Terroristi a 300 mila al mese di Claudio Giacchino

Terroristi a 300 mila al mese Rinviati a giudizio 79 presunti appartenenti a Prima linea: un dossier di sangue e di morte Terroristi a 300 mila al mese I magistrati hanno ricostruito la struttura dell'organizzazione, che aveva un bilancio nazionale di 1300 milioni (frutto di rapine) e «rimborsava le spese» ai clandestini - Dagli omicidi luridi, Civitate, Ghiglieno all'assalto alla scuola di via Ventimiglia e al ferimento di dieci persone - La loro folle filosofia: «Prima ammazziamo, poi discutiamo se era giusto o no» Il bilancio nazionale di Prima linea era di circa 1300 milioni. Tutti soldi rimediati con le rapine. Ai clandestini l'organizzazione passava, oltre al rimborso spese, una diaria mensile: nel '78 consisteva in 250 mila lire che sali (anche per i terroristi c'è il problema del carovita) a 300 mila lire nella primavera del '79 e a 350 mila verso la fine di quell'anno. Uno dei tanti -piellini» pentiti racconterà ai giudici torinesi: -Mantenere una struttura come ,la nostra richiedeva un sacco di soldi. Una volta Maurice Bignami fece un po' di conto sul suo taccuino, appurò che in nove mesi PI aveva speso 8S0 milioni". Questi dati, insieme a molti altri ora sconcertanti ora agghiaccianti, emergono dal voluminoso dossier stilato su Prima linea dai magistrati che si occupano del terrorismo a Torino. Centinaia e centinaia di pagine che raccontano i crimini compiuti da questo gruppo eversivo nella nostra città dall'autunno di quattro anni fa fino all'estate scorsa. .» Una storia che. in un'escalation impressionante di sangue, si apre nel settembre '76 con un'irruzione armata in un ufficio Fiat, continua con gli omicidi Iurilli. Civitate, Ghiglieno. l'assalto alla scuola di amministrazione aziendale di via Ventimiglia (il ferimento collettivo di cinque insegnanti e cinque allievi) e si chiude il luglio scorso con una rapina a Strambino. I sostituti procuratori Bernardi e Gianfrotta avevano identificato ben 109 persone come protagoniste, in un modo o nell'altro, di questa lunga e tragica storia. Adesso, dei 109 inquisiti. 79 sono stati rinviati a giudizio: dovranno rispondere tutti di partecipazione e organizzazione della banda armata denominata Prima linea. Per molti si tratterà soltanto del primo appuntamento con la giustizia: buona parte degli imputati, infatti, è attesa da una serie di processi per reati che vanno dalla rapina all'omicidio. Eviteranno il giudizio per banda armata i 7 torinesi arrestati in luglio a Parigi (Vito Biancorosso. Rosalba Bosco. Pasquale Bottiglieri, Stefano Moschetti. Graziano Esposito. Pietro Crescente. Peter Freeman) per i quali la magistratura francese ha concesso l'estradizione, ma solo per i crimini specifici contestati al gruppo. E lo eviteranno (la loro posizione è stata stralciata per motivi di competenza territoriale). Michele Viscardi. Sergio Segio. Roberto Rosso e Albino Viario. Del primo si occuperanno i magistrati di Bergamo, degli altri la procura della Repubblica di Milano. Stralciata pure la posizione di 13 imputati tra cui ci sono alcuni nomi grossi di PI: Fabrizio Giai. Roberto Sandalo. Marco Donat-Cattin. Paolo Zambianchi. Susanna Ronconi. Roberto Vaccher. Michele Schiopelto. Paolo Salvi. Natalino Rampazzo. Enrico Vigna. Daniele Sacco-Lanzoni. Giancarlo Santini e Maria Cristina Scandolo. Per queste persone l'istruttoria non è ancora chiusa. Possibile comunque che. una volta rinviati a giudizio, i 13. o una parte di essi, vengano poi processati in Corte d'Assise insieme ai 79. Separata invece da questo procedimento la posizione di Rosalba Vetrone e Gianni Maggi. Gli unici che escono dall'inchiesta sono Luigi Cossentino. Concetta Rao e Anna Giordani, assolti per non aver commesso il fatto. Loredana Lamanna. infine, è stata scagionata per insufficienza di prove dall'accusa di essere una terrorista. Dei 79 incriminati. 44 dovranno rispondere di organizzazione di banda armata, gli altri solo di semplice partecipazione. Undici sono latitanti. Dal fascicolo istruttorio, più spesso di una guida teleionica, emerge in maniera stupefacente una realtà; i «piellini» sanno coniugare alla perfezione il verbo «pentirsi». Se nell'istruttoria sulle Brigate rosse (circa 150 inquisiti) i cosiddetti pentiti sono 33. in questa sono quasi un'ottantina. r Pentimenti straordinari per "la quantità e la celerità con la quale sono maturali; ma straordinari soprattutto per la loro natura. Chi denuncia, non denuncia solo delitti altrui ma anche i propri. Sandalo, il pentito numero uno di Prima linea, senza che nessuno glielo avesse chiesto, si accusa dell'omicidio del vigile urbano Bartolomeo Mana. freddato con un colpo di pistola durante una rapina ad una banca di Druento. Giai (e come lui tanti altri) ad esempio non minimizza il ruolo ricoperto nell'organizzazione. del suo grado di dirigente politico si mostra addirittura geloso: «Se ne compiace spesso — scrivono nella requisitoria Bernardi e Gianfrotta — con una punta di narcisismo-. Ma. quel che più conta, il coro di pentiti mette in luce l'estre¬ ma superficialità che ha sempre animato PI. Racconta, il coro, di bersagli da colpire scelti e poi dimenticati perché s'erano rivelati poco facili da raggiungere, di azioni programmate cosi a casaccio. -Andammo ad uccidere il barista Civitate sema neppure saperne il nome- ha confessalo Sandalo. A questa incredibile superficialità, fanno però riscontro la ferocia ed un ferreo senso gerarchico in seno all'organizzazione. Alcuni terroristi descrivono la sete di sangue di Sergio Segio. Maurice Bignami. Marco Donat-Cattin. e definiscono cosi la loro filosofia: -Prima ammazziamo poi. semmai, discutiamo se era giusto o no-. La stratificazione di PI è illustrala in maniera particolareggiata. -Al vertice quelli di PI. una sorta di casta eletta, e sotto le ronde. Spesso c'erano motivi di attrito-. Cioè: i grandi ordinavano ed i subalterni eseguivano, senza discutere. E nella più completa ignoranza. -Ad esempio, ci veniva comandato di rubare — hanno spiegato numerosi manovali del terrore — delle auto, ma non ci dicevano a che cosa sarebbero sericite-. Un pentito dirà ai giudici: -Mi ai'evano promesso che al prossimo attentato serio toìnicidio o azzoppamento) mi avrebbero fatto sparare-. Il coro di pentiti, dal quale alcuni (Giai ed Albesano per citare i nomi più noti) si dissoceranno in seguilo (per reale convinzione o per mettersi al sicuro da vendette?) mette a nudo tutto il funzionamento di Prima linea. -Ogni 3 mesi c'era un vertice nazionale con le Brigate rosse. Per le Br andava Rocco Micaletto. per PI Roberto Rosso. Per i nostri convegni nazionali sceglievano località toscane, la Versilia in particolare, e pugliesi-. Affermano i magistrali torinesi. -Nel suo momento di massimo fulgore Prima linea dorrebbe ai-pr contalo in tutt'Italia su circa fì00 persone. Una struttura articolata e organizzata bene. Basti dire che in un covo milanese c'era l'archivio della banda, tutto microfilmato. Magari fosse cosi il nostro-. Claudio Giacchino

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Milano, Parigi, Strambino, Torino