In un antico borgo della Sardegna è nata l'«università del tappeto» di Mario Guerrini

In un antico borgo della Sardegna è nata l'«università del tappeto» Giovani allievi da tutta Italia ai corsi di Tonara In un antico borgo della Sardegna è nata l'«università del tappeto» CAGLIARI — La chiamano l'università del tappeto. E' la scuola di tessitura di Tonara, villaggio della Sardegna centrale, 2600 abitanti, 1000 emigrati, diverse centinaia di disoccupati. La scuola — organizzata dalla Regione sarda — è frequentata dall'anno scorso da alcune decine di giovani provenienti da varie regioni italiane. Sono ragazzi e ragazze che stanno vivendo un'esperienza di notevole valore che ha difficilmente riscontro in altre regioni italiane. Abitano tutti nella parte più vecchia del paese, Arasulè (Altare del sole), un labirinto di viuzze dove con 60 mila lire al mese è possibile affittare una casa grande ma di solito in pessime condizioni. Hanno intonacato, costruito mobili, e molti sono riusciti a ridurre le spese vivendo in quattro o cinque nello stesso appartamento. Per cinque ore al giorno imparano a manovrare un telaio riproducendo fedelmente l'antico disegno del tappeto di Tonara, uno dei più belli e raffinati tra quelli usati in Sardegna. Per poter seguire il corso la maggior parte degli allievi ha piantato tutto e si è trasferita —da Roma. Treviso, Bologna, Cagliari — con pochi bagagli e molte curiosità. «Abbiamo scoperto un paese incantevole ed inoltre possiamo partecipare ad un'esperienza — dice una ragazza romana di 21 anni — che se fosse organizzata meglio potrebbe insegnare qualcosa anche alle altre regioni». Non mancano infatti le critiche. Per tutta la durata del corso gli alunni vengono pagati dall'amministrazione regionale, con 180 mila lire al mese, un gettone che bene o male è sufficiente per avere casa e mangiare. «Il corso avrebbe dovuto iniziare nell'ottobre scorso ma è slittato ad aprile poiché non era possibile burocraticamente cominciare prima. Gli stipendi degli alunni sono stati pagati con molti mesi di ritardo dopo l'inizio delle lezioni — dice Isa, 23 anni, bolognese — i soliti intoppi amministrativi hanno creato questi scompensi ma intanto l'anno scorso 40 ragazzi si sono stabiliti nono¬ stante tutto a Tonara pagando obbligatoriamente vitto e alloggio senza che nessuno li rimpiazzasse. Anzi, per un sacco di tempo, non siamo neanche stati avvertiti dello spostamento dell'inizio del corso». Il direttore del centro artigiano respinge le accuse. «Le cose sono state fatte nella maniera migliore — dice Uccio Sulis, dipendente regionale e consigliere comunale socialista — la Regione ha giustamente privilegiato i corsi per gli operai in cassa integrazione e tutto il personale è stato dirottato per coprire questa esigenza, per cui questo corso di Tonara è cominciato in ritardo». L'artigianato è una delle poche valvole di sicurezza per l'economia del paese ed i ragazzi che frequentano il corso di tessitura si rendono conto che a Tonara. in ogni casa, si può imparare qualcosa sul telaio e sugli antichi tappeti visto che il 90 per cento delle donne svolgono lavoro artigiano a casa fin da quando sono ragazze. «E non solo su quello — precisa Alessandro, trevisano, 18 anni — perché noi vediamo ogni giorno vecchi intagliatori di cassapanche che lavorano anche un mese per intarsiare un pezzo di legno. Ma nessuno qui sembra aver coscienza di quanto valgono le cose che fa. Due commercianti romani sono arrivati in paese nel febbraio scorso: facevano il giro delle case e si portavano via vecchi mobili disegnati meravigliosamente in cambio di armadi di formica reperibili da qualsiasi rigattiere per poche migliaia di lire». Mario Guerrini

Persone citate: Uccio Sulis