La Confedilizia: la casa «punita» di Eugenio Palmieri
La Confedilizia: la casa «punita» Dure accuse a Re viglio da parte del presidente Viziano La Confedilizia: la casa «punita» ROMA — Il «libro bianco» sulla nuova tassazione per la casa, preannunciato dal ministro delle Finanze, rischia di trasformarsi in una polveriera già prima della pubblicazione. A sparare a zero contro Reviglio è stato il presidente della Confedilizia, Viziano, sceso in campo con alcune affermazioni molto pesanti. Viziano lancia accuse al ministero e alla sua burocrazia: « Un atteggiamento che denota la volontà di lasciare il Paese nel disordine più vergognoso». Secondo la Confedilizia, infatti, l'unica cosa certa che traspare dal documento (secondo le indiscrezioni di questi giorni) è l'intenzione di aggravare sensibilmente il prelievo fiscale sulle case abitate dai proprietari. Quindi, aggiunge Viziano, -non è corretto né onesto continuare a far credere all'opinione pubblica che non vi saranno nuove tasse sulle case». Il presidente della Confedilizia sostiene che per gli immobili abitati direttamente dai proprietari si arriverebbe a un aumento dell'imponibile pari al 109%. Il gettito percepito dallo Stato nel 1981 dovrebbe passare dagli attuali 925 miliardi a più di 1500: «575 miliardi che verranno prelevati dalle tasche di quel 58,8% di famiglie italiane che abitano case di diretta proprietà». Pollice verso anche sull'ipotesi di sostituire all'imponibile derivante dalle rendite catastali quello commisurato al calcolo dell'equo canone. Si tratta, per la Confedilizia, di un procedimento all'italiana perché la legge istitutiva-dell'equo canone definiva «provvisorio» il meccanismo di calcolo, in attesa della riforma del catasto urbano. La presa di posizione di Viziano è destinata a rinfocolare la polemica che il ministro Reviglio nei giorni scorsi con molta abilità aveva cercato di dribblare. Il «libro bianco» dovrebbe rappresentare un ventaglio di ipotesi (e non delle scelte obbligate per il governo), ma la battaglia sulle nuove tasse per la casa può dirsi virtualmente aperta e all'uscita del documento è facile prevedere un suo inasprimento, quando anche le forze politiche della maggioranza e fuori saranno coinvolte. Intanto il mondo bancario valuta con molta attenzione, ma anche con una buona dose di scetticismo, la proposta sul «risparmio casa» avanzata dal ministro del Tesoro, Andreatta. Come abbiamo già scritto, è un'idea che da anni rimbalza dai ministeri al Parlamento senza troppo costrutto. Questa volta si presenta più snella, con il passaggio del risparmio nel circuito degli sportelli postali e non in quelli banrarl come in altri progetti. Non a caso: la fredda accoglienza, e in alcuni casi una vera e propria avversione delle banche, era la causa principale dell'affossamento delle precedenti edizioni; ad essa ora gli ideatori (Paolo Gnes della Banca d'Italia e il responsabile della Cassa depositi e prestiti, Falcone) hanno cercato di ovviare. «Certamente — afferma il vicepresidente dell'Ibi, Franco Mattei — la parte esplicita del progetto, l'indicizzazione dei depositi, può incentivare una maggiore formazione del risparmio, anche se vi sono altre forme di risparmio più vantaggiose. Resta però da verificare il capitolo mutui. L'idea mi sembra buona, ma bisogna vedere con quali strumenti sarà realizzata: l'Italia è un cimitero di buone idee». Per il vicepresidente del Credito Italiano, Leo Solari, è apprezzabile il progetto che «rappresenta un ulteriore sensibile affinamento di una formula innovativa». Eugenio Palmieri
Persone citate: Andreatta, Franco Mattei, Leo Solari, Paolo Gnes, Reviglio, Viziano
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