È giunto l'aereo che attacca il fuoco con bombe d'acqua di Gianni Bisio
È giunto l'aereo che attacca il fuoco con bombe d'acqua È giunto l'aereo che attacca il fuoco con bombe d'acqua TORINO — Dopo gli esperimenti fatti in Toscana e in Trentino, anche in Piemonte si impiegano gli aerei per - bombardare» gli incendi boschivi. Lunedi un Hercules C 130 del servizio protezione anticendio della 46" aerobrigata di Pisa ha compiuto due missioni nella zona di Givoletto e La Cassa scaricando complessivamente sulle fiamme 28 mila litri di acqua e ritardante chimico. La tecnica di aggredire il fuoco dal cielo non è nuova. Negli Stati Uniti, dove già negli Anni Cinquanta si bombardavano gli incendi con vecchi Convair Catalina. B 17 e B 29 residuati bellici, si spendono annualmente circa 10 miliardi per questo servizio. Canada, Francia, Spagna e Jugoslavia hanno delle flotte di velivoli antincendio. Proprio i francesi, chiamati dalla Provincia di Trento, intervennero in Italia per la prima volta nell'estate 1973. Dovettero però passare cinque anni perché la nostra Aeronautica militare adibisse un C 130 (battezzanto «Portobello») a questo servizio, dotandolo del sistema Maffs (Modular irborne Fire fighting System). Le prime dimostrazioni sperimentali vennero condotte nel giugno'78. L'Hercules può trasportare 17 mila litri di liquido antincendio con un raggio d'azione di duemila chilometri e volando a circa 500 chilometri orari. Più adatto ad essere impiegato nelle zone di pianura per la sua relativa manovrabilità, ha due diretti concorrenti: il Canadair CL-215 anfibio e il G 222 Aeritalia dotato di sistema SaMa. Il primo, «flottando» su larghi o grandi fiumi può. senza arrestarsi, immagazzinare 5450 litri di acqua da scaricare sulle zone incendiate in un raggio d'azione di 250 chilometri. Il G 222, velivolo da trasporto tattico di medio raggio già adottato dalla nostra Aeronautica, può essere convertito in meno di due ore nella versione per la lotta al fuoco con l'installazione a bordo del Sama (Sistema antincendio modulare aeroportato), realizzato dalla stessa Aeritalia e da oltre due anni in prova all'aviazione militare. Si tratta di un serbatoio contenente 6800 litri di miscela di acqua e liquido ritardante, il «Phos-check», una soluzione di fosfato biammonico e prodotti colloidali non tossica né per gli uomini, né per gli animali. Può essere usata sia per spegnere, sia per prevenire gli incendi formando strisce tagliafuoco. I sebatoi del Sama, che possono essere riforniti in 8 minuti, scaricano il liquido con un sistema a pressione regolabile a seconda della concentrazione che si vuole avere al suolo, da 0.2 a 1,6 litri al metro quadro. L'aereo (con 400 km di raggio d'azione) può viaggiare a portellone posteriore chiuso (quindi in assetto normale) e aprirlo per far uscire gli ugelli solo in zona di operazioni. Il G 222, inoltre, è particolarmente adatto agli interventi nelle nostre zone alpine, dove la manovrabilità del mezzo è di capitale importanza dovendosi bombardare le fiamme da quote ridottissime (50-100 metri), a velocità molto basse (220-240 km/h) e appoggiandosi su campi di atterraggio di limitata lunghezza. Il costo operativo del G 222 in versione mista (trasporto-antincendio) è di circa il 60 per cento inferiore a quello del C 130, che ha maggior possibilità di carico e raggio d'azione, ma minore capacità di manovra. Sono tutti elementi che dovranno essere valutati se l'Italia vorrà avere una flotta antincendio. Gianni Bisio
Persone citate: Sama
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