Inebetiti dalla droga gli imputati al processo per la maestra accisa di Claudio Giacchino

Inebetiti dalla droga gli imputati al processo per la maestra accisa Si muovono come fantasmi, parlano come se vivessero in un'altra dimensione Inebetiti dalla droga gli imputati al processo per la maestra accisa La giovane cadde sotto i colpi di pistola, a Robassomero, nel marzo '77 - Tre uomini sono accusati della sua morte - Difficile ricerca della verità in un groviglio di bugie e contraddizioni Ezio Rossi detto Chicco. 31 anni, compare di nuovo davanti ai giudici della seconda sezione della Corte d'Assise per rispondere dell'assassinio della ìvestrina tossicomane Claudia Vaccaro. uccisa con un feroce rituale a colpi di pistola, la sera del 25 marzo '77 in un prato a Robassomero. Al primo processe, nel luglio scorso, Rossi era solo nella gab-, bia degli imputati. Adesso è in compagnia. Al suo fianco siede Carlo Venere, 22 anni, anch'egli dedito della droga. Con loro ci dovrebbe essere Fulvio Della Valle, un'altra vittima degli stupefacenti. Ma Della Valle se ne Sta isolato tra i carabinieri su una panca al lato opposto dell'aula per motivi di sicurezza personale: questo giovane dalla' parola gentile e dallo sguardo smarrito, oltre ad aver rovinato, almeno fino ad oggi, se stesso, è ' stato anche la rovina di Venere. Inoltre, ha aggravato la posizione di Chicco. Nel dibattimento della scorsa estate, l'ex marito della Vaccaro, Sergio Giglio, aveva detto al presidente della Corte. Padovani: «Fulvio Della Valle mi ha confessato di essere stato, la sera in cui Claudia fu ammazzata, con lei, il Rossi e Venere.Tutt'e tre in auto si erano diretti, mi spiegò Fulvio, fuori Torino. Chicco e Claudia si appartarono nella campagna buia: dopo qualche minuto echeggiarono degli spari e Rossi ricomparve trafelato, fuori di sé. Ai compagni disse: "Presto, andiamoce- ne Dio, Questo ho saputo da Ful- La Corte aveva subito chiesto spiegazioni a Della Valle. Il teste aveva negato, s'era contraddetto ed era stato arrestato. Cosi, adesso. Rossi continua ad essere accusato ài assassinio e gli altri due di concorso in omicidio:. Imputazioni pesanti, da a l e, i . a ergastolo, che dovrebbero indurre i diretti interessti ad una difesa decisa. Ma soltanto Chicco sa tutelarsi, rispondendo in maniera chiara e razionale al presidente Padovani. Gli altri due fanno di tutto per darsi la zappa sui piedi. Venere, in special modo, pallido, inebetito, più larva che persona, accumula contraddizioni, menzogne, giustificazioni assurde. Nega, quando persino lo stesso Rossi lo ammette, di aver visto la sera del delitto la Vaccaro al bar-cremeria «Tartaruga» di via Chiesa della Salute, insi ste nel dire: « Verso le 22 me ne andai col Rossi, lui scese di macchina in piazza Villari, io tornai a casa». Padovani più volte lo animo nisce: «Lei in questa brutta storia, c'era finito con l'accusa di favoreggiamento. Una sciocchezza rispetto ad oggi, qui c'è in ballo l'ergastolo: quindi, dica la verità». Monito vano: l'imputato ripete le solite bugie: neppure il suo avvocato, Liliana Longhetto. riesce a convincerlo ad essere, se non sincero, almeno razionale nella deposizione. Padovani dice ancora: «Perché ha dato sempre versioni diverse in istruttoria?» Venere sbotta irritato: «Eh che dovevo dire? Non sapevo che cosa raccontare». Fulvio Della Valle, altro gio vane che l'eroina ha ridotto ad un fantasma, dice stranito: «Io non ricordo di aver detto niente all'ex marito di Claudia: forse però è possibile che gli abbia fatto quel racconto somo per van tarmi. Io noon ricordo le mie vanterie, ma soltanto le persone alle quali le faccio. All'epoca in cui avrei fatto quelle rivelazioni al marito della Vaccaro, io ero spesso ubriaco.Inoltre, prendevo, il metadone, a dosi da cavallo». Il difensore di Della Valle,Perla, allevia la posizione del., suo cliente, dimostra che questo' ragazzo ama inventarsi episodi, dice: «Già è stato provato, in vn{ recente processo, che il mio assistito aveva detto il falso; aveva\ denunciato di essere stato rapina to. Rapina mai avvenu ta». Della Valle non è proprio capace di star lontano dalla menzogna. Vuol far credere di non aver mai conosciuto la Vaccaro: Padovani lo riprende seccamen-. te: «Ma se addirittura mettevate' insieme i vostri soldi per comprare droga»; l'imputato replica assorto: «Sono cose normali tra tossicomani». Le uniche frasi confuse vengono da Rossi assistito dagli avvocati Rossomando e Anna Rosa Oddone: «Confermo quanto detto a luglio. Quella sera incontrai Claudia alla cremeria «Tartaruga»: c'era pure Venere. E' vero che cercavo Claudia, ma soltanto per dirle di non farsi più dare la droga facendo leva sul mio nome. Uscii dal bar con lei, passeggiammo e chiacchierammo. Io ero evaso da poco dal carcere di Fossano, da un sacco di tempo non vedevo la mia donna. Ci lasciammo con l'intesa che ci saremmo rivisti in un bar della Barriera di Milano. Non so nulla dell'omicidio». Rossi non degna mai di attenzione Della Valle, su Venere dice: «Chissà che cosa ha al posto del cervello, ignoro percìié si comporti in maniera simile». Il processo continua oggi. Claudio Giacchino Ezio Rossi, imputato per l'omicidio della maestra Vaccaro

Luoghi citati: Fossano, Milano, Robassomero, Torino