La pistola di Nancy

La pistola di Nancy La First Lady e i giornalisti La pistola di Nancy DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Qualche giorno fa, nel corso di una conferenza stampa improvvisata sul marciapiede di Blair House a Washington, il president' designato Reagan ha accusato i giornali americani di mancare di rispetto alla moglie Nancy. «Come marito, incomincio a adirarmi. Avete scritto su di lei cose o infondate o false. L'ultima è che Nancy non voleva James Brady come portavoce della Casa Bianca perché non è abbastanza bello». E presentando il portavoce, un gigante dal fisico del buongustaio, mordace e calvo, ha aggiunto: «La verità è che lo trova affascinante». Lo sfogo di Reagan non ha colto i giornali di sorpresa. Da qualche settimana, la futura first lady era infatti il loro bersaglio preferito. Inconsciamente, le avevano affidato il ruolo rivestito nel governo Carter dal fratello Billy, l'amabile gaffeur di corte. L'ironia era stata tale che il presidente entrante aveva sostituito la segretaria della moglie con un suo aiutante, incaricandolo di controllare le interviste. Ma con scarso esito: gli strali diretti a Nancy Reagan non si eranno fermati. In realtà, qualche motivo di critica la signora lo aveva fornito ai giornali americani. La prima gaffe era stata la dichiarazione che teneva nel comodino da notte una pistola. •Son sovente in viaggio e ho paura a dormire sola. Qualche volta, quando esco, la metto in borsetta, non si sa mai». Con un sorriso disarmante aveva aggiunto: «Naturalmente, non me la porterò dietro alla Casa Bianca, non è il posto adatto». La dichiarazione, rilasciata all'apice delle polemiche sul bando delle armi negli Stati Uniti, aveva provocato commenti sfavorevoli. Una certa mancanza di tatto era stata poi imputata alla first lady entrante quando, d'improvviso, aveva chiesto a quella uscente di lasciare la Casa Bianca libera prima dell'insediamento di Ronald Reagan il 20 prossimo per i decoratori. La richiesta non era stata esplicita. Nancy si era limitata a osservare che Gerald e Betty Ford avevano fatto largo a James e Rosalynn Carter con qualche giorno di anticipo nel gennaio del '77. Ma la magnolia di ferro del profondo Sud non si è lasciata sfuggire l'occasione per punzecchiare la rivale: «Evidentemente —ha osservato — ignora il protocollo». La terza gaffe è stata quella della famosa Lincoln room. la camera da letto del presidente Lincoln. Sembra che d'accordo col suo architetto personale, Ted Graber, una personalità di Hollywood, volesse abbattere una delle pareti. Alle rimostranze del direttore deiEnnio Caretto (Continua a pagina 2 in nona colonna)

Persone citate: Betty Ford, Blair House, Caretto, James Brady, Nancy Reagan, Reagan, Ronald Reagan, Rosalynn Carter

Luoghi citati: Hollywood, Lincoln, Nancy, New York, Stati Uniti, Washington