle riforme verrà rallentata». // concetto di stagflazione non sembra applicabile ad un Paese in via di sviluppo come la Cina; ma le conseguenze di misure deflazionistiche in una società già duramente colpita (milioni di persone) da disoccupazione totale o parziale sono preoccupanti. Alain Jacob Copyright I * Monde e per l'Italia La Slampa
Persone citate: Deng Xiaoping, Jiang Qing, Ye Jianying, Zhao Ziyang
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